22 giugno 2013

Suppergiù un anno fa.

"Pronto?"
"Ciao, sono io."
"Che c'è?"
"...Niente, sono le 4.30 del mattino e ho appena finito la partita a Burraco col cane, non sapevo che fare e t'ho chiamata."
"Scema. Ogni quanto le hai?"
"Circa 10 minuti, vieni qui."
"Ma sei sicura?"
"Mamma non farmi incazzare, è tutta notte che non dormo se ti dico che è ora è ora."
"Allora vengo?"
"No dai, aspetta ancora un paio d'orette, carica con calma i cani, la nonna e un po' di piante: poi avviati. Ma con calma, eh."
"Vabbhè ma devo prima dar da mangiare alle bestie. Tu aspettami e non ti muovere."
"E dove cazzo vadooo?"
"Appunto."

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"E' IL PRIMOO??"
"NOOO, IL SECONDOO."
"COL PRIMO PARTO NATURALE??"
"Sììì. MA PERCHè STIAMO URLANDO? NON PUò SPEGNERE LA SIRENAA?"
"IN TEORIA NO MA ASPETTI, Mò LA FACCIO SPEGNERE. Ecco. Così va meglio?"
"Un po'."
"Senta ma lei è da sola? non ha avvisato qualcuno dei suoi?"
"Sì, c'è mia madre che è lì dietro, se si alza dovrebbe vederla: sta su un autocarro molto sporco, ha grossi occhiali dalla montatura fucsia e mi ha giurato che ci avrebbe tallonate a vista."
"Sì la vedo, è decisamente lei."
"Il padre sta arrivando, dall'altra parte d'Italia ma sta arrivando."
"Bene, stia calma, va tutto bene."
"Pensa che mi faranno l'epidurale?"
"Probabilmente non ce ne sarà bisogno, cara."
"Io l'ho chiesta.Ho chiesto tutto, sono in regola."
"Brava."
"Come mai sua madre non è salita sull'ambulanza con noi, poteva venire sa?"
"C'erano i cani da scaricare, la nonna da sistemare, poi non avrebbe la macchina per tornare e non sa bene la strada per l'ospedale di qui: veniamo dall'altra parte d'Italia noialtri, non sente l'accento?"
"Sì, lo sento."
"Quanto manca? Non voglio partorire in ambulanza."
"Ci siamo quasi, 'spetti che riaccendo."
"MIA MADRE è SEMPRE DIETRO?"
"Sì, NON MOLLA."
"Lo so. E' mia madre. "

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"Buongiorno, ci siamo quasi eh?"
"Voglio l'epidurale."
"Nome?"
"Epidurale. Cioè, Susibita. E voglio l'epidurale. Ho fatto la visita, seguito il corso, sono in regola."
"Questo è il secondo, probabilmente non ce ne sarà bisogno."
"Mi sono fatta la pipì addosso, mio marito o come lo vogliamo chiamare non so se arriverà in tempo, forse mi toccherà partorire con mia madre che mi dice di non pensarci e mangiarci su qualcosa, comincia a farmi male, voglio l'epidurale."
"Stia calma, ora la visitiamo."

"Allora amore come stai?"
"Dov'è quello là? doveee??"
"Sul treno, sta arrivando. Stai calma."
"Non ce la faccio. Muoio."
"Sei bravissima. Sei forte amore mio, sei tanto forte."
"Non è vero, sto male. Voglio tornare a casa. Forse non partorisco oggi, mi sono sbagliata."
"Devo andare a cambiare il parcheggio."
"Non te ne andare!"
"Torno subito."
"Mi sono rifatta la pipiì addosso. Lo sapevo, guarda, 'sto cazzo di parcheggio. E io che ci faccio le battute."
"Susi."
"EEhhh? Mamma ti prego, fallo tu. Fallo tu! Io non sono capace. Non voglio."
"Amore non posso: lo farei, altri mille giorni. Lo rifarei, per averti. Ma questo non posso, questo lo devi fare tu."
"Ma io non voglio."
"Non conta. Non ho mai incontrato una donna forte come te, sei la mia bambina fortissima."
"E adesso dove vai?"
"A cambiare il parcheggio."


