26 agosto 2011

Non abbandonateci. Un appello agli amici senza figli.

Mi ha scritto un'amica.
Dice che è stata a casa di amici, dice che erano tre coppie di cui 2 su 3 in attesa.
Dice che tutte le sue più care amiche ormai o sono incinte o hanno già figli.
Dice che comincia a sentirsi un po' un pesce fuor d'acqua e che fonderà un gruppo Fb "30 odds and childless".

Volevo dirle che la capisco.
Volevo dirle che quando sono rimasta incinta io di amiche incinte non ne avevo.
A 29 anni.
E' strano, se ci pensi. 29 anni mica son pochi per fare un figlio, no?
No dico, ci vorrebbe tutta a dire che non è un'età più che plausibile.
Eppure il deserto dei tartari, c'era.
Tralasciamo le ragioni sociologiche del fenomeno, il precariato a vita, l'eterna scolarizzazione, i contratti di stage e pure la sindrome di Carry Bradshaw.

A suo tempo per me la cosa fu un problema non indifferente e la ragione principale per cui andai a cercare nuovi contatti nel mondo blog.
Nessuno cui chiedere:
"Anche i vostri amici raccontano delle loro favolose vacanze in coppia liberi come le mutande mentre voi vi fiondate a molla a vomitare sul water?"
O anche:
"Pure voi avete perso la visibilità dei vostri piedi sotto la doccia?"
Oltre a:
"E' proprio necessario che stiamo qui tutte in cerchio come alcooliste anonime ad esercitare l'elasticità del perineo? Posso uscire? Eh? Posso?"
E dopo:
"Oh cazzo ha cagato verde, che significa??"
Insieme a:
"A.A.A. affittasi lattante. P.S. Massima serietà, pagamento in contanti."

Cercate di capire, non è semplice proprio per una mazza.
Ed è per questo che vi lancio un appello: non abbandonateci.
Perchè si può avere figli e non voler necessariamente parlare solo di parti e otiti.
Perchè abbiamo tanto, tantissimo da dire anche di politica, musica, religione, cucina mediterranea e giardinaggio.
Non necessariamente in quest'ordine e non necessariamente con cognizione di causa, ma ci sforzeremo. Un po' come tutti.
Perchè potete invitarci fuori lo stesso, non siamo contagiosi. Nostro figlio per la maggior parte dei casi sì, ma noi no.
Magari vi chiederemo di scegliere quel tavolino lì fuori, un po' più tranquillo, o andremo via un po' prima del solito ma -davvero - saremo d'ottima compagnia.
Al massimo potremo giusto tentare un paio di volte di scappare dalla porta sul retro e smollarvi il nano - così - tanto per provare il brivido dell'ebrezza.
...
Scherzavo, hihi.
Ve la siete fatta sotto, eh?

Ahem, dicevo.
Perchè se non ce lo fate capire voi con uno svogliato "ah, sì...hem...carino, lui..." noi capace che andiamo avanti tutta la sera a farvi vedere sul telefonino le foto del pargolo al mare, in montagna, nel lettino, sulla sdraio, all'asilo, dai nonni, sulla tazza, nel lavabo.
Per favore fermateci.
Non abbiate pietà, fermateci.
Perchè abbiamo bisogno di voi per renderci conto che una serata al ristorante non è solo "Scusate, mi coprite gli gnocchi che mi stanno in caldo? Amore vieni fuori da sotto quel tavolo, in che senso CAC-CCA?".
Ma anche, ad esempio: del buon vino, programmare cosa fare la domenica, ripromettersi di dormire fino alle 11, cosa c'è fuori al cinema?
Perchè voi siete una benedizione che ogni giorno ci ricorda ciò che siamo sempre stati e che vogliamo continuare ad essere: il lavoro e gli amici, i viaggi che sogniamo, le grandi passioni, un ottimo libro che non finisca in rima (cucciolino, tesorino, fai la nanna, saccottino...), un ragazzo che ci taccheggi sulla spiaggia, 1 ora a pettegolare al telefono mentre facciamo la ceretta o il semplice saltarsi addosso anche di giorno e in cucina.

Per tutto questo e perchè quando sarà il vostro turno non vi diremo "te l'avevo detto".
Non abbandonateci, vi prego.

25 agosto 2011

Al banco del pesce

Lei è una signora che si dà un certo tono, anche ora che sta in fila col tailleur di lino, il sandalo di cuoio, le unghie pittate e il capello cotonato.
Una di quelle che stanno attente alla linea, comprano cosmetici naturali e fanno cure termali bio-ayurvedico-rigeneranti due volte l'anno.
Una di quelle abituate a sentirsi dire "Cava ma che dici, non li dimostvi affatto."
Una che sta sui 50 ma che si compiace di far credere che invece è sui 40.


"Gno-gna?".
"...". Gelo.
"Gnogna??".
"...". Tremolìo del labbro inferiore.
"Gno-gna!! AH-ah!!"
Ditino grassoccio puntato.


Lei voleva solo fare la spesa.
Ora è una donna distrutta.

23 agosto 2011

E risuona il mio barbarico Gaku sopra i tetti del mondo*.

-Waltù-

* dicesi placeholder o "tecnica del ce sto a provà", ovvero "come intrattenere inutilmente i tuoi lettori non avendo energie per scrivere le molte cose che hai nella testolina e che sono immobilizzate dalla calura".

20 agosto 2011

Non sappiamo che genere di creatura sia.
Di quale regno o famiglia faccia parte.
Io ancora non sono riuscita ad avvistarlo.

Sappiamo solo che si chiama Gaaku.
E che vive nel nostro televisore.
Magù ne è certo.

14 agosto 2011

Indovinello

Chi e' l'animale che lavora a ferragosto?
Chi ha bucato la ruota di notte in campagna?
Chi ha ridotto la sua prospettiva di mare da 2 gg a 1 gg e mezzo?
Chi ha il braccio gremato?
Quale gatto e'risultato immunodepresso?
Chi si sente molto privilegiato ma anche un tantinello sfigato?
Chi non ha tempo di scrivere un post serio e fa indovinelli idioti?


P.s. Le risposte rovesciate sono in fondo pagina.