29 dicembre 2011

Una brava ragazza.

"E quando avrà tipo 23 anni probabilmente vorrà fare l'Erasmus e andare - che ne so- in Svezia"
"Un paese a caso, certo."
"Bhè la Svezia è un paese interessante."
"Ah si dice 'interessante', adesso? a 18 anni dicevi 'materassabile'..."
"Sei proprio cinica."
"Quindi secondo te quando noi lo chiameremo nel suo appartamentino in condivisione a Oslo e lui mi dirà ciao mà, scusa ma devo andare ti richiamo io nel fine settimana che stasera c'ho una festa, vengono Gunter, Olga, Marja, Peter e Katrina...io non avrò ragione di preoccuparmi perchè lui sarà lì a tutti gli effetti perchè il paese è 'interessante', e non perchè materasserà su lettini ikea posticci con biondine slavate e dall'alito alcoolico."
"Tutti clichè, luoghi comuni. Come sei bacchettona."
"Bene. Capisco. D'altra parte è pur vero che non possiamo sapere."
"Sapere cosa?"
"Bhè Coso, il Pesce, l'Inquilino non Pagante. Non sappiamo di che sesso sarà. Magari femmina."
"Bellina lei, l'amore di babbo..."
"Bellina, sì. Chissà quanto si sarà fatta bellina a 23 anni, quando partirà in Erasmus per Barcellona e organizzerà una cena con Pedro, Claudio, Miguel, Sarah, Julia e quel gran figo di Pablo che avrò intravisto il giorno prima su skype."
"Non credo."
"Ah no? E perchè, di grazia?"
"Perchè lei sarà una brava ragazza."

Papone sta messo male, e non sa ancora quanto.



28 dicembre 2011

Quel che c'è di meraviglioso nell'ipertesto




E' che ci sono arrivata da non ricordo dove, da non so quale link.
E' che a me storie come questa mi fanno impazzire.

20 dicembre 2011

Ci siamo giocati il brasileiro.

"Data ultimo ciclo?"
"30 settembre? 29? 27? Giù di lì insomma."
"30 mi sembra un po' tardino... qui il bambino è già di 56 mm. E' sicura?"
"Ho poche certezze nella vita, e la data dell'ultimo ciclo non rientra in queste."
"A vederlo così nasce a fine Giugno, no prima settimana di Luglio."
"Dio che ansia."

Che una quando le dicono che partorirà in estate le vengono spontanee le seguenti riflessioni:

- mi sono giocata il bikini brasileiro comprato al 50% di sconto da Calzedotta. Ciò è tremendamente ingiusto.

- speriamo sia cancro, segno d'acqua.

- almeno non fa freddo

- mi verranno i piedi gonfi

- diocheansia


Comunque pare stia bene. Non voleva farsi misurare la testa e si è voltato/a di spalle, che si vedeva la colonnina vertebrale.
Non guardo mai i libri di gravidanza, mi fanno un po' senso e molta paura, quindi non sapevo cosa aspettarmi, ma ricordavo più una cosa tipo pesce.
Invece.
"Cosa fai adesso, ti emozioni?"
"Ma figurati."
"E allora perchè mi hai stretto il dito?"
"E' che mi è parso di vedere un bambino."


16 dicembre 2011

Del perchè io e Britney abbiamo almeno una cosa in comune (oops I did it again).

Dunque, non so come dirvelo.
E' da un po' che ci penso ma non so proprio come dirvelo.
Quindi sarò breve.
Hem, molto breve:



Ecco. L'ho detto.
Adesso scusate ma andrei a farmi un baileys.
Un grappino.
Un vodka lemon.
Magari tutti e tre.
Ah no cazzo, non posso sono incinta.
Allora una sigaretta.
Ah no non fumo e poi , cazzo, sono incinta.
Allora un panino mortazza-crudo-salsa verde e morta là.
Ah no cazzo la toxo, sono incinta.
Incinta.
IN-CIN-TA (a-a-a-a...).
La sentite anche voi che fa l'eco...?
Sono incinta e ho già detto un sacco di parolacce in un solo post.

Va bene.
E' da un po' che volevo dirvelo ma c'erano i primi esami, e non si è mai sicuri, e poi aspettiamo la prima ecografia e poi mi scappa la pipì e poi scusate devo vomitare torno subito, e poi ho l'ormone impazzito.
E ho pure mentito spudoratamente a Pellons e Castagna che mi avevano sgamata (ma che c'avete voi due, la palla di cristallo???).
Ma non sapevo che fare, non sapevo che dire.

Perchè è andata così, che un po' ci si pensa e un po' no, che un po' lo si rifiuta e un po' ci si gioca con quell'idea lì balzana. E a giocarci, si sa. Ci si scotta. Le corde si rompono. I pattini scivolano. Non si usano precauzioni.
Già.
Poi succede che stai sulla tazza a fissare due lineette e non sai cosa pensare.
Se lo volevi veramente.
Se non potevi aspettare un attimo.
Se non potevate darvi una calmata, siete mica due pischelli.
Se sarai felice, se sarai mai più felice come ora che siete voi tre e avete trovato il vostro equilibrio e tu lavori di nuovo e le cose hanno un loro senso e sei fuori dalla centrifuga.

Ma sono anche contenta, eh.
Non si capisce, ma lo sono. In parte.
Sono contenta per la prima volta che gli passerò una patatina sul divano davanti alla tivù.Crock.
Per quando dirà gaga che non vuol dire proprio niente ma da lì nascerà casa, palla, bua, cane, io, felice, fratello, piange, pipì, treno, bene, male, cattivo, libero, guardami!, è viva, sono magico..., dormi?, cappello, noi, faccio da solo, libertà, Io voglio, soluzioni alternative?, ti amo, ciao io parto, sogno da sempre, vi odio, ci penso io, ci sei solo tu, sesso? wow.

Sono anche terrorizzata.
Terrorizzata dal parto. Non ancora, vi prego, basta.
Dolore. Allattamento. Mi sento sola. Quando arrivi? Non ne posso più. Voglio uscire. Toh, tieni, piglialo. Ho bisogno di una doccia perchè puzzo. Certo che non lo so, sapete tutto voi. Cosa faccio? Voglio ballare, cavalcare, adesso. Mi sentite? Chi me lo tiene? Passa in farmacia.
Io sono più di questo.
Non sapevo di essere tutto questo.

E quindi nulla, semplicemente  "OOps, I did it again..." (I'm not that innocent...).
Solo che lei lo fa sculettando in lycra rossa attillata.
Io, invece, come lui.

13 dicembre 2011

Mia mamma dice che anche il suo paese era così quando è nata lei.