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"EPIDURAAAAAALEEEE!!!!"
"Forse ha ragione. La bimba non da segno di scendere, è il caso di chiamare l'anestesista."
"D'altra parte sono solo 5 ore che ve lo dicooo....uh.uh.uh. Ahi. Ahi. Ahhh. Fate venire quella cazzo di anestesista, io spacco tutto e poi muoio."
"Stia calma, è già qui."
"Si alzi la camicia e si pieghi in avanti."
"Buongiorno eh. Son qui che sto per partorire, cazzo. Per favore no eh? Questa mi sta già sul culo, dove cazzo era mentre io avevo bisogno di lei, eh? a farsi i cazzi suoi, lo so, io, aaah se lo so."
"Si pieghi di più, senza troppe storie su."
"Sempre gentile eh, cazzo non ti sputo in faccia perché c'hai una siringa come una trivella in mano, ma aspetta che esca da 'sto posto e ti faccio vedere io, ti faccio."

15' dopo.

"Allora?"
"Dov'è?"
"Chi?"
"Quella donna. L'adorabile creatura."
"Dice l'anestesista?"
"Sì, quella santa. Avete una santa in reparto, lo sa? L'adoro. E' sposata? che donna. Io la amo. Un po' rustica, ma d'altra parte chi di noi è perfetto? che donna."

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"Siamo pronti, tra poco andiamo."
"Eccomi!"
"E lei chi è?"
"Il papà: sono arrivato. Puff puff, pant pant. Ah ma vedo che stai bene! Io INVECE ho fatto una corsa!"
"Stavo morendo, sai? Ma poi è arrivata quella donna... una creatura adorabile, dovremmo invitarla a cena qualche volta, che dici?"
"Sapevo mi avresti fregata all'ultimo, toh, piglia il camice. A un passo così da vedere nascere mia nipote e questo arriva all'ultimo."
"Non faccia storie, signora, e mi smolli il camice. Sarà per un'altra volta."
"Col cazzo."
"Sì, hem, amore, scusa. Dicevo così, per dire."


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"Spingaaaa, bravissima: così. Adesso!"
"Ahiaaa! Mi ha dato un calcio! stia attenta!"
"Il cordone, il cordone è un po' attorno al collo, spinga adesso e la libera, spinga forte!"
"Attenta che arriva eh...prenda il respiro e spinga, questa glielo giuro è l'ultima: ORA! Fuoooooriii, cooooosì. Bravissima. Che le avevo detto che era l'ultima?"
"Come dice? Sta bene, sì benone, guardi qui."
"Cosa? E' femmina, sì. Femmina."


Nina femmina.
Nina che un minuto fa eri in me, un po' me.
Nina che respiri.
Nina occhi lavanda, pelle di sabbia.
Nina piedi a terra.
Nina che ti alzi.
Nina vestitino blu, mele rosse.
Nina che ridi, Nina che picchi.
Nina bella, denti bianchi.
Nina che t'ho amata sempre e non t'ho amata mai.
Nina fuori da me. Intagliata in me, come corteccia.
Nina come potrei. Nina senza te.
Nina non potrei.

17 giugno 2013

Maschi contro femmine.

Magù è entrato nella sua fase maschista.
Lui è maschio, suo padre è maschio, il suo pisello è maschio.
Io e la Picchiatrice siamo femmine.
Loro vanno veloci, sono maschi. Sono forti, maschi.
Siamo due universi differenti, e siamo - non chiedetemi perché- in competizione.
Mettiamoci il caldo, le docce frequenti, i corpi più scoperti e la situazione va complicandosi.

Come se non ne bastasse uno.


"Dov'è il tuo pisello?"
"Io non ce l'ho il pisello, tesoro. Io e Nina non ce l'abbiamo, siamo femmine, tu e papà ce l'avete, siete maschi."
"Nina ha un pisello a fomma di tiangolo."
"No amore, non è un pisello, non ce l'abbiamo il pisello ti dico."
"Oh, poveine."
"No guarda, ne facciamo volentieri a meno, stiamo benissimo senza, eh."
"Io e papà abbiamo mottissimi piselli."

Guanzottine.


"Che belle guanzottine, mamma."
"Hem , non sono guanciottine, amore."
"Sì inveze. Piccole piccole."

'fanculo.







14 giugno 2013

Quello che mia suocera non sa.

