31 gennaio 2011

365 giorni e qualche ora fa.

“Sicura? tutto ok?”
“Certo, ho tutto sotto controllo. Passami quella roba rotonda vah, la palla gigante, ecco. “
“Meglio?”
“Oioioi, u-iai-iai…porcapaletta…toglimi sta palla dai piedi, dai…puff-puff, pant-pant. La corda, ecco. Mi appendo alla corda”
“Mmm, Susi…sei sicura? Non mi sembra una buona idea.”
“Adesso salta fuori che mi vorresti anche dire come devo fare? Non ti sembra un po’ tardi? E poi una donna sa certe cose per istinto, trova la sua naturale posizione da sola…aahi, uuuhhi, oohhi…oh-no-no-no.…Ma chi è quell’imbecille che ha messo di mezzo sta corda??”
“…”
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.AAAAHHHHH.
“Che è? Che è stato? Hai sentito anche tu? E’ quella accanto vero? E’ quella della stanza accanto???”
“Mmm, nooo…non mi pare…forse solo un’infermiera che è scivolata su una buccia di banana…”
“Oddiodiodio, nonono… non ti sembra la stiano scuoiando??…io no eh…! Andiamo via, forse sono ancora in tempo...”
“Susi, non agitarti, ricordi cosa ti dicevano al corso? Ognuna fa a sé: quindi niente panico.”
“No, certo.

… FATEMI SCENDERE! FATEMI SCENDEREEEE!!”
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“Ok, cominciamo a giocare seriamente signora: mi raccomando stia calma, va tuuuuutto bene”
“GGGHH…EEE…MMMMB…taglià! taglià!taglià!!!”
“Come scusi? Non capisco…”
“Hem, credo stia chiedendo un cesareo d’urgenza…”
“Di già? Ma cara, ma non ci sono i presupposti, non possiamo: lei è perfettamente in grado di partorire questo bambino naturalmente.”
“’...????...
TAGLIA’! ‘TAGLIA’! ‘TAGLIA’!”
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AAAAHHH. Uuèèèèèèèè….

“Puuff…pant…Che è? Pupuff….E’ quella accanto, vero? Ha finito, pantpant… quella stronza ha finito…”
“Suvvia cara, non dica così. Manca poco anche a lei, sa? Dai-dai, un’oretta ancora e ce la caviamo.”
“Quanto? QUANTOOO???? …….
……..
TAGLIA’!TAGLIA’!TAGLIA’!”

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“Se solo lei non si agitasse in questo modo…coraggio…cerchi di stare calma…”
“Nn cc pssa!!! Mtmatco!!!”
“Scusi?”
“Hem, sostiene che non ci passa, che la cosa è…hem…matematica.”
“Aahh, cara la mia signora! Ci passa eccome, glielo assicuro…hehe..ci passa, ci passa...”
“Mavaffnclo.”
“Come scusi?”

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“Spinga! spinga adesso che ci siamo!”
“AAAAFFFFF!!!!!!!!!!!!!PPPPPPPFFFFFFFFFFFFFFFF!!!”
“…eee…eccolooo!!!”
“Oh Susi, lui è…oh Susi…”
“…”
“Molto bene, signora…tutto ok? Come sta? Signora, risponda qualcosa. Signoraa???”

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Freddo. Tanto freddo.
E tu? Perché mi guardi così? Cos’hai lì in braccio?
Ah. Ecco cosa.
Uh. Caldino.
Io non sento nulla a parte sto freddo cane, chissà se è normale.

Ciao. Io sono Susi.
Posso svenire, adesso?
Posso?

E questo è quanto.
La sola scritta SALA PARTO mi causa tuttora tic nevrotici condizionati.
Alla parola fratellino o sorellina comincio ad avvertire un fastidioso prurito, mi riempio di bollicine e gli occhi roteano in direzioni opposte.
Non c’è paragone tra la notte di un anno fa e quest’ultima in cui ti ho messo a letto nel tuo pigiamino, hai preso sonno quasi subito e noi ci siamo guardati Zoolander svaccati sul divano.
Ma c’è questa cosa, sai, che non so definire.
Come una dolcezza struggente, come sentirsi più nudi che mai.
Deboli, di fronte a te.
Esposti enormemente a una cosa tanto più grande.
Come il terrore ed il coraggio, ma presi insieme.
Come tutti gli amori, tutti insieme.
E insieme moltiplicati tra loro: una, dieci, cento volte.

Non mi passerà mai, lo so.

26 gennaio 2011

Piccolo, bianco e solo

Se ne sta lì, in mezzo a tutto quel mare rosa.
Neanche sa cosa ci sta a fare.
Però ogni giorno si fa meno timido e guarda un po' più in su.
Dicono sia carinissimo, ma ancora non l'ho visto.