Quando vivevo dove vivevo prima, c'era una grande strada provinciale fuori casa, il supermercato a due passi, la farmacia, l'edicola, il negozio d'abbigliamento, il bar, il pub, il cinema, il discount e lo store delle calzature.
A Natale tutto mi sembrava più bello perchè arrivavano le luci a cammuffare la banalità e nei giardini e sui balconi comparivano gli alberelli mentre da un marciapiede all'altro pendevano campanelle, fili argentati, oppure agrifogli di luce fintissimi ma molto psichedelici.

Qui dove abito ora, dico nel Paesino in Culo ai Lombrichi su su per la collina, i commercianti sono 3: l'alimentari che quando entri senti l'odore di candeggina (presente? fa molto anni '80), il macellaio con insaccati di produzione propria, un bar. Ah, no, c'è pure la farmacia dietro l'angolo, dove preparano le creme fatte da loro col miele e le ciliegie.
Loro quattro, anche tutti insieme, non hanno i soldi per sponsorizzare le luci e i festoni, così nelle stradine e nei vicoli, sulle pareti di mattoni e tufo, non pendono decorazioni nè luci.
Ognuno s'è fatto la propria vetrina con qualche ramo di pino (vero), il macellaio ha sparso dei melograni (veri) e rami con bacche (vere) tra una soppressata e una cinta senese.
Se entri a ordinare il caffè la barista, quella che ci ha messo un anno a farmi il primo mezzo sorriso con cui ha decretato "ok, sei una forestiera, non credere che non lo sappia con quell'accento lì che ti ritrovi. Ci ho pensato e credo di poter prendere in considerazione l'idea che tu ti sia trasferita qui da-dove-preferisco-non-sapere e che mi verrai di tanto in tanto a chiedere un caffè mettendo tutte le vocali aperte dove sono chiuse e viceversa", indossa una cappellino rosso con le stelline a led che s'illuminano.

Il resto del paese è spoglio, se non vogliamo contare gli alberi nudi e le siepi gialle, l'edera arancione che abbraccia le finestre, qualche ghirlanda appesa alle porte e in generale una forte, netta, impressione d'inverno.
E a me non "sembra" che sia bello. Lo è.

10 dicembre 2011

A volte capita.

Fase 1

"Mmmppff"
"Magù che fai, stai...?"
"Mmpffff"
"Dove vai? Ah vuoi...ah ok. Dai, vieni."
----------------------------

Fase 2

"Forza Mr Magù, sei tutti noi!"
"Dacci dentro Mr Magù, fagliela vedere"

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Fase 3

"Grraaannde Mr Magù!"
"Evvivaaaaaaaa!!"
"Yuppieeeeeee!"
"Pèppe-ppe-ppe-ppeèèèèèè-peppèèèèèèèèèè....Brazììììll....!!!" (trenino carioca).


Fase  4
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"Dì ciao, Magù, ciao ciao..."
"...'zao..."
WOOSHH.


Avete appena assistito a: "Cronaca del giorno in cui Mr Magù, estemporaneamente e senza motivo apparente, la fece due volte nel vasino".

6 dicembre 2011

Due tipi eccentrici.

"Ah siete andati al supermercato?"
"No, solo a fare un girettino in paese."
"E perchè Magù ha su il pigiama di Natale con le renne?"
"Ah perchè, è un pigiama?"
"..."

-------

"Tua madre ha portato in giro per tutto il paese Magù col pigiama rosso di natale."
"Lo so."
"Lei indossava il suo cappotto di ecopelliccia, il basco rosso e la borsetta di cotone della spesa del Grosmarket."
"Ah."
"Magù era contensissimo."
"Che vuoi che ti dica, Susi. Sono due tipi eccentrici."

1 dicembre 2011

Perchè non l'ho fatto prima? (I used to love ska)

"No, Magù, ascoltami bene: la famiglia è dare e avere, è uno scambio biparte. La famiglia è compromesso. Qunidi ora scusami tanto ma togliamoci  di culo di torno sto cazzo di il ben noto Zecchino d'Oro e, se non ti dispiace, metto su questa..."

http://www.youtube.com/watch?v=NUTGr5t3MoY&ob=av3e

Spettami qui solo un attimino, mamma torna in casa, s'infila le AllStar, piglia il Sì con le ruote usurate e va un secondo in cantina dalla nonna a farsi una rullata.

E' giusto che una giovane madre abbia dei forti momenti di rincoglionaggine post-adolescenziale e saltelli invasata imitando lo sguardo psicopatico di Billie Joe?
NO, non è giusto.
E' SACROSANTO.

(I went to a shrink to analyse my dreams, she said it's lack of sex that's bringing me down) 


- E con questa dichiaro ufficialmente conclusa la sessione "depression mode-fustigàteme-ve-prego". Aveva ragione Lisa-





27 novembre 2011

Il mio tempo migliore

Ho deciso d'ignorare un paio di cosucce.
Ad esempio i ladri in casa, un vecchietto che mi si abbatte contro il culo della macchina e la distrugge, l'inps che mi vuole obbligare a rivedere il mio contratto, il servizio dati che si attiva  non so come sul cellualre e mi fa partire in meno di 12 h la ricarica da 25 euro che avevo appena fatto.
Le ultime settimane sono state un tantinello pesantucce, ma suppongo non ci si debba lamentare.
Facciamo la nostra parte nel mondo e non è certo delle peggiori.
Ho appena detto alla migliore amica al telefono: "Verranno tempi migliori". Lei mi fa: "Sembri mia madre".
C'ha ragione, cazzo.
Ma che vuol dire tempi migliori? Ma migliori de che? Ma chi l'ha detto poi?
Sentite un po' qui: lei mi ha appena telefonato da migliaia di km di distanza prima di andare a farsi un altro turno di lavoro la domenica sera alle 9. Lei era stanca, anche giù di morale credo, ma ha pazientato che mettessi il nano a letto ed è stata con me fino a 3 minuti prima d'infilarsi il cappotto ed uscire.
Sta per arrivare il Natale.
Un tempo era semplicemente bello. Non lo è stato sempre e non in assoluto, ma ci sono stati degli anni in cui lo è stato, e molto.
Soprattutto per via di noi ragazze che ce ne fregavamo di tutto e di tutti,  e ballavamo in cucina con le antisdrucciolo ai piedi e le tartine a cui facevamo le faccine.
Machissene dei genitori che non si sanno godere nulla, di quelli che avevano promesso sarebbero tornati e invece no, di quelli che non li vogliamo più, ma chissene del consumismo, machissene dei litigi in famiglia, noi ci siamo, siamo qui, balliamo. Ora, adesso. Passami un sottaceto che gli faccio pure il monosopracciglio.
Balliamo a 20 anni, a 25. Balliamo perchè c'è tempo, perchè tutto può cambiare già domani, balliamo perchè è solo una volta l'anno, balliamo perchè c'è la neve e sono caduta in motorino e ridevo per terra.
Balliamo perchè mi presenti il tuo nuovo ragazzo e io c'ho l'olio in testa siccome che m'hanno detto che li fa morbidi e lucidi, poi però ti servono 3 lavaggi per farlo andare via.
Balliamo perchè ho messo i brillantini. Per il pigiama nuovo. Perchè mi abbracci nella foto di ogni anno. Perchè andiamo un mese prima a copiare le idee dalle vetrine, facciamo le foto di nascosto e poi scappiamo via come sceme, come ladre pazze.
Ora il natale è un tetris tra le nostre vite, le prozie, famiglie separate nostrane o acquisite, e se ci sono io però non ci sei tu e non riusciamo a vederci tutte e senza una delle tre non è la stessa cosa, e quant'era più facile prima.
E' un tetris da 350 kilometri di autostrada senza teglia gialla fumante della nonna .
Però stasera mia cugina mi ha scritto per Natale.
Perchè conta tentare. Conta tantissimo. Recuperare qualcosa. Rimediare. Elaborare strategie alternative.
Perchè è già il nostro tempo migliore, e da sole e senza manco provarci non ha alcun senso.

