11 novembre 2009

Collin - 18.10.09

L'ultimo quarto d'ora di lezione è dedicato al rilassamento e alla respirazione.
Si svolge in una pentola a vapore nella quale veniamo infilate per lenta ed inesorabile cottura.
Malcapitati compagni di vasca sono i bambini, generalmente uno-due-trenni con rispettive prosciugatissime madri.
Da un paio di settimane a questa parte, ci sono due bambini in più.
Non hanno una mamma, ma due gentili e dolcissime volontarie che li fanno salire sul tappetino galleggiante e li coprono con gli accappatoi di Winnie The Pooh quando escono dall'acqua.
Vengono da qualche paese di quella splendida e tragica terra che è l'Africa, non so con precisione da dove.
Sono bellissimi.

“...ma che cosa ci hai in testa?”
“Una cuffia, come te.”
Hihi, ridacchia.
“Non è che tu sia molto più bello, sai?”
Hehe, ridacchia anche di più.
Te come ti chiami?”
“Susi”
“Allora te sei Susi?”
“No, mi chiamo soltanto così, ma in realtà sono Paris Hilton...
Chediavolo! Certo che sono Susi, te l'ho appena detto! E tu? Come ti chiami?”
“Io sono Collin”.

Ride, Collin.
E se mi dice ancora una parolina soltanto finisce che me lo porto a casa.
Così diventa il fratellino maggiore di Lenticchia.
E non perchè io abbia bisogno di sfogare una maternità repressa, semmai sto cercando di reprimere la mia non-maternità fin troppo espressa. O viceversa esprimere la mia maternità inespressa.
Insomma io non c'entro niente, manco mi piacciono i bambini, a me.
Però mi piacciono le cose “da bambini”: mi piace cantare, disegnare, ballare anche quando è inopportuno, mangiare con le mani, mi piace leggere Topolino e adoro visceralmente il Natale.
Forse questo potrebbe bastare. Forse potrei fare queste cose insieme a Lenticchia e Collin.
Perchè Collin è da solo, su quella stuoia galleggiante, e intorno fa acqua da tutte le parti.
Perchè qualcuno gli ha detto di no troppo presto.
Perchè qualcuno che non poteva o non voleva gli ha detto o dovuto dire no senza poterlo conoscere. Senza vederlo nuotare.
Perchè - dicono - è un ultimo tra gli ultimi, ma nessuno si era preso la briga di dirgli che era una gara.

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