Mi fa sorridere, lui, in tutto il caos di questi giorni: io che non sto dietro al lavoro, dimentico gli appuntamenti, mi risollevo al volo, ho finito i pannolini, gli esami della nonna da ritirare, non mi funziona il bancomat, sono stanca, tanto stanca, alla radio dicono "bunga bunga" e in tv parlano di donne.
Ma che ne sanno loro, mi dico io.
Di cos'è una donna. Cosa significa.

Mi fa sorridere mentre scrollo la testa che tengo tra le mani, una cosa così piccola e intatta come un dentino.
Il primo dentino di Tichitichi, il mio nipotino: domenica lo vedo e lo voglio sentire, quel piccolo spigolo bianco che se ne sta tutto solo là in mezzo al nulla, senza paura.
Sotto le dita, lo voglio sentire.
Per sorridere e baciare Tichitichi che cresce, nonostante i tg, e i governi, e l'Italia intera.

n.b. vogliamo sorvolare sul fatto che Tichitichi ha 4 mesi meno di Magù e che quest'ultimo è ancora perfettamente sdentato a quasi 1 anno?
Figlio mio, non è che ti voglio mettere fretta, eh...intendiamoci.
Certo non mi guasterebbe chiudere la fase minipimer ma ti capisco, he, figurati...son poi i tuoi denti.
Vedi un po' tu, insomma.

18 gennaio 2011

Religiosa postatio (seconda)

Non paga di essersi fatta una certa nomea nel di lei paesello, Susibita ha pensato bene di esportare il modello anche alla Collina dei Conigli.
Così, giusto per non dare nell'occhio.

DRRRIIIN.

"Oh buongiorno, come sta?"
"Eh, che vuole? Si va avanti. Senta, sa a proposito di quel discorso, l'altra volta...ha presente? "
"Hem, vagamente, sì. Scusi un secondo solo eh...ARTURAZZO!!!"
"Siccome mi è sembrata una persona proprio a modino..."
"...Ti ho visto, piccolo lurido sciamannato!! Se ti piglio ti strappo i peli uno per uno, con la pinzetta."
"Sì, hem...a modino, dicevo...bhè è stata gentile a fermarsi a parlare qualche minuto con noi, sa di solito la gente di questi tempi non è come lei, tutti così di fretta, con modi bruschi...non è piacevole. Tutti presi dai loro impegni..."
"Sì, bhè...certo, capisco...non che io sia precisamente libera come una fringuella...
Mi piacerebbe stare qui con lei ad approfondire i diversi punti di vista: Dio, Non-Dio, la degenerazione climatica, le cavallette, la cucina thai...Ma è che ho un sacco da fare, davvero. Lei mica s'intende di cucina thai, per caso ?"
"No, in effetti no. Comunque non volevo distrubarla, lo vedo bene che è presa, ma siccome passavo di qui mi è venuta in mente lei e ho pensato di portarle questo...
"Oh massenti...ccheccarino! Non doveeeeva...cos'è? Una scatola di cioccolatini? torroncini morbidi? A me piacciono anche dopo le feste, eh...mica mi formalizzo...
Ah. No. Ecco. Uno dei vostri libricini un po' inquietanti..."
"Ehssì, vede? Ho visto il titolo e ho subito pensato a lei..."
"Hum, vediamo...
ATEI: INCOMBE LA NUOVA CROCIATA.
... Ah, hem...ecco...che dire? grrrazie..."
"He, he, prego-prego, s'immagini. Un pensierino - così - giusto perchè mi è proprio venuta in mente lei..."

Un pensierino.
Che dolce...

13 gennaio 2011

I have a nightmare

Casa di Susibita, anno 2020.

"Mamma ma chi è quel vecchietto lampadato e un po' nano che si vede sempre in tv?"
"E' il nostro Presidente del Consiglio, amore."
"E che cosa fa?"
"I cazzi suoi, tesoro mio. Si fa i cazzi suoi."





[Nononotiprego...]

10 gennaio 2011

Succede che un giorno apri un blog.
Ti sembra una cosa carina.
La tua famiglia, i tuoi amici, così spesso lontani.
Non stai neanche tanto a pensarci su.
Lo apri perché è comodo, molto comodo.
Perché è utile, molto utile.
Perché sei incinta e tutti fanno le stesse domande, gli stessi commenti, danno le stesse risposte.
Perché hai un luogo solo, unico, in cui dire “non ditemi”.
Non ditemi non sei eccitatissima?, ho paura e me la faccio sotto.
Non ditemi non fa male, non vi credo.
Non ditemi è una cosa fantastica, non vi capisco.
Non ditemi brava!, non è, qui, una questione di merito.
Non ditemi era ora, fatevi un po’ i cazzi vostri.
Non ditemi ahh goditela adesso che poi dopo…, mi girano le balle.
Non ditegli per lei non esisterai più, siete tristi.
Non ditemi non sarà più come prima, è, semplicemente, banale.

