27 novembre 2011

Il mio tempo migliore

Ho deciso d'ignorare un paio di cosucce.
Ad esempio i ladri in casa, un vecchietto che mi si abbatte contro il culo della macchina e la distrugge, l'inps che mi vuole obbligare a rivedere il mio contratto, il servizio dati che si attiva  non so come sul cellualre e mi fa partire in meno di 12 h la ricarica da 25 euro che avevo appena fatto.
Le ultime settimane sono state un tantinello pesantucce, ma suppongo non ci si debba lamentare.
Facciamo la nostra parte nel mondo e non è certo delle peggiori.
Ho appena detto alla migliore amica al telefono: "Verranno tempi migliori". Lei mi fa: "Sembri mia madre".
C'ha ragione, cazzo.
Ma che vuol dire tempi migliori? Ma migliori de che? Ma chi l'ha detto poi?
Sentite un po' qui: lei mi ha appena telefonato da migliaia di km di distanza prima di andare a farsi un altro turno di lavoro la domenica sera alle 9. Lei era stanca, anche giù di morale credo, ma ha pazientato che mettessi il nano a letto ed è stata con me fino a 3 minuti prima d'infilarsi il cappotto ed uscire.
Sta per arrivare il Natale.
Un tempo era semplicemente bello. Non lo è stato sempre e non in assoluto, ma ci sono stati degli anni in cui lo è stato, e molto.
Soprattutto per via di noi ragazze che ce ne fregavamo di tutto e di tutti,  e ballavamo in cucina con le antisdrucciolo ai piedi e le tartine a cui facevamo le faccine.
Machissene dei genitori che non si sanno godere nulla, di quelli che avevano promesso sarebbero tornati e invece no, di quelli che non li vogliamo più, ma chissene del consumismo, machissene dei litigi in famiglia, noi ci siamo, siamo qui, balliamo. Ora, adesso. Passami un sottaceto che gli faccio pure il monosopracciglio.
Balliamo a 20 anni, a 25. Balliamo perchè c'è tempo, perchè tutto può cambiare già domani, balliamo perchè è solo una volta l'anno, balliamo perchè c'è la neve e sono caduta in motorino e ridevo per terra.
Balliamo perchè mi presenti il tuo nuovo ragazzo e io c'ho l'olio in testa siccome che m'hanno detto che li fa morbidi e lucidi, poi però ti servono 3 lavaggi per farlo andare via.
Balliamo perchè ho messo i brillantini. Per il pigiama nuovo. Perchè mi abbracci nella foto di ogni anno. Perchè andiamo un mese prima a copiare le idee dalle vetrine, facciamo le foto di nascosto e poi scappiamo via come sceme, come ladre pazze.
Ora il natale è un tetris tra le nostre vite, le prozie, famiglie separate nostrane o acquisite, e se ci sono io però non ci sei tu e non riusciamo a vederci tutte e senza una delle tre non è la stessa cosa, e quant'era più facile prima.
E' un tetris da 350 kilometri di autostrada senza teglia gialla fumante della nonna .
Però stasera mia cugina mi ha scritto per Natale.
Perchè conta tentare. Conta tantissimo. Recuperare qualcosa. Rimediare. Elaborare strategie alternative.
Perchè è già il nostro tempo migliore, e da sole e senza manco provarci non ha alcun senso.

22 novembre 2011

Possesed.

Una donna in preda all'ormone non ha il controllo delle proprie emozioni.
La malinconica melodia delle canzonicine bielorusse dello Zecchino d'Oro la gettano in uno stato di prostrazione, così al semaforo in diversi si chiederanno  a ragion veduta se la tizia in lacrime al volante sia normale oppure no.

Una donna in preda all'ormone è un'isterica a piede libero pronta a divorarsi chiunque si frapponga tra lei e il resto mondo.
E se lei fa una richiesta legittima all'assistenza telelfonica della banca, che le risolvessero il problema immanitinente e non si azzardassero a rispondere da cafoni perchè lei è nella giornata giusta per farli pentire di essere andati in ufficio quella stessa mattina.