22 novembre 2011

Possesed.

Una donna in preda all'ormone non ha il controllo delle proprie emozioni.
La malinconica melodia delle canzonicine bielorusse dello Zecchino d'Oro la gettano in uno stato di prostrazione, così al semaforo in diversi si chiederanno  a ragion veduta se la tizia in lacrime al volante sia normale oppure no.

Una donna in preda all'ormone è un'isterica a piede libero pronta a divorarsi chiunque si frapponga tra lei e il resto mondo.
E se lei fa una richiesta legittima all'assistenza telelfonica della banca, che le risolvessero il problema immanitinente e non si azzardassero a rispondere da cafoni perchè lei è nella giornata giusta per farli pentire di essere andati in ufficio quella stessa mattina.

Una donna in preda all'ormone ha una visione distorta della realtà.
"Perchè non mi hanno consegnato il documento che ho chiesto? Io volevo solo il mio documento."
"Abbiamo solo sbagliato a non venire prima, sai come sono nei posti pubblici. Adesso lo sappiamo e vedrai che domani venendo prima te lo danno."
"No, è solo una cospirazione, in realtà non vogliono darmelo."
"Non dire idiozie, è solo un caso, calmati."
"Ho visto come mi guardava quella: è che le ero antipatica, ecco cosa."
"Mi sembra tu stia esagerando la cosa, vedrai che era solo un'impressione. Tu fregatene se ti guarda male e domani ritorna a prendere quello che ti spetta."
"Non mi credi allora? Sei in combutta con loro. Siete proprio tutti uguali. Vi ho smascherati. Me tapina, me derelitta."


Una donna in preda all'ormone è  -fondalmentalmente- una stronza.
"Sto solo cercando di aiutarti"
"Non è vero. Cerchi solo di lenire i tuoi sensi di colpa perchè domani parti e mi smolli qui da sola come al solito col nano e ti si rivedrà solo a fine settimana."
"Questo è ingiusto, lo sai."
"Allora cosa sei ancora qui a fare? Vai, vai via, non ho bisogno di nessuno io, mi arrangio da sola."

Una donna in preda all'ormone ha tendenze autolesioniste in cui ama crogiolarsi.
Dunque sceglierà dalla propria libreria solo testi selezionati sulla base dell'indice di depressione che sono in grado di generare, quindi lemme lemme s'infilerà a letto con i Dubliners e passerà il resto della serata affacciata alla languida finestra con Eveline, peerchè solo lei può cogliere il suo grande, incompreso, dolore.

Una donna in preda all'ormone è bipolare.
 "Non te ne andare, scusa se ti ho trattato male prima. Ti voglio bene."
"Ok, non importa, vedrai che torno presto, ma tu stai tranquilla eh."
"Mi prendi per il culo? Che significa "presto"? Tornerai come sempre a fine settimana. Cosa significa "presto"?"
"Volevo dire che ci sentiremo sempre e i giorni passeranno più in fretta."
"In fretta? In fretta?? E come potrebbero passar più in fretta del tempo reale che impiegheranno a passare? Ti detesto, ti odio."
"Susi, guarda che poi ti penti, vuoi smetterla di trattarmi così?"
"Se te ne vai non so cosa ne sarà di me. Come puoi lasciarmi così?"


Una donna in preda all'ormone, a un certo punto, si ripiglia.
E chiede scusa, a tutti quanti.







14 novembre 2011

Una domanda

Tu che vai a dormire stringendo tra le mani i gusci vuoti delle chioccioline.
Tu che rubi il mio reggiseno dalla cassettiera, te lo avvolgi intorno alla testa e poi balli al centro del tappeto come un vecchio ubriacone russo deluso dalla Perestroika.
Tu che ti metti in posa marziale molleggiandoti sulle ginocchia mentre fendi l'aria vibrando colpi col cucchiaio.
Tu che all'asilo sei caduto dalla sedia e hai battuto l'occhio, ti abbiamo portato al pronto soccorso e dall'oculista ma non avevi nulla a parte che adesso c'hai un occhio che sembri Rocky Balboa. Tu che hai fatto tutto da solo.

Una domanda: ti sembri uno normale?


8 novembre 2011

Il numero sbagliato, la persona sbagliata, nel momento sbagliato.

"Buongiorno, parlo con la signora Ciampino?"
"No, qui di Ciampino manco l'ombra, sono Susibita e lei deve aver sbagliato numero."
"Ah capisco, mi scusi ma già che ci sono posso parlare anche con lei della nostra favolosa offerta."
"Detesto queste subdole tecniche di marketing spicciolo, la sua azienda non riesce a inventarsi di meglio?"
"Chi è il suo fornitore di energia elettrica se posso chiederglielo?"
"Detesto anche che vi costringano a fingere di ignorare le mie provocazioni."
"Lei potrebbe arrivare a risparmiare fino al 10% di energia elettrica perchè noi usiamo fonti rinnovabili ed è per questo che costiamo meno."
"Quindi posso andare sul vostro sito e verificare la cosa. Bene, interessante, arrivederci."
"No, il 10% di riduzione è un'occasione che le sto offrendo con questa telefonata, stiamo chiamando tutti i residenti del Paesino in Culo Ai Lombrichi, ma solo per oggi."
"Quindi è un'offerta, solo un 'offerta. Cosa c'azzecca il risparmio per via delle fonti rinnovabili? Mi scusi ma non cerchi di confondere le cose, sono ben diverse."
"Bhè...ma... l'energia è un mercato libero sa...lei può decidere di scegliere il fornitore più conveniente...il mercato libero è..."
"So benissimo cos'è il mercato libero."
"E' l'offerta del giorno."
"Tadàà. Beccata. Che sfortuna, penso proprio di non avere intenzione di prendere questa decisione nel corso della telefonata. Mi riservo d'informarmi per mio conto e la ringrazio. "
"Comunque il mercato è libero."
"I vostri piani marketing lasciano alquanto a desiderare."
"Lei è stata molto cortese, le auguro una buona giornata arrivederci"
"Anche a lei, buongiorno."

