27 settembre 2011

Tanti auguri a me.

"Buon compleanno amore! sono la prima? è tanto difficile, ma tanto bello essere tua madre. Chiamo dopo, ok? Ti amo tanto, la tua mamma."

Nonna Oroscopo, via sms all'alba.

"Se fossi romantico ti avrei scritto un bigliettino e te lo avrei fatto portare da Magù"
"Oh che carino, amore...davvero lo hai fatto?"
"Certo che no, ho detto se fossi."
"Ah."
"Ho delle idee brillanti, ma poi mi areno sulla fase d'implementazione. Ad esempio, devo ancora prenderti il regalo e non so cosa...se facessimo una busta e via?"

Un uomo temerario ma poco furbo, pausa pranzo.




p.s.  non è il mio compleanno, ma è bello rileggere gli sms. E potete farmi gli auguri lo stesso.

22 settembre 2011

Da qualche parte

"Hai visto dove ho messo i miei occhiali?"
"Mi pare fossero lì, da qualche parte intorno al divano..."

"Cazzo sono in ritardo, in ritardo, ritardoooo!! Le chiavi, dove sono le chiavi della macchina?"
"Prova nella giacca, ah no, forse sulla libreria, o magari sul muretto all'ingresso...insomma devono essere lì, da qualche parte."

"Mescolare il tutto con l'impasto preparato e infornare a 180°...benissimo...zucchero, sì...eccolo...ma dove l'ho appoggiato? mi hai visto anche tu che avevo in mano il barattolo prima, vero?"
"Sì, ce l'avevi in mano, l'avrai messo lì, da qualche parte..."

"Spero per te che la macchina sia parcheggiata qui vicino, non ce la faccio più...dov'è che l'hai messa?"
"In zona, mi pare...qui...da qualche parte..."

"Sono sicura che lei ha già letto la circolare inviatale qualche giorno fa..."
"Ma certo, ce l'avevo proprio qui...spetti un po'...da qualche parte..."

"Dov'è che hai salvato le foto delle vacanze?"
"Sul mio, no aspetta sul tuo, no aspetta sul disco...bhè insomma qui da qualche parte..."

"Oh ma dov'è Magù? ti avevo detto di tenerlo d'occhio uscendo in giardino!"
"Non agitarti, sarà qui anche lui, da qualche parte..."


Da Qualche Parte è un luogo fantastico, una specie di paradiso fiscale per rincoglioniti cronici come la sottoscritta, un eden introvabile. Non vedo l'ora di arrivarci ma ho perso la mappa, è finita da qualche parte.
Chi conoscesse la strada è pregato d'indicarmela.
O se ci fate un salto recuperatemi per piacere  occhiali, chiavi, foto, circolare sull'aumento dell'iva, la macchina,  il barattolo dello zucchero e un figlio.

Grazie.

19 settembre 2011

Abbiamo scollinato: un (doveroso) post di servizio

Tichitichi ce l'ha fatta.
Appurato per tutta la durata delle scorse due settimane che al contrario della maggior parte dei maschi Amorebellodezzia riesce a fare due cose contemporaneamente, nella fattispecie piangere disperato fino al singhiozzo e leggere il libro dei pompieri, siamo fuori dal tunnel e abbiamo imboccato la via dell'inserimento.
Ora lui gioca, mangia, rigioca e imbocca la porta d'uscita non più stravolto da convulsi singulti di pianto, bensì tra la ola delle maestre entusiaste e la tifoseria hoolingan di Susibita al telefono.
Sorella Subli e Nonna Oroscopo hanno smesso di assumere farmaci antistress.
Il vento è forte e le nuvole corrono.
Un cane abbaia e i panni volano via.
Il mondo continua a girare.

E vivono tutti felici e contenti.

FINE.

14 settembre 2011

Se quello non smette di piangere io non reggo lo stress.

Telefonata 1: Susibita - Nonna Oroscopo

"Ciao, l'hai sentita?"
"Sì, poco fa"
"Che dice-che dice?"
"Il solito, mà. Non mi mettere l'ansia"
"Io lo sapevo che doveva restare con me. L'avevo detto io. Probabilmente sono delle incapaci."
"Non dire idiozie mà, sono professioniste, sanno quello che fanno, ci vuol solo pazienza."
" Un bambino più grande, grosso e antipatico gli ha rubato la palla. Che stronzo."
"Mamma!! Ma sono bimbini, perdiana! un po' di tolleranza..."
"Gli ha anche dato una sberla, l'ha colpito di proposito, il mio amoruccolo."
"Gambizziamolo."


