30 dicembre 2010

L'importante è crederci.


Il 2011 secondo il Pappee:


"Hai visto in giro i miei calzini?"
"Sì, certo: sono tutti perfettamente appaiati e non infeltriti nel tuo cassetto"

"Ma questi numeri nuovi in rubrica...?"
"Chi? oh, dici questi 10? Tranquillo, giusto qualche clientuccio nuovo per arrotondare a fine anno, o mio guru."

"Mmm, che profumino...!"
"Dici, tesoruccio? Ho fatto solo un paio di lasagnucce, qualche tortino di patate e sasizza, 3 teglie di tiramisù e insaccato una kilettata di cinghiale. Così, mi avanzava giusto un quarto d'ora, sai com'è..."

"Domani vado a fare la spesa"
"Oh no-no, non ce n'è bisogno amorino, già fatto. Mancavano solo 3 confezioni di pannozzi prima che finissero le scorte, sai bene che non mi piace rischiare..."

"Oh toh! Un completino di pizzo nuovo di pacca."


Il 2011 secondo Googhi:



Il 2011 secondo l'Arturo:



Il 2011 secondo Magù:

"Ggggaaaa" (Càppita, che bello quetto mio telefono veo che funsiona, popio qui vizino al mio lettino mio-mio-tutto-mio)

"Babbubbaaaaa" (Fantatticooo...tutto ziorno appizzicato a mamma, tutto tutto ma popio tuuuutto il ziorno...!)

"Wwuiiiiii!!!" (Wow, banane...banane dappettutto...)


Il 2011 secondo Susibita:

RONF. RONF- RONF.
Gir. Gir. Rigir. (si rigira).
STRARONF.

21 dicembre 2010

Scaletta festaiola (?)

24 (sera).
Sottotitolo: Il mio geriatrico Natale - parte I

Cena a casa di Bisnonna Profondo sud.
Pesce, chiaramente.
Un classico nella tradizione della metà terronica della famiglia.
Capo-chef della serata: Bisnonna Profondo Sud, a seguire scarso contributo di Susibita e Cugina loro malgrado reclutate in mancanza della terza cugina tradizionalmente addetta (e adatta) ai fornelli.
[n.b. Noi eravamo quelle delle tartine, ruolo conferitoci all'età di 8 anni. Nel ventennio successivo non sono pervenuti avanzamenti di grado. Chiedetevi pure perchè, non ci offendiamo.]
Quindi per tirare le somme della serata vediamo...gli 88 della nonna + i 10 mesi di Magù + i 30 e dintorni del Pappee e cugini ...bhè, non siamo poi così geriatrici.
D'altra parte i miei 20 e dintorni abbassano nettamente la media... (gh-gh-gh...!)


25 (pranzo).
Sottotitolo: Il mio geriatrico Natale - parte II

Dalla prozia.
Allora, qui le cose stanno più o meno così: quando Susibita ha realizzato che la preparazione dell'intero pranzo natalizio sarebbe ricaduta su di lei e su lei soltanto, la prima cosa che ha fatto, subito dopo aver valutato le opzioni "piuttosto mi brucio con le lucine dell'albero" e "chissà se riesco a impiccarmi col babbo natale scalatore" è stata affrontare la verità con sereno senso di responsabilità.
Quindi ha preso un bel sospiro, si è seduta tranquilla al computer e ha digitato:
"AIUTO!!! MENU DI NATALE SEMPLICE E VELOCISSIMO, VI PREGO..."

Quindi nulla, se tutto va bene cercherà di venirne in qualche modo a capo con questo.

Poi nel pomeriggio Susibita, il Pappee, Magù e l'Arturazzo si metterano in macchina, intoneranno Piva Piva l'oli d'uliva per farsi coraggio nell'affrontare le solitarie autostrade italiane e infine guingeranno in serata a casa di Nonna Oroscopo dove, finalmente, qualcuno cucinerà per loro, com'è giusto che sia, mentre Susibita potrà finalmente dedicarsi a cambiare i cd di Natale, rubacchiare dalla tavola imbandita e slurpare il fondo delle pentole o anche il minipimer.