Mi dispiace, anonima telefonista che hai chiamato con aria un po' saputella e rigorosamente devota alle linee marketing del tuo caposquadra.
Magari ti sottopagano pure e sei precaria e ti fa schifo quello che fai, e io sono stata molto acida e un po' mi dispiace.
Ma tu non mi devi rompere i maroni quando ho 3 ore scarse di sonno sul groppone e per questo ce li ho già girati.
Tu devi imparare a capire con chi hai a che fare dall'altra parte della cornetta, e scegliere se usare i soliti mezzucci da basso marketing che m'irritano ulteriormente,  o ripiegare in ritirata prima che sia troppo tardi.








4 novembre 2011

Oggi c'era una mamma.
Il suo bambino non voleva bere, nè mangiare, nè giocare. Voleva solo stare in braccio a lei.
Lei cercava di calmarlo, distrarlo coi giochi, i colori, le costruzioni e con you tube.
Qualche volta l'ha fatto ridere, quelle in cui ha provato ad addormentarlo non si contano.
Lo ha pregato di non continuare a piangere perchè le stava spaccando la testa, ha urlato che anche lei era stanca e stava poco bene e in fin dei conti si sentiva un po' a pezzi.
Ha preparato un pastina con la zucca e il formaggino, e due volte l' aerosol.
A un certo punto ha detto che basta, lei non ce la faceva più, voleva mangiare sì o no? voleva bere sì o no? voleva ubbidire sì o no? come quelle mamme ceh vedi dall'esterno e pensi "io non sarò mai così, io non farò mai così".
Ha aspettato un'ora nell'androne di un medico.
Ha cantato per lui e fatto cucù da dietro un libro.
Quando lui, infine stremato, si è addormentato, ha guardato il movimento del suo toracino su-e-giù, su-e-giù col sottofondo catarroso tipico del bronco impestato e ha pensato che per quel corpicino lì lei sarebbe capace di tutto. Di vendersi, di ammazzare.
Ha pianto quando ha sentito di Genova e non è riuscita a pensare a molto altro e allora ha cercato  di scuotere tutto via dalla testa perchè le faceva male dentro.
Per fargli prendere l'antibiotico lo ha messo nel succo di cui è goloso, ha inventato trenini e locomotive, ha fatto cin-cin, lo ha distratto col telelfono.
Alla fine, esasperata, ha usato la pompetta della siringa e gliel'ha sparato in gola mentre lui si torceva.

Lei ora non sa cosa pensare di sè stessa, un minuto si giudica molto severamente e quello dopo indulge nell'autocommiserazione.
Aveva bisogno di scrivere questo post per parlare un po' a tu per tu con la propria coscienza.
Adesso è stanca, molto stanca e non se la sente -vile- di guardare un altro tg.
Stanotte non dorme da sola, perchè non sta tranquilla a saperlo nell'altra stanza, vuole tenerlo monitorato, potrebbe aver bisogno di me, non voglio che abbia paura, dice lei.


31 ottobre 2011

Noi siamo contro le tradizioni altrui importate, specie se yankee.

Noi non subiamo il fascino di zucche polpose e travestimenti.
Noi siamo degli integralisti puristi che al massimo-massimo portano due crisantemi al cimitero e mangiano gli "oss di mort".
Ma mai, MAI,  ci sogneremmo di intagliare zucche,  elucubrare travestimenti o partecipare a festicciole improvvisate.
Soprattutto non ci salterebbe in mente di divertirci così, tanto per il gusto di farlo.
Puah.


-Perchè anche qui dal Paesino in Culo ai Lombrichi stiamo al passo coi tempi-

"Fatto, siamo iscritti."
" Ma si mangia?"
"Certo, menu per bambini: pasta al pomodoro, patatine, dolcetti."
"Fico. E dov'è che siamo?"
"All'Arci Caccia."
"Susi..."
 "Eh."
" Noi non abbiamo la tessera e siamo pure animalisti."
"Questo è un dettaglio che non gli è dato sapere."
"Mi stai dicendo che siamo imbucati alla festa dei cacciatori?"
"'Mbhè? Il menu è vegetariano."
 "..."

-Del perchè finiamo per fare ai nostri figli ciò che è stato fatto a noi-

"Trovato. Mago dell'Autunno."
"Ma che è? Mago dell'Autunno...eddai...com'è sta cosa che ti devi inventare delle maschere che non esistono? Non possiamo restare su qualcosa di più tradizionale?"
"Non tollera maschere sul faccino, non si lascerà mai truccare, abbiamo a disposizione tutt'al più la mascherina con le antenne che forse non si toglie. Formica di Halloween??"
" Che poi 'sto Mago dell'Autunno come sarebbe?"
"Faccio io il cappello, poi gli appendo due cartoncini su cui incollo le foglie: l'effetto che cerco è tipo sandwich-man. Secondo me è fichissimo. Che ne dici?"
"Che sei malata."
"Allora cavaliere senza testa, 'scolta bene: sacco della spazzatura nero con buchi per testa e braccia. Spago attorno alla vita. E la corazza è fatta. Ci sei? Seguimi: per spada un bastoncino di legno. C'è solo il problema della testa mozza, ma in qualche modo rimedieremo."
"Da cos'hai detto che ti vestiva tua madre da piccola per carnevale?"
"Gretel, la sorella sfigata di Hans. Un'altra volta da Moglie del Pirata -cosa che trovavo del tutto maschilista ma lei sosteneva che ero io a mancare di fantasia-,  avevamo appena finito la saga di Salgari. Poi da Coniglio perchè al supermercato erano finite le principesse e pure gli alieni. Perchè?"
"Niente, così. Giusto per sapere."

26 ottobre 2011

4 motivi per cui amo questo posto.


Perchè, d'autunno:

il rosso è ROSSO.


Il giallo è GIALLO.


Esistono sentieri di sabbia da percorrere.


E c'è sempre chi scodinzola.



E forse ognuno di voi potrà dire lo stesso di altri luoghi.
Ma questo è mio, e fa tutta la differenza del mondo.

21 ottobre 2011

Lei legò i lunghi capelli biondi in una coda alta, il laccino in bocca e un libro aperto sulle ginocchia.
Fece un grosso nodo dietro la nuca, scostò l'ultima ciocca, inarcò la schiena e fece scricchiolare il collo, voltò pagina.
Il grosso gatto bianco dentro il trasportino di vimini miagolò.
Lei sporse l'indice oltre le sbarrette per una distratta grattatina sotto il mento, senza staccare gli occhi dalla pagina.
Le 7.
L'uomo accanto a lei si alzò, spense la sigaretta.
"Andiamo, tra poco chiamano.".
Lei  chiuse il libro e lo infilò nella borsa, si alzò con precauzione, un po' sbilanciata, e si avviò verso la dogana con quell'andatura cadenzata, vagamente ridicola, della donna incinta.

