27 febbraio 2016

mi alzo.

È un bellissimo giorno di pioggia.
Nella mia cucina la moka piccola e un toast sgranocchiato sul tavolo, la finestra aperta sulla valle madida.
Quando sono scesa dal treno, l'altra sera, è stata l'aria a colpirmi, profumava di buono.
Al mattino non smettevo più di guardare le colline, scrutare la riva per gli asparagi novelli.
Il cielo è la cosa che più diverge, rispetto alla città: quello su è quasi sempre fermo, questo qui invece è diverso da un minuto con l'altro, perchè le nuvole cambiano forma, posizione, colore.
Il cielo qui ha ritmo, danza.
Sono molto stanca, un pò confusa, e molto grata alla pioggia che mi fermerà.
Niente lezione, oggi, nessun programma.
Il mio bambino si è svegliato col sorriso, ho acceso la ceretta in bagno.
Un sacco di bulbi scintillano sul vialettto, arturazzo aveva una zecca grossa cosí. È per via del caldo, a fine febbraio.
Le mie paure le lascio marcire sotto l'acqua, magari ne vien fuori qualcosa di buono.
Vado a svegliarlo, gli carezzo la barba, lo bacio sugli occhi, le ciglia.
Mi alzo.



18 febbraio 2016

Pensieri post calidarium.

Cose che mi sono successe ultimamente.

1. Ho dormito in un cantiere polveroso con due uomini, almeno uno dei quali -a mia difesa- padre dei miei figli.

2. Ho lavorato alle 3 di notte.

3. Sono stata in un posto pieno di neve, che sembrava Rovaniemi in Finlandia, ma a due ore da casa.

4. Sono entrata in una spa da sola e mi ci son chiusa dentro per più di 1 h.
Palesemente rincoglionita dalla botta di vita, sono stata presa dalla bulimica smania di provare tutto tipica del principiante: bagno turco, sauna, 1 vasca d'acqua fredda, n. 4 docce psico-dinamo-aromatiche, percorso freddo-caldo per circolazione, 3 tisane, una quantità imbarazzante di mirtilli e banane secche, 2 mele verdi e svariate manciate di noci, fedele alla filosofia materna del quando paghi, già che paghi piglia tutto e sfondati.
Immersa nel calidarium innevato ho sentito piccolissimi aghi gelati trafiggermi il viso, avvertito il mio corpo minuto e imperfetto espandersi nell'universo acquatico, le gambe già radici, le braccia ormai rami.
A quel punto mi sono venute in mente un sacco di cose belle, tipo quant'era buono il minestrone al basilico di mia nonna nelle sere d'estate o come stavo bene certi notti delle medie tra le lenzuola di flanella, e mi bastava, per essere felice, avere il mattino dopo solo ore d'italiano, nessuna di matematica, e la prospettiva di un nuovo prestito libri in biblioteca.
Ero così felice,  distesa nella placenta calda e vaporosa della notte, che quando sono stata inopportunamente raggiunta da lui dell'età di mio padre ma con la panza e da lei della età mia ma con accento dell'est non ho nemmeno alzato il sopracciglio ("Grazie ammorre, per avermi portata in questo posto fantastico. Peccato solo per questa brutta nebbia." "E' vapore, tesoro." " Tu dici?" "...").
Nell'ottundente nirvana del vapore acqueo ho magnanimamente sancito un  Massì, amatevi quanto cazzo volete. Usatevi per un weekend o una vita intera. Trombatevi in verità o in menzogna, saziatevi di vita e costumi bagnati. Sposatevi e figliate. Fatevi le corna o immaginatele soltanto. Amatevi nella vecchiaia o nella futile banalità della fisica. Insomma fate un po' quel che vi pare. Io oggi vi benedico, figlioli: andate in pace.

Per qualcosa come 20 minuti quella sera ho avuto una pelle da ventenne.
Due ore dopo stavo accovacciata sul cesso in preda a una nausea devastante.

5. ho iscritto un tizio alla prima elementare, uno che vive con me. Mio figlio.

6. Ho chiamato i miei bimbi quei due là, lui mi ha sentito e ci è rimasto malissimo.
L'ho trovato triste-triste sulla tazza in bagno.
Mi fa: "Ci hai chiamati quei due là, t'ho sentita."
La vergogna nera.

7. Abbiamo letto Harry Potter ogni sera, riso tanto.

9. Hanno giocato in giardino per la prima volta fino al tramonto.

10. Abbiamo trovato i bulbi fioriti, stamattina, sul vialetto.

9 febbraio 2016

'sera.

Ore 19.00, in trasferta in Città Grande, pensando di essere sola in ufficio.