Latina a mia suocera secondo me non piace.
A lei piacciono lei mammine gnègnè, che incremano i loro bimbi e sciabattano per i vialetti con i passeggini ripieni e l'aria di quelle perbene.
A lei piacciono quelle che assomigliano un po' a me, che incremo i bambini e passeggio col passeggino ripieno e l'aria di una perbene.


Latina invece fuma come un turco e ieri all'insegnante di salsa che diceva "Sceglietevi un partner qualunque, il sesso non conta." ha risposto, passando: "Non diciamo stronzate, il sesso conta sempre."
Per Latina tutti si chiamano con l'articolo davanti: LaSusi, Ilcaio, Ilmagù, Lanina.
Latina sta in fissa con whatsup, parla con un fortissimo accento milanese e vivrebbe di aperitivi.
Latina non fa cuccicù: parla a suo figlio come a un persona, solo che piccola.
Latina è una cagacazzi -si vede- corregge i congiuntivi e spiega il significato di tutte tutte le parole.
Un mattino una delle due ha esordito con: "un tempo a quest'ora scendevo in spiaggia, mò vado a preparare il pranzo. Mi viene da piangere."
Siccome l'altra non solo non ha fatto finta di nulla ma ha rincarato con "e poi sta nonna, se lo sta guardando lei, perché mi chiama sempre e mi rompe i coglioni mentre mi abbronzo?" abbiamo cominciato a sederci vicine.
Latina dice che suo figlio l'ha avuto tardi perché prima se l'è sciallata. E dice proprio così -sciallata- che fa appunto milanese.
Latina dice che ci vuole proprio un amore grande come quello per un figlio per lasciare la vita che faceva prima.
Latina organizza 1-2-3 stella nella piscina dei marmocchi e si lancia ad affogarne più di uno se barano o fanno i prepotenti coi più piccoli.
Latina, secondo me, è una brava mamma.  Il suo bambino ride sempre.

Quello che mia suocera non sa è che a me Latina e quelle come Latina piacciono di brutto.
Quello che mia suocera non sa è che incremo i bambini, passeggio col passeggino ripieno ma ho pensieri molto molto, molto poco perbene.

6 giugno 2013

La picchiatrice.

La Picchiatrice è piccola. Molto piccola.
La picchiatrice si annoia nella classe dei lattanti e viene portata nella sezione dei più grandi, dove si fa largo a suon di spallate e manate tra tate e duenni.
Da qui, La Picchiatrice.
La Picchiatrice ama le ruspe, i cavi elettrici e l'idraulica.
Presa dal fascino morboso della rubinetteria è in grado di passare anche 15 minuti buoni davanti a un calorifero, al dichiarato scopo di smontarlo.
La Picchiatrice strilla, ma non piange.
Strilla perché è incazzata, perché c'ha ragione lei, perché non la guardi o perché passa il gatto.
La Picchiatrice sbatte la testa, cade dalle scale, crolla dal triciclo, casca dalla sedia.
Ma risale.
La Picchiatrice viene sbattuta a terra, strisciata sul pavimento, stritolata in abbracci impetuosi, colpita in testa col lego.
La Picchiatrice non fa una piega.
Se non fosse che mi suona un po' machista, direi che la Picchiatrice c'ha due palle così.

La Picchiatrice ha occhi lavanda, capelli castani e quattro denti bianchi.
La Picchiatrice è morbida, ed è femmina.
La Picchiatrice è in assoluto la bambina più bella che io abbia mai visto.
Lo so, voi dite che è perché è mia figlia.
Ma non è vero, è che voi non l'avete mai vista.

4 giugno 2013

Metafore piccole.

Mattino.
La nebbia si alza dalla valle e sale su su fin sulla collina dei conigli, proprio fuori dalla finestra della cucina e a pochi centimetri dal suo naso, schiacciato contro il vetro.

"Io e mio cuzino zi mettiamo le ali e le bbattiamo, bbattiamo, le bbattiamo fotte fottisimo. Così la nebbia sivola zù."

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"Hei tu, dove pensi di andare? Fuori piove. E perché hai in spalla una federa?"
"Pecchè sono un cazzatoe di fummini. Li acchiappo tutti e li ficco nel sacco. Poi tonna il sole."


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"Ti pego, ussiamo."
"E' tardi, amore, bisogna fare la nanna."
"Ma io devo azzendee le luzzole."


Magù featuring metafore (metereologiche) piccole piccole.