Lui avrà avuto 25 anni, un corpo esile e probabilmente del tutto insulso fuori dalla divisa.
Un paio di baffetti neri curatissimi e l'aria di chi sta portando la proria carriera esattamente dove aveva programmato che andasse.
Che noia, gli ci voleva un'altra sigaretta.


"La borsa."
"Buona, Cleo, che c'è? ora saliamo, ntch-ntch, stai tranquilla."
"Amore, la borsa."
"La borsa. La svuoti qui."
"Eh? Cosa? Ah la borsa, sì."
L'astuccio del trucco, un pacchetto aperto di caramelline alla menta, gli occhiali, il foglio spiegazzato con la ricetta della torta allo yogurth di sua madre, il libro.
Il libro.
Lui lo prese in mano, lo rigirò. Fissò il titolo sulla copertina, le labbra increspate in un sorriso sarcastico. Disse qualcosa al collega alle spalle, qualcosa di brutto.
Con disprezzo, si capiva, perchè lo fece sputando le consonanti.
"Merda. Non può portare questa merda dentro al paese."
Gettò il libro nel cestino dietro di lui, lei lo vide cadere tra mozziconi e fazzoletti sporchi.
"Mer...? Cosa?? ma come si perm..."
"Zitta. Lascia stare. Va bene, arrivederci, grazie. Toh, piglia i documenti e andiamo."
"Ma come grazie? Ehi, non tirare, hei!"
"Cosa ti credi, di essere a Malpensa? Non ti voltare, non li guardare. Occhi bassi e andiamo."
Lei fece solo in tempo a rivedere la copertina, tra le carte e la cenere.
Per.Chi.Suona.La.Campana.
Qualcuno ci sputò sopra.

Così poteva succedere, ad atterrare alle 7 di una mattina del 1980, mentre Tripoli si stava appena svegliando.

Ieri ho pensato tutto il giorno a quel soldato.
Che ne è stato, della sua carriera. Dei suoi sogni, del suo credo.
Se si è ricreduto, o gli e è rimasto fedele.
Se è stato felice, se si è innamorato, sposato.
Se ha mai regalato un libro.
Se qualcosa gli è mai stato rubato.
Se ha amato un figlio, o più di uno.
Se ha preso botte, o ucciso qualcuno.
Se è stato tradito.
Se ha provato pietà.
Se ha capito di avere torto oppure ragione.
Se ha mai pensato che la campana suona per tutti, mai per uno solo.


19 ottobre 2011

Deciditi.

"Magù allora glielo dici tu a A-ha di fare il bravo stanotte?"
"Cì."
"Se si sveglia gli dici di non piangere e tornare nel suo lettino?"
"Cì."
"Tu lo sai che non si deve alzare e deve dormire tranquillo tutta la notte, vero?"
"Cì."
"Bene, allora siamo d'accordo: stanotte si dorme."
"Eh gnooo...!"





13 ottobre 2011

Ascoltami, Magù

Ascoltami, Magù.
Voglio raccontarti una storia.
Non è una favola, non è una storia con effetti speciali, ma è una storia che sa di vero ed è bella per questo.

Tua mamma è nata in un giorno d'autunno e quando la portarono a casa faceva quel freddino che fa nelle sere in cui si è persa l'estate e l'aria di vetro ha quella luce un po' bagnata che sa di condensa e di fumo.
Al suo terzo natale le fu regalato un pupazzo a forma di coniglio coi baffetti impomatati e un ridicolo papillon a pois  bianchi.
Lei ne fu travolta.
Travolta da quell'amore cieco, assoluto, senza respiro che amano solo i bambini.
Quello che non capisce, non tollera le assenze.
Quello che s'aggrappa ai pantaloni e si getta per terra, che dorme avvinghiato, vuol esser dondolato.

Amò intensamente il suo coniglio e per questo lo riempì di baci, gli insegnò a prendere il tè col gruppo delle bambole e lo pteurosauro, lo invitò ai suoi compleanni e a quelli dei suoi amici, lo portò in gita alle piramidi e in sella a quella vecchia cavalla bianca con le coccarde sulla porta del box.
Gli insegnò com'è che si comporta un vero pirata e alla fine, soddisfatta, lo fece ufficiale del proprio vascello.
Fu generosa e offrì sempre aranciata e formaggio in abbondanza, non lasciò mai che dormisse da solo e perchè non vedesse i rami frustati dal vento sul vetro nelle notti di tempesta, lo stringeva forte al viso e gli cantava storie di cuscini.
D'altronde era per lei un fratello e quando lo diceva si faceva seria seria, perchè non vi fossero dubbi: lei non stava scherzando.
Lesse per lui ogni libro di fiabe nel modo in cui leggeva lei a 4 anni: col libro al contrario e la vocina acuta e saccente, succhiando una fetta di limone.
 Lui la ricambiava gettandole lo stesso costante, fiducioso sorriso da ogni angolo della casa in cui lei lo avesse appoggiato. Ascoltava ogni suo racconto, placidamente appagato e deliziato, senza fare domande. Declinava gentilmente ogni offerta e lasciava che fosse lei a finire anche la sua parte di gelato. Consolava le sue lacrime calde e le asciugava nel cotone delle proprie orecchie di cui lei  abusava talvolta per indagare i recessi delle proprie narici, già che c'era.

Dove c'era lui, c'era lei.
E si amavano, sai, per via del fatto che ogni paura di lei era la paura di lui, ogni dubbio che lei si poneva era la domanda che attanagliava anche lui, ogni ingiustizia subita era da vendicare insieme, ogni languorino era lo stesso mal di pancia, ogni febbre il comune delirio, ogni puntura l'identico terrore.
Così lei non fu mai veramente sola, per molti anni, in qualunque posto andasse.

Ti sembrerò banale, ma è una storia così, senza una vera fine.
Quel che conta, in questo caso, è più il viaggio.
Per questo  stasera, quando ti sei portato a letto quel coso blu che credo miri a sembrare un orso, io ti ho chiesto come si chiamasse e tu ci hai pensato un paio di secondi e poi mi hai fatto: "A-ha", io mi sono ben guardata dal prenderti sotto gamba e gli ho detto: "Benvenuto a bordo, Ufficiale."

10 ottobre 2011

Su Google c'è gente strana

O voi cibernauti che mi trovate su Google digitando:

"Susibita childfree"
Nego tutto: non l'ho mai detto, non ne avete le prove.

"conoscere gente senza figli", "persone senza figli" ma anche "portare bambini a casa di gente senza figli"

Non so come dirvelo, ma ho un figlio.

Voglio far ammalare il mio capo.
Tutti abbiamo bisogno di un sogno.

