11 novembre 2009

La notizia - 14.10.09

Di solito arrivo qualche minuto prima e mi faccio un paio di vasche in libertà, in una corsia vuota, senza Lumache Gina nè Pellegrini intorno.
Oggi però c'era la mia compagna di corso, quella che è alla mia stessa settimana.
Sapeva che ero andata dal medico per l'ecografia.
Dal fondo piscina mi ha urlato: “Allora???”, sorridendo sorniona.
Io ero a metà vasca, ho gridato a mia volta: “Maschiooo!”.
E ho riso.
Una risata piena, che ha volteggiato un pochettino sulle arcate di legno del soffitto, ha fatto un paio di capriolette, ha saltato allegramente come un tappo di spumante e poi ha fatto le bollincine ricadendo in giù.
Una risata – Signori e Signore – così spontanea e inaspetatta alla sua stessa autrice da essere con stupore riconosciuta per quella che era: gioia.
Ho riso di gioia.
Sei un maschio, Lenticchia. Mi pareva giusto fossi io a dirtelo, o comunque confermartelo nel caso non fossi certo della cosa.
E io non ho riso perchè sei un maschio, io la femmina volevo.
Ho riso perchè sei tu.
Perchè d'improvviso, nel bel mezzo di una vasca a rana, mi ha colta il pensiero più semplice, quello che ancora non mi si era presentato da 5 mesi e mezzo.
“Hei, io ho un Lenticchia! E' mio, dicono sia un maschio. Che bello! Mi sento...sono...felice”.

Bene.
Detto ciò, vediamo di non farlo sapere troppo in giro.

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