19 dicembre 2010

Scenari famigliari

La strana città - ore 12.30 circa
Interno casa di normo-madre (non facciamo nomi ma, tipo, mia sorella)

Rumore di piatti, tazzine di caffè nel lavabo.
Il caos mediamente diffuso di un sabato mattina.
Un bambino (bellissimo, non potete capire quanto. Dicono, tra l’altro, mi somigli…) che rognola.
Un papà, dolcissimo, che coccola.
Una mamma che pulisce le verdure.
La finestra aperta, il letto disfatto.
Le verdure pulite, mondate, tagliate fini che manco un esercito di Umpa Lumpa.
Qualcuno si ricorda di far bollire l’acqua.
Un telefono che squilla, è tua madre.
Qualcuno si ricorda di mettere a cuocere le verdure.
Eccheppalle! dice se già che ci siamo passiamo al super prima di andare da lei.
La lavatrice ha finito: chi stende?
E tu dille che non facciamo in tempo.
Oddio, ricordati di segnare i pannozzini, sennò li finiamo.
Allora ci passiamo comunque, dai.
Qualcuno si ricorda di prendere la pastina e farla cuocere.
Un settimanale femminile sul mobile del bagno, bell’articolo su Qualcosa d’Interessante.
Qualcuno si ricorda di cambiare il bambino.
Sposta le cose della colazione e pure lo stenditoio, dai, che apparecchiamo.
Piattino, bavaglino e biberon.
Vellutata di carote e patate: cremosa, profumata, bella.
L’arte di rendere squisito un passato di verdure.

Una Taverna - ore 12.30 circa
Interno “casa” di psycho-madre (non facciamo nomi ma, tipo, a caso, Susibita)

Rumore di dita sulla tastiera, tazze della colazione nel lavabo.
Il caos abituale, democraticamente diffuso in ogni angolo della casa.
Tracce di pastina sotto il tavolo.
Gatto peloso e ciccione che passa, le annusa un po’ schifato, va oltre.
Letto disfatto, un Topolino del ‘94 tra le lenzuola.
Ma cos’è che stai facendo?
Pentolino sul fuoco.
Come "che sto facendo"? Mi hai detto di provare a resettare tutto e poi riaggiornare: faccio quello, no?
Un telefono squilla. E’ tua madre.
No, dicevo sul gas, che è sto odore che si sente?
Dice che Magù è pronto, c’ha fame e di andare su a prenderlo che lei deve fare il cappone.
Ok, ora vado. Ma sto odore quindi?
Arturazzo scendi dal tavolo.
Sniff. Sniffff.
Allora io salgo…
Cazzarola il riso del Magù…!! Merda è andato…no, aspetta, forse sopra no, magari se non gratto il fondo…
-------------
Ecoolooo!! Ecco Mr Magùù…evvai! Ma che è, Magù? che c’hai con quella faccia?
Qualcuno l’ha cambiato dopo stamattina?
No-no, ntch-ntch, Mr Magù… non piangere, c’hai fame?! Petta che qui c’è stato un problemino da nulla, ‘na quisquiglia, ora mamma mette a posto tutto eh…
Tu lo sai che ci rimane 1 solo panozzino, vero?
Ma non possiamo dargli qualcosa da sgranocchiare nel frattempo, che ne so… vediamo…

toh!


Si può essere famiglia in tanti modi diversi ed è un po’ come una ricetta tutta a sé, come mescolare gli stessi ingredienti ma in modo sempre diverso.
Ognuno di noi ha il proprio segreto in cucina, la carta a sorpresa che cambia il gioco delle cose: il talento, l’ attenzione per i dettagli, l’amore.

Personalmente io, hem… c’ho il cappone (l'osso di).

