21 luglio 2016

Il giorno che tutti vorremmo, 2.

La mattina dommo tutta ttòtta, con i piedi sul cussino, nel letto di mamma.
Mamma si azza e dopo un pochino mi chiama, ma io dommo.
Mi chiama, ma io dommo.
Mi chiama, e io dommo sempe. Eheh.
Poi mi chiama e io dico "Un attimo, eh!": pecchè mi vengono i nevvi, quando mi chiama così, quella là.
Mamma mi dà il latte ma io vojo lo yogut, no il tè, i biccotti al zoccolato, la tovaglietta con le fagole.
Mamma dize "hai tempo 2 minuti per scegliere, poi tiro via tutto così domani mattina magari facciamo prima, che dici?", alloa io finicco il latte.
Se mi va fazzo la siocchina con mio fatello gande, lui dize "mi vuoi lasciare in pace?", io mi ttuficco e alloa gli dò una bella manata e quello mi dà un pissicotto.
Mamma manda mio fatello in bagno, io piango mottissimo pecchè ho un doloe enomme alla mia gambina: fosse muio ed è coppa di mio fatello, ma pima vado in bagno e lo picchio a modino, così impaa.

Davanti al canzello della ccuola mamma mi baza e mi viene da pianzere checchè lei se ne va.
La mattina zoco con i miei amizi macchi e con la mia amica Zulia femmina. Pendo tantissimi vemmi e li metto in savvo nei zeppugli.
Mi compotto motto bene e le maette mi amano.
Tutti mi adoano, checchè sono una bimba bava e non fazzo socchezze come Zulio, che è uno ttùpido.
Sulla macchina dommo sempe.
Quando mi vvejio mamma è al compute ma poi mi vede sugli ccàlini e dize "Ma buongiorno! hai ben dormito?", io divento un rotolino sulla panza di mamma che mi abbazza e sto lì per un bel pochinino.

Poi fazzo tante coshe:
Guaddo i cattoni.
Zoco con Attuino: gli metto la cuffia della bambolina ma Attuino gaffia e va via. Che ttupido.
Sono sempe nuda e vado nella pissinetta in zaddino: se ho feddo mi ttendo sul pavimento caddo oppue su mio fatello che è caddo anche lui, ma mobbido.
Mio fatello ha un pisello, io la patatina.
I piselli si possono tiae fotte, ma i fatelli fanno un sacco di ssene.

Mamma mi fa la dozza la notte. Ma non i capelli, eh.
Il mio amico P. ha un bennoccolo sulla fonte. Io avevo i pidocchi, ma fosse no.
Mamma ed io lezzamo una ttòia: Ccodinzolo, Apunzel, Capuzzetto Osso, Guizzino.
Mamma dize "adesso basta, spegniamo" e a me viene sete.
Dopo la sete mi viene pipì: mamma fa grgrgrgr coi denti, come i lupi.
Dento al mio lettino mamma mi fa gattachenìn* e mi baza sul collo da dieto, ma io non mi accorgo, checchè zà dommo.






*gattachenin > "Gratta schienìn" > "gratta la schiena": noiosissima operazione di leggera carezza in punta di dita, volta ad ottenere un più rapido addormentamento.




7 luglio 2016

il giorno che tutti vorremmo.

La mattina mi sveglio e vado sulla panchina in cucina, la mamma mi dà una ciotolina con latte e cereali e un bicchiere di succo.
Se invece non mi sveglio subito mamma mi bacia sul collo e sui capelli, io apro un occhio e la vedo che mi prende la mano e dice "vieni, che è pronta la colazione".
Se invece non si sveglia lei urla "corri, corri! ho spento la sveglia! siamo in ritardooo!" io corro a lavarmi i denti perché non voglio arrivare in ritardo al campo estivo.
Prima di scendere dalla macchina indosso la mia corona di cartone e divento un pirata, perché devo combattere quei fetenti dei miei compagni.
Mamma non vuole che li chiamo così ma -diamine- io sono un pirata.
Quando è ora di pranzo torna la mia mamma, io sono contento quando la vedo oltre la siepe della scuola e ci chiamiamo ridendo fino al cancello.
In macchina fa talmente caldo e mia sorella ha combattuto così a lungo per tutta la mattina che di solito si addormenta. Io e mamma stiamo attentissimi a non fare rumore e ci strizziamo l'occhio perché quando Nina dorme noi ce la sgodazziamo.