Eccheccazzo, erano tutti pesantissimi.
Io volevo solo essere un po’ leggera.

Lo apri perché hai un luogo in cui aspettare.
Sono un po’ lenta, e, qui dentro, ho imparato ad aspettarmi.
Poi ogni tanto c'è della gente che passa, da queste parti.
Una cosa misteriossima, che non mi spiego mai del tutto.
E un giorno una di loro – che ne so - magari ti scrive.
E scopri che non è un’entità extraterrestre non meglio definita ma anzi ha una città, un lavoro, un accento, un nome.
E quello che tu leggi sul suo blog non ha la tua voce, ma la sua.
Non il tuo accento, ma il suo.
E capisci che c’è una persona - o magari più di una? - che vive a centinaia di km da te e che, seduto a una scrivania, di mattina in ufficio o alla sera in salotto, legge proprio di te.
Esattamente come fai tu.
Non hai idea di che colore abbia i capelli, ma sai se suo marito s’è alzato incazzato quella mattina.
Non sai come si chiami, ma conosci il nome dei pupazzi dei suoi figli.
Non conosci la sua età, ma le sue paure sì.
Non sai se creda in Dio, ma cosa la fa ridere ogni giorno.
Allora io mi dico: che cosa strana e buffa, eh?
E bella, mi pare.

5 gennaio 2011

Il suo volto ha una maschera...tiiigre (tiger man!)

"Solitario nella notte va..."
"Gha-ga..hehe"
"Scusa..."
"...il suo volto ha una maschera...Tììgrre..."
"Ghhwwui!! Hhihi..."
"Scusami, io...finito...da basso...mi senti?"
"TIGER MAN! Tììgrre...TIGER MAN!"
"Bwua-bwua-bwua gha-gha!!"
"Mi sente? SCUSA...?!"

"...è l'Uomo Tigre che batte con furoreee, combatte solo la malvagitààà---ààaaAAAAhhh!!! Porcapalettaimpestata Kamil!! Cazzarola a momenti ci rimango secca, scusa, eh..."
"Mi spiace spaventare, io provato chiamare ma te concentrata su canzone di Uomo Pantera.."
"Uomo Tigre, Kamil, Tigre.
C'ho avuto 'sta infatuazione fino all'età di 10 anni,non sono cose che sidimenticano in fretta... è una ferita ancora aperta, possiamo non parlarne?"


Devo smetterla di fare i revival anni '80 a Magù quando c'ho gente per casa che finisce il cartongesso.
Mon dieu, e c'ho pure un orzaiolo nell'occhio...quelle peuvre fille ...(ma che sfigata...).

4 gennaio 2011

Lei ha parlato con Susibita del non riconoscersi guardandosi allo specchio, di lavoro, di tagli di capelli e hennè, di "assomigli a Amelie Pulaine", di figli, di animazione 3D, di amici lontani, di vaccinazioni pertosse e caffè d'orzo.
Loro hanno preparato la besciamelle e per la prima volta nella vita di Susibita non ci sono stati grumi in pentola nè si è bruciato alcunchè.
Loro hanno stanziato sul tappeto davanti a MTV, hanno preso il cane e sono uscite nel bosco, vinto diverse immeritatissime lauree a trivial.
Susibita, che solitamente è un po' gelosa perchè la vede poco e vorrebbe tenersela tutta per sè, ha accettato di dividerla col Magù e ha permesso che fosse lui, per una volta, a starle appiccicato, tirale i riccioli neri e farla ridere con quei suoi denti grandi, bianchi.
Si è messa un po' in disparte e, fingendo di lavare i piatti, li ha guardati farsi pernacchie, darsi bacini, giocare ad Avatar sull'i-phone e far volare il guanto a forma di farfalla che lei gli ha reglato per Natale.
Lei ha dormito sul divano che si apre a una piazza e mezza, mangiato verdure di ogni tipo, ascoltato discorsi sui nani, poi sui nani, infine ancora sui nani.
Poi ha preso un aereo che l'ha riportata di nuovo in Spagna, lasciando la casa di Susibita con parecchi avanzi vegetariani in frigo, i soliti panni dimenticati (stavolta 2 magliettine arancioni, ma si è ripresa le calze rosse e ha riportato a Susibita quelle sue color arcobaleno e un anno persino un paio di mutandine di hello kitty), e una discreta quantità di nostalgia canaglia.

Lei, la migliore amica di sempre, è arrivata allegra come un tappo di spumante che salta.
Allora, per non pensarci e non perdersi d'animo, Susibita s'è messa in borsa il guanto farfalloso, Rosa La Mariposa.
C'ha giocato mezz'ora col Magù prima di entrare dal dottore.