"Ciaoooo Nina, come stai Nina-del-mio-cuor? tutcho bene? mamma ti manca? macccììì amore mio, anche tu! Ti diverti con la nonna? e tuo fratello?? SI E' VESTITO DA PISELLO?  ma è meraviglioso amore mio! chissà che BEL PISELLO che era! massì mamma torna presto, certo che ti voglio bene. Pciù. smack. Ti voglio tanto bene amorino. Ma tanto, sai? mamma ti pensa sempre. A domani eh, mangia tutta la pappa e poi dritta a nanna! buona notte. Fai bei sogni d'oro. W I PISELLI, sììì!"

click.

"...bè, hem. Ciao allora, ci si vede domani, eh."
"..."
"..."
"Tu eri qui?"
"Già."
"Ottimo."
"...'sera..."
"...'sera."


2 febbraio 2016

6 (sei).

Volevo dirti, ora che sei lungo come una piccola lucertola, che non c'è in te più traccia alcuna della cicciosità dei 3 anni.
Volevo dirti, ora che a tratti mi trafigge la tua personalità dolcissima e nevrotica, acuta e fragile, buona e diffidente. Così maledettamente simile a cose già viste da allacciare piacere e paura insieme.

Volevo dirti che ti ho osservato, negli ultimi tempi, e devo dirti questo.
Che il rischio di sbagliare esiste: fattene una ragione prima possibile.
E' altrettanto ragionevole prevedere che anche tu sbaglierai, fallirai e cadrai rovinosamente col culetto a terra.
In questo caso tutto ciò che dovrai fare, figlio mio, è tornare indietro e ricominciare da capo.
So che nella tua testa pensi che succeda solo a te - è anche un mio pensiero fisso - ma credimi sono abbastanza certa di averlo visto capitare ad almeno un paio di adulti noti, e in diverse circostanze.
Ho notato che in quei momenti è utile avere qualcosa o qualcuno che ci ricorda chi siamo, quello che abbiamo fatto, le radici nostre dov'è che affondano, i rami nostri dov'è che tendono.
Per me lo fa quasi sempre tuo padre, altre tua nonna, la mia mamma: persone che mi amano e che mi schiaffeggiano la realtà in faccia, perché io non possa ignorarla. A volte lo ha fatto questo blog.
A te, se vuoi, posso ricordarlo io, nel caso tu qualche volta perda la bussola.
Così avrai sempre un punto di partenza a cui tornare, in caso di bisogno.

- sei quello che si commuove davanti alla pubblicità di savethechildren.
Per merito tuo adesso abbiamo un fratellino dall'altro capo del mondo.
Per colpa tua, invece,  perdiamo le ore su google Maps a esplorare i distretti di Than Bin in Vietnam e ne sappiamo un monte sull'agricoltura in Madagascar, perchè dall'Asia hai visto che potevi spostarti in là e ne hai voluto sapere di più sull'Africa. Poi hai scoperto Vasco da Gama e Colombo e a quel punto dovevo prepararti cena e mi sono un po' spazientita.

- sei quello che teme l'errore ed il giudizio e per questo - che peccato- non si butta.

- sei quello che quando ti butti, sei molto bravo invece.

- sei quello che costruisce con pochi elementi, disegna con linee essenziali e chiarissime, scrive fermo e leggero, senza calcare. Sei un fottuto minimal naturale, insomma.

- sei quello che ogni storia va bene, purché si legga.

- sei quello che ride a teatro, che non sale sul palco.

- sei quello che gioca in porta perché non ha voglia di correre.

- sei quello della spada laser in un pezzo del tubo d'irrigazione.

- sei quello strano, per i tuoi amici.

- sei quello buono, per i tuoi amici.

- sei quello che non conosce l'imbarazzo della tenerezza.

- sei quello che farà il cavaliere da grande.

- sei quello che ha paura delle scale al buio. Quello cui tua sorella dice "vabbè, vengo io.", tu le dai la mano e la segui.

- sei quello vegetariano.

- sei quello che ama gli hamburgher.

- sei quello che sognavo in un bambino.

- sei quello che temevo per il mio bambino.

- sei il pensiero più bello di tuo padre, ogni mattina di ogni benedetto giorno da quando sei nato.

- sei una creatura rara e splendente.

- sei un'isterico, come me.

- sei quello biondo, l'unico.

- sei un gran buon fratello.

- sei sincero.

- sei generoso.

- sei permalosissimo.

- sei quello che bacio di nascosto, la notte, scostandoti i capelli dal viso. Quello che rimango a fissare come la cosa più straordinaria che abbia fatto, dannazione a me.

- sei quello che il dono della leggerezza no, ecco: quello proprio no. Datti una calmata, diosanto.

- sei un essere estremamente pensante, logico e astratto allo stesso tempo. Sei un casino indecifrabile.

- sei quello che sbaglia, ma sa chiedere scusa.

- sei quello leale.

- sei quello che 6 anni e qualche ora fa quasi mi ammazzava, per come la vedo io.

- sei la più grande botta di culo che ci sia capitata nella vita.

Pensaci, quando perdi un po' la bussola.
Ok?