Una donna in preda all'ormone ha una visione distorta della realtà.
"Perchè non mi hanno consegnato il documento che ho chiesto? Io volevo solo il mio documento."
"Abbiamo solo sbagliato a non venire prima, sai come sono nei posti pubblici. Adesso lo sappiamo e vedrai che domani venendo prima te lo danno."
"No, è solo una cospirazione, in realtà non vogliono darmelo."
"Non dire idiozie, è solo un caso, calmati."
"Ho visto come mi guardava quella: è che le ero antipatica, ecco cosa."
"Mi sembra tu stia esagerando la cosa, vedrai che era solo un'impressione. Tu fregatene se ti guarda male e domani ritorna a prendere quello che ti spetta."
"Non mi credi allora? Sei in combutta con loro. Siete proprio tutti uguali. Vi ho smascherati. Me tapina, me derelitta."


Una donna in preda all'ormone è  -fondalmentalmente- una stronza.
"Sto solo cercando di aiutarti"
"Non è vero. Cerchi solo di lenire i tuoi sensi di colpa perchè domani parti e mi smolli qui da sola come al solito col nano e ti si rivedrà solo a fine settimana."
"Questo è ingiusto, lo sai."
"Allora cosa sei ancora qui a fare? Vai, vai via, non ho bisogno di nessuno io, mi arrangio da sola."

Una donna in preda all'ormone ha tendenze autolesioniste in cui ama crogiolarsi.
Dunque sceglierà dalla propria libreria solo testi selezionati sulla base dell'indice di depressione che sono in grado di generare, quindi lemme lemme s'infilerà a letto con i Dubliners e passerà il resto della serata affacciata alla languida finestra con Eveline, peerchè solo lei può cogliere il suo grande, incompreso, dolore.

Una donna in preda all'ormone è bipolare.
 "Non te ne andare, scusa se ti ho trattato male prima. Ti voglio bene."
"Ok, non importa, vedrai che torno presto, ma tu stai tranquilla eh."
"Mi prendi per il culo? Che significa "presto"? Tornerai come sempre a fine settimana. Cosa significa "presto"?"
"Volevo dire che ci sentiremo sempre e i giorni passeranno più in fretta."
"In fretta? In fretta?? E come potrebbero passar più in fretta del tempo reale che impiegheranno a passare? Ti detesto, ti odio."
"Susi, guarda che poi ti penti, vuoi smetterla di trattarmi così?"
"Se te ne vai non so cosa ne sarà di me. Come puoi lasciarmi così?"


Una donna in preda all'ormone, a un certo punto, si ripiglia.
E chiede scusa, a tutti quanti.







14 novembre 2011

Una domanda

Tu che vai a dormire stringendo tra le mani i gusci vuoti delle chioccioline.
Tu che rubi il mio reggiseno dalla cassettiera, te lo avvolgi intorno alla testa e poi balli al centro del tappeto come un vecchio ubriacone russo deluso dalla Perestroika.
Tu che ti metti in posa marziale molleggiandoti sulle ginocchia mentre fendi l'aria vibrando colpi col cucchiaio.
Tu che all'asilo sei caduto dalla sedia e hai battuto l'occhio, ti abbiamo portato al pronto soccorso e dall'oculista ma non avevi nulla a parte che adesso c'hai un occhio che sembri Rocky Balboa. Tu che hai fatto tutto da solo.

Una domanda: ti sembri uno normale?


8 novembre 2011

Il numero sbagliato, la persona sbagliata, nel momento sbagliato.