Telefonata 2: Susibita - Sorella Subly

"Ciao, come va?"
"Una tragedia, sono arrivata ed era in lacrime, completamente fradicio di sudore. Uno strazio."
"Ma stai tranquilla, vedrai che si risolve, è solo un po' di ansia da separazione, poi ci si abituano."
"Tu dici?"
"Certo. Cerca anche sui libri, che ne so, ci sarà scritto qualcosa su come gestire queste situazioni, no? Prova internet,  qualche forum specializzato."
"Tata Lucia nisba. Non ne parla. Infingarda."
"Ecco qua...allooora...crisi del distacco...ecco vediamo...inserimento al nido...hum...possibili scompensi alimentari..."
"Addirittura?"
"Disturbi del sonno..."
 "Pure?"
"Terapie di psicologia evolutiva..."
"Stai scherzando..."
"...psicofarmaci..."
"...oddìo..."
"Sì, ma stai tranquilla, eh?!"

Tichitichi è disperato. Non ne vuole sapere.
La compagine femminile della famiglia la sta prendendo con un tantinello d'ansia.
A nulla valgono le mediazioni del padre.
"Ma tu che ne vuoi sapere? al nido ce lo porto io ogni mattina. E' me che guarda con la faccia spiaccicata sul vetro come una mosca."
"C'ha ragione lei. Tu che ne vuoi sapere? Sei proprio un uomo..."
"Sì ma lo conosco, è mio figlio..."
"Che c'entra adesso, scusa?"
"..."

A nulla quelle dello zio (Papone).
"Non è che la state prendendo un po' troppo pesante? Trasmettete ansia, lui ne risente, poverino."
"Non siamo affatto ansiose, qui c'è un problema oggettivo. Cosa ne vuoi sapere tu? Sei proprio un uomo...passami un'aspirina, dai. DDDìììo che cerchio alla testa...".

Ricoverateci.

13 settembre 2011

Quel che resta della mia dignità (assai poco)

Il primo anno in cui sono andati a vivere assieme, Susibita e Papone stavano in un piccolo monolocale in cui gli amici andavano e venivano, si facevano cene, si ascoltava musica, si andava in palestra, si arrivava tardi, s'improvvisava.
Una sera Papone, che allora Papone non era, chiama al telefono e dice:

"Susibita, amore, bagliore d'alba nella notte oscura, mia fulgida cometa" (non è vero, non mi chiama "amore" manco se lo prendo a fustigate, ma ripensare alla giovinezza che fu mi rende romantica)
 Comunque, dicevo, mi fa:
"Sto arrivando con F.,  abbiamo del lavoro da fare, ci vediamo a casa?"
"Sìsì, sono già arrivata, faccio un salto da M. la dirimpettaia e le scrocco il caffè."
"Bravissima, a tra poco."

Susibita conosce F. da diverso tempo, non è proprio in confidenza, però vabbhè non importa, è un tipo alla mano, uno alla buona, e poi -diciamocelo- mi capita a casa dopo cena un po' tra capo e collo, vedete un po' voi.
Decide quindi di sorvolare sui  pantaloni del pigiama con stampe a forma di cono gelato e sulla  canottierina di Pukka. Ma anche sulle pantofole a forma di cane.

Scena I

"Heei, di casa??? siete già arrivati? Avete cenat..."
"Ah ciao Susi, questo è il socio di F., è venuto anche lui."

STOP.  FERMO IMMAGINE.
Perchè dovete capire che quello che mi sono trovata davanti sulla soglia di casa non era un uomo.
Era Febo Apollo.
Era...come faccio a  spiegare?
Era tipo Brad Pitt ma senza Angelina e 40 marmocchi.
Era tipo Tom Cruise ma alto e non psicopatico.
Era tipo Kevin Costner ma non puttaniere.
Era tipo Robert Redford ma trentenne.
Insomma era bello, ma proprio bello come quelli che vedi sui giornali, l'uomo più bello che abbia mai visto.


CIAK! Scena II

Ragazzo Figo: "Ciao, piacere! scusa se ti piombiamo in casa così senza preavviso."
Susibita:"Hi-hi."
Ragazzo Figo:"Che casa colorata, com'è carina, complimenti."
Susibita:"Hi-hi"
Papone:"Susi che dici, caffè?"
Susibita: "Hi-hi" .
Ragazzo Figo: "Volentieri, grazie"
Susibita: "Hi-hi"
Papone: "Zucchero?"
Ragazzo Figo: "Sì, grazie"
Susibita: "...Sssscussate le pp-pantofole..."