Mi sono licenziata perchè ho vinto al superenalotto.
Davveeero?? Ma che bella notizia. Te possino.

30 anni poco, 30 anni assai.
Buona la prima.

Troppi peli, troppo magra.
Cazzo, m'ha beccata la mia estetista. Dani???

E' strano non volere figli.

Non direi, tesoro. E' strano averli. (ma è il suo bello)

Spalmare piscia.
Perchè, a voi non succede?


Buono sconto all'autolavaggio.
Quale? Dove?

E adesso pedala.
Grazie, che carino. Li mortacci tua.

Dicevo così per dire.
Anch'io.


7 ottobre 2011

Sappilo.


Sappi che digitare su Google "Whiskey il ragnetto: testo e gesti" è un atto d'amore.


p.s.

Sappi che sei buffo.
Sappi che ho provato a starti dietro, ma tendo a disallinearmi rispetto alle coreografie tradizionali.
Sappi che è bello guardarti ciondolare a ritmo mentre ti sforzi di ricordare i gesti ad ogni strofa.
Serio, concentratissimo.
Sappi che non sapevo fosse così bello: che sia tu ad insegnare qualcosa a me.

3 ottobre 2011

La città per una che vive in campagna è tutto ciò che hai lasciato alle spalle.
Tutto ciò che non hai scelto.
La città a 300 km da dove vivi è un pezzo di passato, e non dei più piacevoli.
Solo un pezzo -direte voi- ma pur sempre un pezzo -dico io-.
Città è caffetteria della metro con le porte spalancate e prufumo di croissant che t'investe ai tornelli. Che in città sanno vendersi bene, non ci son cazzi.
Finestrini appannati, vagoni affollati, visi sbiancati sono città.
Caffè e giornale gratuito in stazione è città.
Città è vetrine belle anche solo da guardare. Che in città sanno allestire, non ci son cazzi.

Città sono i librai coi biroccini sui lati dei portici, la mattina umida tra le pagine delle vecchie edizioni.
Città è il marciapiede tra i palazzi su cui hai corso mille e mille volte, il lato all'ombra d'estate, il lato al sole d'inverno. I sanpietrini che ti mangiavano la suola.


Ritornarci senza libri in mano, niente bocca dello stomaco contratta prima dell'esame, niente casco allacciato allo zaino, niente culo piatto il primo anno dopo due ore a terra perchè oh ma che è? tutti sto corso dobbiamo seguire?, niente aule deserte gli ultimi anni, alla fine che specializzazione hai scelto? ah sì? ma non volevi mica studiare i dinosauri, te?
Appoggiarsi alla colonna del chiostro sgranocchiando biscotti nell'aria d'autunno e avere 20anni.
[I soliti cracker un po' tristi, almeno risparmio. Una sciarpa colorata, le gazzelle grigie a stringhe blu, i libri troppo pesanti, cazzarola ho rotto la tracolla di nuovo.
La corona di alloro e una camicetta di porpora, tu che ridi mentre ti bacia.
Apri una busta e corri al telefono.
Quell'anno che ti ha cambiata, che ti ha fatto anche un po' male.
Giri la chiave e sposti lo stendino, la porta del bagno aperta con la coinquilina che si depila.Che me passi er cellulare che me sta a squillà?
Così ricordavi, nell'aria d'autunno, e una briciola scivolava giù dalle labbra].

Avere di nuovo 20 anni e volerseli scollare di dosso perchè no grazie, proprio non t'interessano.

Non avere più 20 anni e guardarsi attorno.
Dopo cinque, no sette, va bene ok, 10 anni.
E no, il mondo non lo hai spaccato. Tantomeno cambiato.
E no, non sei partita con medecins sans frontieres, non hai scritto il romanzo della tua vita, nè hai poi vinto quella borsa di studio in quel fichissimo camp californiano.
Non hai pagato nemmanco il tagliando della macchina, Susà.

Però ci sono sempre quei altri due, gli amici di sempre, e visitate musei, entrate nelle chiese, camminate nei parchi, portate avanti dialoghi surreali da cinque, no sette, va bene ok, 10 anni.
Lei: "Ti dico che qui ci stavano i Teatini."
Lui: "Si ma non nel '600, se non erro anche prima."
Susibita: "Vi ho mai raccontato di quella volta in cui Magù stava per ciucciare lo spazzolino del water?"
Lei: "Non ne sarei così sicura. Ddììo che ribrezzo queste cornici, ma come si fa? sono deplorevoli. Detesto il Barocco."
Lui:" E' sempre interessante visitare una chiesa con voi cattolici, siete spassosi."
Susibita: "Ma soprattutto: cosa sono i Teatini?"

In più c'è lui, quello che parla ai piccioni.


 
"Coccòò-coccòòò... "
"Magù, amore de mamma, non sono polli, son piccioni, poracci."
"Bau! Bau-bau!"
"..."

Non c'è nulla di quello che avevo immaginato, dopo questi 10 anni.
Ma c'è ancora tutto quello che allora contava davvero, e persino qualcosa in più.

Io devo essere sincera: a me i 30 anni piacciono.
 (Anche se ne ho 27, eh.)

27 settembre 2011

Tanti auguri a me.

"Buon compleanno amore! sono la prima? è tanto difficile, ma tanto bello essere tua madre. Chiamo dopo, ok? Ti amo tanto, la tua mamma."

Nonna Oroscopo, via sms all'alba.

"Se fossi romantico ti avrei scritto un bigliettino e te lo avrei fatto portare da Magù"
"Oh che carino, amore...davvero lo hai fatto?"
"Certo che no, ho detto se fossi."
"Ah."
"Ho delle idee brillanti, ma poi mi areno sulla fase d'implementazione. Ad esempio, devo ancora prenderti il regalo e non so cosa...se facessimo una busta e via?"

Un uomo temerario ma poco furbo, pausa pranzo.




p.s.  non è il mio compleanno, ma è bello rileggere gli sms. E potete farmi gli auguri lo stesso.

22 settembre 2011

Da qualche parte

"Hai visto dove ho messo i miei occhiali?"
"Mi pare fossero lì, da qualche parte intorno al divano..."

"Cazzo sono in ritardo, in ritardo, ritardoooo!! Le chiavi, dove sono le chiavi della macchina?"
"Prova nella giacca, ah no, forse sulla libreria, o magari sul muretto all'ingresso...insomma devono essere lì, da qualche parte."

"Mescolare il tutto con l'impasto preparato e infornare a 180°...benissimo...zucchero, sì...eccolo...ma dove l'ho appoggiato? mi hai visto anche tu che avevo in mano il barattolo prima, vero?"
"Sì, ce l'avevi in mano, l'avrai messo lì, da qualche parte..."

"Spero per te che la macchina sia parcheggiata qui vicino, non ce la faccio più...dov'è che l'hai messa?"
"In zona, mi pare...qui...da qualche parte..."