Mentre mamma prepara la tavola io faccio la doccia e poi ritorno sulla panchina con le mutande pulite e una canotta.
A pranzo la casa è tutta quasi buia ma freschissima e il sole si vede solo da dietro le finestre.
Mamma mi dà il melone e oggi una ricotta bianca bianca e dolce che ci ha portato un pastore che ha le pecore. Ho chiesto "come si chiamava?" "chi?" mi fa mamma - "la pecora" dico io, "ah pensavo il pastore" - mi fa lei.
Dopo pranzo gioco ai lego e me la sgodazzo ancora, perché mia sorella dorme e non me li schiaccia.
Quando Nina si sveglia guardiamo i cartoni o facciamo il libretto dell'estate e mamma gira per casa e ci dice "spegni", oppure "che bello!" oppure "gelatino?" oppure "ti dò tempo fino al 3" se parla con Nina.
Quando fa un po' meno caldo usciamo in giardino o vediamo i nostri amici.
Spesso sono amici di Nina, perché Nina è una bambina che piace molto ai suoi amici e allora ci chiamano per giocare, anche se lei fa finta di non riconoscerli.
Quando mamma dice "Nina, ha chiamato E., il tuo amico, dice se andiamo in piscina con lui più tardi!Vi va, bimbi?"
Io dico: "Sì mamma, che bello!"
Nina dice: "Chi è E.?"

Alla sera mamma ci lava di nuovo perché siamo sudici e sudati, e anche perché la nostra amica C. l'altro giorno aveva le lendini - che sono le uova dei pidocchi- allora mamma ci controlla i capelli come una pazza e le vengono gli occhi di un gufo.
Alla sera io salgo su nel mio letto alto e mamma apre le finestre perché così entra il fresco della notte.
A volte vediamo il mio pipistrello che ho chiamato Familla gironzolare attorno al lampione laggiù nel prato. Familla è molto simpatico e non è pericoloso, morde solo le zanzare.
Se Nina non dorme bisogna leggere la sua storia per prima e poi aspettare che finisca il capriccio, se invece casca sul cuscino come morta io e mamma ci facciamo l'occhiolino un'altra volta e poi ci leggiamo Harry Potter 2 La Camera dei Segreti perché io amo molto la magia e a undici anni me ne vado a Hogwarts. Non adesso, perché sono piccolo. A undici anni. Ma manca ancora tanto, dice mamma.

Quando la luce si spegne c'è la notte fuori coi gufi e la luna sopra le canne e se ci vai dentro, alle canne, dove sono più verdi, ci trovi i cinghiali.
Ma io non ci vado, perché già dormo.




4 luglio 2016

Certe notti.

Che Nina ha due topini sulla testa: le insegnano come trottare a cavallo, cenano facendo i capricci, guardano la tv quando a lei è proibito.

Che il Biondino racconta favole: recita libri, modula voce e parole, stecca di brutto e da grande vuole fare il cantante, chiede "sono stato bravo, mamma?"

Che ieri sera le colline erano rosa mentre scivolavate nel sonno, lungo la strada a curve.

Che mi sono stretta a te per 10 giorni e 10 notti ed è stato bellissimo, senza mai lasciarti.

Che son tornate le cicale e le finestre aperte sulla notte.

Solo questo conta.

Volevo dirvelo, per non sbagliarmi, poiché son stanca di sonno e temo i sogni quando il letto è vuoto, come stanotte ad esempio.