16 dicembre 2010

Quando la nonna ti da buca

Quando la nonna ti da buca e hai un appuntamento di lavoro pensi "Ok, niente panico, chiamo la zia".
Quando anche la zia ti da buca pensi "Calma, calma, ci sarà la suocera di mia sorella".
Quando lui ti dice: "No, la suocera di tua sorella è da tua sorella" mentre una gocciolina di sudore gli cade lenta dalla fronte, tu dai prova di freddo self-controll e dici:"oddiooddio lo sapevo sarebbe successo ma non pensavo proprio oggi, fermiamo quel tizio che sta passando per strada e chiediamogli se ha un paio di ore libere, no, non quello coi baffetti, non mi fido dei baffetti, dico quello dietro, col panciotto e l'aria da babbo natale, mi sembra perfetto, fa proprio al caso nostro. Ma come "no sei pazza"? ti prego-tiprego non oggi! com'è potuto accadere??
Ho deciso: metto in cambio all'asta un rene".
Quando non c'è altra via d'uscita andate all'appuntamento.
In 3.

"Cariiiissima..! Ma che piacere rivederti...sai, la tata ha avuto un brutto incidente proprio venendo da noi, non abbiamo potuto fare altrimenti..."

"Quindi ti piace? Sì, in effetti è un'idea nostra. Sai noi ci teniamo, curiamo molto l'aspetto dei contenuti-iiicccheschifo!!!...scusa, che ce l'hai un fazzoletto?! Bleah!!"

"Certo, non dimentichiamo l'importanza del brand blablabla ...l'usabilità... il vostro core-businness...blablabla...va da sè che ci vuole un tool ad hoc...dai, piglia la Gelsomina, vedi che sennò piange...ma se ti dico che sta là, nella tasca esterna, ce l'ho messa stamattina..scusa eh, dicevamo, basta customizzare... ah no, aspetta, prova a cercare nella cerniera laterale..."

...Mma-Mmaa-Mmaaamma...

"Sì, è una questione di partership allora, capisco...il ciuccino, il ciuccino!! Vah che gli è cascato a terra, che schifo, dove hai detto che sta il bagno?"

"Si può abbassare un po' il riscaldamento? c'è'na caldazza qui che pare i tropici... poi sai mi si sveste e fuori ghiaccia... dentro-fuori dentro-fuori l'ultima volta m'è stato male."

"Senti ma il fermacarte con la mucchina era il regalo di qualcuno importante?"

Ho una vocina dentro che mi sussura, neanche troppo piano: "HAI BISOGNO DI UN NIDO".

P.S. Come l'appuntamento possa essere andato bene e il progetto avviato è uno dei grandi punti interrogativi dell'universo, come i misteri di Fatima, le forme nei campi di grano, le false predizioni maya o perchè Puffetta sia l'unica donna del Puff-Villaggio, fatta eccezzione per Puffo Vanitoso che è chiaramente gay.

13 dicembre 2010

Vuoto e pieno

C'è che a volte la vita ti parla proprio in un giorno in cui ti senti vuota vuota.
[Io a volte mi sento vuota come una ciabattina.
Cosa c'è di più vuoto di una ciabattina quando è vuota?
Dico: ti ci aspetteresti dentro il piedino che la animi e invece è proprio vuota. Piena di vuoto: impressionante, se ci pensi.]

Comunque anche a piedi scalzi senza ciabattine oggi io la mia vita l'ho ascoltata.
E mi ha detto più o meno così:


RI-PI-GLIA-TI.

Allora mi sono fatta pane e marmellata, come quando avevo 8 anni, e l'emergenza è un po' rientrata.

p.s. stasera Magù ghignava pancia a terra perchè lanciavo mandarini in aria.
Una cosa che mi ha resa orgogliosa di lui, felice. Piena piena.