"Sono sicura che lei ha già letto la circolare inviatale qualche giorno fa..."
"Ma certo, ce l'avevo proprio qui...spetti un po'...da qualche parte..."

"Dov'è che hai salvato le foto delle vacanze?"
"Sul mio, no aspetta sul tuo, no aspetta sul disco...bhè insomma qui da qualche parte..."

"Oh ma dov'è Magù? ti avevo detto di tenerlo d'occhio uscendo in giardino!"
"Non agitarti, sarà qui anche lui, da qualche parte..."


Da Qualche Parte è un luogo fantastico, una specie di paradiso fiscale per rincoglioniti cronici come la sottoscritta, un eden introvabile. Non vedo l'ora di arrivarci ma ho perso la mappa, è finita da qualche parte.
Chi conoscesse la strada è pregato d'indicarmela.
O se ci fate un salto recuperatemi per piacere  occhiali, chiavi, foto, circolare sull'aumento dell'iva, la macchina,  il barattolo dello zucchero e un figlio.

Grazie.

19 settembre 2011

Abbiamo scollinato: un (doveroso) post di servizio

Tichitichi ce l'ha fatta.
Appurato per tutta la durata delle scorse due settimane che al contrario della maggior parte dei maschi Amorebellodezzia riesce a fare due cose contemporaneamente, nella fattispecie piangere disperato fino al singhiozzo e leggere il libro dei pompieri, siamo fuori dal tunnel e abbiamo imboccato la via dell'inserimento.
Ora lui gioca, mangia, rigioca e imbocca la porta d'uscita non più stravolto da convulsi singulti di pianto, bensì tra la ola delle maestre entusiaste e la tifoseria hoolingan di Susibita al telefono.
Sorella Subli e Nonna Oroscopo hanno smesso di assumere farmaci antistress.
Il vento è forte e le nuvole corrono.
Un cane abbaia e i panni volano via.
Il mondo continua a girare.

E vivono tutti felici e contenti.

FINE.

14 settembre 2011

Se quello non smette di piangere io non reggo lo stress.

Telefonata 1: Susibita - Nonna Oroscopo

"Ciao, l'hai sentita?"
"Sì, poco fa"
"Che dice-che dice?"
"Il solito, mà. Non mi mettere l'ansia"
"Io lo sapevo che doveva restare con me. L'avevo detto io. Probabilmente sono delle incapaci."
"Non dire idiozie mà, sono professioniste, sanno quello che fanno, ci vuol solo pazienza."
" Un bambino più grande, grosso e antipatico gli ha rubato la palla. Che stronzo."
"Mamma!! Ma sono bimbini, perdiana! un po' di tolleranza..."
"Gli ha anche dato una sberla, l'ha colpito di proposito, il mio amoruccolo."
"Gambizziamolo."


Telefonata 2: Susibita - Sorella Subly

"Ciao, come va?"
"Una tragedia, sono arrivata ed era in lacrime, completamente fradicio di sudore. Uno strazio."
"Ma stai tranquilla, vedrai che si risolve, è solo un po' di ansia da separazione, poi ci si abituano."
"Tu dici?"
"Certo. Cerca anche sui libri, che ne so, ci sarà scritto qualcosa su come gestire queste situazioni, no? Prova internet,  qualche forum specializzato."
"Tata Lucia nisba. Non ne parla. Infingarda."
"Ecco qua...allooora...crisi del distacco...ecco vediamo...inserimento al nido...hum...possibili scompensi alimentari..."
"Addirittura?"
"Disturbi del sonno..."
 "Pure?"
"Terapie di psicologia evolutiva..."
"Stai scherzando..."
"...psicofarmaci..."
"...oddìo..."
"Sì, ma stai tranquilla, eh?!"

Tichitichi è disperato. Non ne vuole sapere.
La compagine femminile della famiglia la sta prendendo con un tantinello d'ansia.
A nulla valgono le mediazioni del padre.
"Ma tu che ne vuoi sapere? al nido ce lo porto io ogni mattina. E' me che guarda con la faccia spiaccicata sul vetro come una mosca."
"C'ha ragione lei. Tu che ne vuoi sapere? Sei proprio un uomo..."
"Sì ma lo conosco, è mio figlio..."
"Che c'entra adesso, scusa?"
"..."

A nulla quelle dello zio (Papone).
"Non è che la state prendendo un po' troppo pesante? Trasmettete ansia, lui ne risente, poverino."
"Non siamo affatto ansiose, qui c'è un problema oggettivo. Cosa ne vuoi sapere tu? Sei proprio un uomo...passami un'aspirina, dai. DDDìììo che cerchio alla testa...".

Ricoverateci.

13 settembre 2011

Quel che resta della mia dignità (assai poco)

Il primo anno in cui sono andati a vivere assieme, Susibita e Papone stavano in un piccolo monolocale in cui gli amici andavano e venivano, si facevano cene, si ascoltava musica, si andava in palestra, si arrivava tardi, s'improvvisava.
Una sera Papone, che allora Papone non era, chiama al telefono e dice:

"Susibita, amore, bagliore d'alba nella notte oscura, mia fulgida cometa" (non è vero, non mi chiama "amore" manco se lo prendo a fustigate, ma ripensare alla giovinezza che fu mi rende romantica)
 Comunque, dicevo, mi fa:
"Sto arrivando con F.,  abbiamo del lavoro da fare, ci vediamo a casa?"
"Sìsì, sono già arrivata, faccio un salto da M. la dirimpettaia e le scrocco il caffè."
"Bravissima, a tra poco."

Susibita conosce F. da diverso tempo, non è proprio in confidenza, però vabbhè non importa, è un tipo alla mano, uno alla buona, e poi -diciamocelo- mi capita a casa dopo cena un po' tra capo e collo, vedete un po' voi.
Decide quindi di sorvolare sui  pantaloni del pigiama con stampe a forma di cono gelato e sulla  canottierina di Pukka. Ma anche sulle pantofole a forma di cane.

Scena I

"Heei, di casa??? siete già arrivati? Avete cenat..."
"Ah ciao Susi, questo è il socio di F., è venuto anche lui."

STOP.  FERMO IMMAGINE.
Perchè dovete capire che quello che mi sono trovata davanti sulla soglia di casa non era un uomo.
Era Febo Apollo.
Era...come faccio a  spiegare?
Era tipo Brad Pitt ma senza Angelina e 40 marmocchi.
Era tipo Tom Cruise ma alto e non psicopatico.
Era tipo Kevin Costner ma non puttaniere.
Era tipo Robert Redford ma trentenne.
Insomma era bello, ma proprio bello come quelli che vedi sui giornali, l'uomo più bello che abbia mai visto.