E mentre Papone e F. lavoravano Ragazzo Figo raccontava a Susibita della flora marina lungo la costa tirrenica, dei set fotografici coi ventilatori e le modelle anoressiche, di vela e  apnea, di sagre del cinghiale in collina e di quanto era felice e innamorato di sua moglie e della loro bellissima bambina,  magari volevo vedere una sua foto?
"Hi-hi. Ma certo." rispondeva Susibita accantonando di malavoglia il pensiero di colpirlo violentemente in testa e tapparlo in una teca di cristallo da mettere di fianco al comodino per accenderci davanti lumini la sera e intonare laudes al mattino.

Poi Susibita e Papone hanno fatto un sacco di cose tra cui studiare ancora, viaggi, adottare un cane e chiamarlo come un motore di ricerca, cene con gli amici, almeno tre traslochi, rimanere incinti per caso.
E Ragazzo Figo è rimasto un tormentone, un episodio mitologico risalente al Giurassico cui nessuno crede più veramente se non per rinfacciare "Scusa, è come se io avessi portato in casa Michelle Pfeiffer e non ti avessi detto nulla, lasciando che tu ti presentassi in pigiama. Questa non me la dovevi fare. E' sleale."
Ma in fondo, poi, nessuno ci pensa più.

Finchè.
Stasera.

Papone: "Sai chi ho incontrato oggi? F., un sacco di tempo che non lo vedevo. Dice che ha in mente progetti nuovi, che dovremmo vederci, magari anche con M."
Susibita: "Hi-hi"
Papone:"Non cominciare a ridere come una cretina"
Susibita: "Hi-hi. Ma de che? Io? Hi-hi"
Papone: "Susi, non sembri neanche tu, insomma. Datti un contegno."
Susibita: "Glu-glu"
Papone:"Non c'è speranza, un po' di dignità perdinci. Poi magari lo vedi ed è pure diventato pelato"
Susibita:"Hi-hi."
Papone:"Vabbhè senti, cambiando argomento: sei poi uscita oggi con Magù?"
Susibita: "Chi???"
Papone: "..."

8 settembre 2011

Ho come questa sensazione di galvanizzazione.
Galvanizzazione.
Non saprei dire precisamente cosa significhi, ma è certamente ciò che provo.
Il blu elettrico del mare, il sole forte che mi strizza gli occhi.
Gli scogli là in fondo che vanno su e giù.
L'imprevedibilità dell'onda che cresce.
La sensazione ridicola dell'acqua salata giù per la gola.
Il sale pizzica.
La voce di Lui che ride dicendo "chiudi la bocca, non ingoiare".
La pelle di Lei: tiepida, riposante.
Pluff, coff, eh!

Accipicchia che ridere oggi pomeriggio.
Il pomeriggio in cui ho imparato a nuotare (coi braccioli).


5 settembre 2011

Susibita, Papone e Magù stanno trascorrendo qualche giorno a scrocco in una ridente località di mare su cui Settembre si affaccia languido e pigro.
Fanno castelli, travasano sassolini, inzaccherano stuoie e guardano la luna sulla terrazza far capolino nel rosa del cielo .
Ora che è tranquilla e stacca la testa Susibita legge due libri (uno in spiaggia e l'altro a casa, perchè è a scrocco pure quello e non vuole rovinarlo), strizza capelli che sanno di sale, beve lunghi caffè in grandi mug colorate di rosso la mattina presto presto, quando gli altri ancora dormono; pensa a tante cose, alcune belle, altre un po' brutte, ma poi infila magliette che sanno di crema e allora pulisce con grande soddisfazione il fantastico piano lavoro della cucina, ascolta lontana la risacca del mare che lucida i ciottoli e respira l'ultima estate.
Magù ignudo piscia sulla sabbia, ruba rastrelli, offre formine, rincorre gelati, lecca sassi, si abbandona alla goduria di lasciarsi spalmare, ingoia acqua salata, sorride alla mamma, seppellisce il papà, manda bacini e impara il proprio nome.
Nelle ore più calde Susibita e Papone addormentano il pargolo, poi accendono i pc, scrivono o telefonano, leggono la posta e rispondono vendendo assaliti da una rapida ansia che svanisce subito passeggera perchè intanto è già pronto il caffè e perchè tanto siamo lontano da tutto e da tutti, e magari qui ci nascondiamo e non ci trovano più e viviamo così, in una casa con pesciolini di terracotta alle pareti e candeline accese tra le conchiglie, usando 2 spazzolini in 3 e un solo dentifricio che sa di Big Bubble e sopra c'ha scritto Cattivissimo Me, perchè quello dei grandi alla menta che pizzica ce lo siamo dimenticato.