"Buongiorno, parlo con la signora Ciampino?"
"No, qui di Ciampino manco l'ombra, sono Susibita e lei deve aver sbagliato numero."
"Ah capisco, mi scusi ma già che ci sono posso parlare anche con lei della nostra favolosa offerta."
"Detesto queste subdole tecniche di marketing spicciolo, la sua azienda non riesce a inventarsi di meglio?"
"Chi è il suo fornitore di energia elettrica se posso chiederglielo?"
"Detesto anche che vi costringano a fingere di ignorare le mie provocazioni."
"Lei potrebbe arrivare a risparmiare fino al 10% di energia elettrica perchè noi usiamo fonti rinnovabili ed è per questo che costiamo meno."
"Quindi posso andare sul vostro sito e verificare la cosa. Bene, interessante, arrivederci."
"No, il 10% di riduzione è un'occasione che le sto offrendo con questa telefonata, stiamo chiamando tutti i residenti del Paesino in Culo Ai Lombrichi, ma solo per oggi."
"Quindi è un'offerta, solo un 'offerta. Cosa c'azzecca il risparmio per via delle fonti rinnovabili? Mi scusi ma non cerchi di confondere le cose, sono ben diverse."
"Bhè...ma... l'energia è un mercato libero sa...lei può decidere di scegliere il fornitore più conveniente...il mercato libero è..."
"So benissimo cos'è il mercato libero."
"E' l'offerta del giorno."
"Tadàà. Beccata. Che sfortuna, penso proprio di non avere intenzione di prendere questa decisione nel corso della telefonata. Mi riservo d'informarmi per mio conto e la ringrazio. "
"Comunque il mercato è libero."
"I vostri piani marketing lasciano alquanto a desiderare."
"Lei è stata molto cortese, le auguro una buona giornata arrivederci"
"Anche a lei, buongiorno."

Mi dispiace, anonima telefonista che hai chiamato con aria un po' saputella e rigorosamente devota alle linee marketing del tuo caposquadra.
Magari ti sottopagano pure e sei precaria e ti fa schifo quello che fai, e io sono stata molto acida e un po' mi dispiace.
Ma tu non mi devi rompere i maroni quando ho 3 ore scarse di sonno sul groppone e per questo ce li ho già girati.
Tu devi imparare a capire con chi hai a che fare dall'altra parte della cornetta, e scegliere se usare i soliti mezzucci da basso marketing che m'irritano ulteriormente,  o ripiegare in ritirata prima che sia troppo tardi.








4 novembre 2011

Oggi c'era una mamma.
Il suo bambino non voleva bere, nè mangiare, nè giocare. Voleva solo stare in braccio a lei.
Lei cercava di calmarlo, distrarlo coi giochi, i colori, le costruzioni e con you tube.
Qualche volta l'ha fatto ridere, quelle in cui ha provato ad addormentarlo non si contano.
Lo ha pregato di non continuare a piangere perchè le stava spaccando la testa, ha urlato che anche lei era stanca e stava poco bene e in fin dei conti si sentiva un po' a pezzi.
Ha preparato un pastina con la zucca e il formaggino, e due volte l' aerosol.
A un certo punto ha detto che basta, lei non ce la faceva più, voleva mangiare sì o no? voleva bere sì o no? voleva ubbidire sì o no? come quelle mamme ceh vedi dall'esterno e pensi "io non sarò mai così, io non farò mai così".
Ha aspettato un'ora nell'androne di un medico.
Ha cantato per lui e fatto cucù da dietro un libro.
Quando lui, infine stremato, si è addormentato, ha guardato il movimento del suo toracino su-e-giù, su-e-giù col sottofondo catarroso tipico del bronco impestato e ha pensato che per quel corpicino lì lei sarebbe capace di tutto. Di vendersi, di ammazzare.
Ha pianto quando ha sentito di Genova e non è riuscita a pensare a molto altro e allora ha cercato  di scuotere tutto via dalla testa perchè le faceva male dentro.
Per fargli prendere l'antibiotico lo ha messo nel succo di cui è goloso, ha inventato trenini e locomotive, ha fatto cin-cin, lo ha distratto col telelfono.
Alla fine, esasperata, ha usato la pompetta della siringa e gliel'ha sparato in gola mentre lui si torceva.

Lei ora non sa cosa pensare di sè stessa, un minuto si giudica molto severamente e quello dopo indulge nell'autocommiserazione.
Aveva bisogno di scrivere questo post per parlare un po' a tu per tu con la propria coscienza.
Adesso è stanca, molto stanca e non se la sente -vile- di guardare un altro tg.
Stanotte non dorme da sola, perchè non sta tranquilla a saperlo nell'altra stanza, vuole tenerlo monitorato, potrebbe aver bisogno di me, non voglio che abbia paura, dice lei.