9 dicembre 2010

"E' che il tuo primo Natale me lo immaginavo diverso...tipo, sai, tutta la famiglia, tuo cugino, le cose che non ho potuto fare l'anno scorso..."
"Ma lei è da sola, lo sai. Non c'è modo..."
"Lo so, lo so. Non potrei mai andarmene, no davvero...non c'è altra soluzione, non la lascerei mai da sola. Tutto è rinuciabile, se ci pensi."
"Quindi dove sta il problema?"
"No, vabbhè, problemi non ci sono...è che io...mi dispiace, ecco...non c'è proprio altra soluzione, eh?"
"E lo chiedi a me? Cosa ne so io? C'ho solo 10 mesi, Mà..."
"Ah sì, giusto. Scusa, hai ragione pure tu, è che nella mia immaginazione tu parli, ragioni..."
"Perchè? Perchè mamma? Perchè nella tua immaginazione?"
"Perchè a volte penso che le mie parole ti potranno spiegare, ma sarà dalle mie azioni che imparerai. Perchè un giorno mi chiederai di renderti conto.
So che lo farai, sarà giusto quando lo farai.
Perchè mi avrai osservata a lungo, perchè sarà passato del tempo e tu avrai assorbito, archiviato, gettato via e ripreso in mano tante cose, tante parole, tante storie.
Perchè pretenderai una cosa difficilissima che ho paura di non saperti dare."
"Cosa?"
"La coerenza."

Cos'è che chiamiamo Amore?
C'è amore solo quando fai una cosa che non ti va ma gioisci del solo bene che c'è nel farla?
E non c'è, ovvio, Susibita cattiva, quando è mischiata col senso di colpa ed è un impasto che fa troppi grumi.
Non c'è quando già ti manca quello cui ancora non hai rinunciato?
Che razza di amore insegni, Susibita?
O c'è invece, l'amore, quando fai una cosa che non vorresti dover fare ma la fai lo stesso perchè dentro di te sai che c'è molto di più, a Natale, che non tartine geleè e christhmas carrols allo stereo?
C'è amore quando lo fai benchè desideri altro?

"Forse c'è amore proprio perchè lo fai, punto e basta.
Nonostante
il fatto di sognare altro..."
"Già, forse."

Ho un bambino molto saggio.
Avere a che fare con me invece è più complicato di un sudoku di 5° livello.
Io mi faccio mal di testa da sola.

2 dicembre 2010

Ti presento la tua famiglia - parte I : la pro-prozia.

"Ciao, zia! Ecco qui, ti ho portato un po' di spesa..."
"E 'l tuus?? ndual'è che l'è?" ( trad.: "e quel santo marmocchietto del mio propronipotino - tu madre degenere e sconsiderata- dove l'hai smollato?")
"A casa, con la nonna..."
"Ah, brava. Portal mia scià d'i volt che gha tachi l'influenza..." (brava nipotina mia adorata, tu sì che sei saggia: sia mai che gli appiccico l'influenza...)
"Zia, ma tu non hai l'influenza. Tu sei sopravvissuta a un embolo che avrebbe stroncato un cavallo, è una cosa un po' diversa".
"Cus'è? Ta ghet l'influenza?? Susi ma ven mia scià che ta me la tachet!" (Che?? hai preso l'influenza?? eccheddiavolo ci fai qui ??? allora vuoi proprio appiccicarmela)
"..."

Caro Magù, questa è la tua pro-prozia, classe 1914.
Le hanno gufato di ogni fino a un mese fa ma lei gliel'ha messa nel sacchetto a tutti.
La zia ama le coperte pesanti sulle gambe, lo zucchero a cucchiaini (!!), la pasta al ragù e la casa pulita.
Appena uscita dal coma farmacologico si è guardata in giro sospettosa e ha decretato: "Chi chinscì a me rembabissan...vemm a cà?" (attenzione, gente, qui mi stanno rincoglionendo... a questo proposito: 'ndiamo a casa?!)
La zia amava suo marito e non può mai dimenticarlo.
La zia non ha figli e dice che non ne ha mai voluti ma io credo menta a sé stessa.
La zia ama visceralmente me, mia sorella e, adesso, sopra ogni cosa al mondo, i suoi pro-pronipotini.