CIAK! Scena II

Ragazzo Figo: "Ciao, piacere! scusa se ti piombiamo in casa così senza preavviso."
Susibita:"Hi-hi."
Ragazzo Figo:"Che casa colorata, com'è carina, complimenti."
Susibita:"Hi-hi"
Papone:"Susi che dici, caffè?"
Susibita: "Hi-hi" .
Ragazzo Figo: "Volentieri, grazie"
Susibita: "Hi-hi"
Papone: "Zucchero?"
Ragazzo Figo: "Sì, grazie"
Susibita: "...Sssscussate le pp-pantofole..."

E mentre Papone e F. lavoravano Ragazzo Figo raccontava a Susibita della flora marina lungo la costa tirrenica, dei set fotografici coi ventilatori e le modelle anoressiche, di vela e  apnea, di sagre del cinghiale in collina e di quanto era felice e innamorato di sua moglie e della loro bellissima bambina,  magari volevo vedere una sua foto?
"Hi-hi. Ma certo." rispondeva Susibita accantonando di malavoglia il pensiero di colpirlo violentemente in testa e tapparlo in una teca di cristallo da mettere di fianco al comodino per accenderci davanti lumini la sera e intonare laudes al mattino.

Poi Susibita e Papone hanno fatto un sacco di cose tra cui studiare ancora, viaggi, adottare un cane e chiamarlo come un motore di ricerca, cene con gli amici, almeno tre traslochi, rimanere incinti per caso.
E Ragazzo Figo è rimasto un tormentone, un episodio mitologico risalente al Giurassico cui nessuno crede più veramente se non per rinfacciare "Scusa, è come se io avessi portato in casa Michelle Pfeiffer e non ti avessi detto nulla, lasciando che tu ti presentassi in pigiama. Questa non me la dovevi fare. E' sleale."
Ma in fondo, poi, nessuno ci pensa più.

Finchè.
Stasera.

Papone: "Sai chi ho incontrato oggi? F., un sacco di tempo che non lo vedevo. Dice che ha in mente progetti nuovi, che dovremmo vederci, magari anche con M."
Susibita: "Hi-hi"
Papone:"Non cominciare a ridere come una cretina"
Susibita: "Hi-hi. Ma de che? Io? Hi-hi"
Papone: "Susi, non sembri neanche tu, insomma. Datti un contegno."
Susibita: "Glu-glu"
Papone:"Non c'è speranza, un po' di dignità perdinci. Poi magari lo vedi ed è pure diventato pelato"
Susibita:"Hi-hi."
Papone:"Vabbhè senti, cambiando argomento: sei poi uscita oggi con Magù?"
Susibita: "Chi???"
Papone: "..."

8 settembre 2011

Ho come questa sensazione di galvanizzazione.
Galvanizzazione.
Non saprei dire precisamente cosa significhi, ma è certamente ciò che provo.
Il blu elettrico del mare, il sole forte che mi strizza gli occhi.
Gli scogli là in fondo che vanno su e giù.
L'imprevedibilità dell'onda che cresce.
La sensazione ridicola dell'acqua salata giù per la gola.
Il sale pizzica.
La voce di Lui che ride dicendo "chiudi la bocca, non ingoiare".
La pelle di Lei: tiepida, riposante.
Pluff, coff, eh!

Accipicchia che ridere oggi pomeriggio.
Il pomeriggio in cui ho imparato a nuotare (coi braccioli).


5 settembre 2011

Susibita, Papone e Magù stanno trascorrendo qualche giorno a scrocco in una ridente località di mare su cui Settembre si affaccia languido e pigro.
Fanno castelli, travasano sassolini, inzaccherano stuoie e guardano la luna sulla terrazza far capolino nel rosa del cielo .
Ora che è tranquilla e stacca la testa Susibita legge due libri (uno in spiaggia e l'altro a casa, perchè è a scrocco pure quello e non vuole rovinarlo), strizza capelli che sanno di sale, beve lunghi caffè in grandi mug colorate di rosso la mattina presto presto, quando gli altri ancora dormono; pensa a tante cose, alcune belle, altre un po' brutte, ma poi infila magliette che sanno di crema e allora pulisce con grande soddisfazione il fantastico piano lavoro della cucina, ascolta lontana la risacca del mare che lucida i ciottoli e respira l'ultima estate.
Magù ignudo piscia sulla sabbia, ruba rastrelli, offre formine, rincorre gelati, lecca sassi, si abbandona alla goduria di lasciarsi spalmare, ingoia acqua salata, sorride alla mamma, seppellisce il papà, manda bacini e impara il proprio nome.
Nelle ore più calde Susibita e Papone addormentano il pargolo, poi accendono i pc, scrivono o telefonano, leggono la posta e rispondono vendendo assaliti da una rapida ansia che svanisce subito passeggera perchè intanto è già pronto il caffè e perchè tanto siamo lontano da tutto e da tutti, e magari qui ci nascondiamo e non ci trovano più e viviamo così, in una casa con pesciolini di terracotta alle pareti e candeline accese tra le conchiglie, usando 2 spazzolini in 3 e un solo dentifricio che sa di Big Bubble e sopra c'ha scritto Cattivissimo Me, perchè quello dei grandi alla menta che pizzica ce lo siamo dimenticato.

26 agosto 2011

Non abbandonateci. Un appello agli amici senza figli.

Mi ha scritto un'amica.
Dice che è stata a casa di amici, dice che erano tre coppie di cui 2 su 3 in attesa.
Dice che tutte le sue più care amiche ormai o sono incinte o hanno già figli.
Dice che comincia a sentirsi un po' un pesce fuor d'acqua e che fonderà un gruppo Fb "30 odds and childless".

Volevo dirle che la capisco.
Volevo dirle che quando sono rimasta incinta io di amiche incinte non ne avevo.
A 29 anni.
E' strano, se ci pensi. 29 anni mica son pochi per fare un figlio, no?
No dico, ci vorrebbe tutta a dire che non è un'età più che plausibile.
Eppure il deserto dei tartari, c'era.
Tralasciamo le ragioni sociologiche del fenomeno, il precariato a vita, l'eterna scolarizzazione, i contratti di stage e pure la sindrome di Carry Bradshaw.

A suo tempo per me la cosa fu un problema non indifferente e la ragione principale per cui andai a cercare nuovi contatti nel mondo blog.
Nessuno cui chiedere:
"Anche i vostri amici raccontano delle loro favolose vacanze in coppia liberi come le mutande mentre voi vi fiondate a molla a vomitare sul water?"
O anche:
"Pure voi avete perso la visibilità dei vostri piedi sotto la doccia?"
Oltre a:
"E' proprio necessario che stiamo qui tutte in cerchio come alcooliste anonime ad esercitare l'elasticità del perineo? Posso uscire? Eh? Posso?"
E dopo:
"Oh cazzo ha cagato verde, che significa??"
Insieme a:
"A.A.A. affittasi lattante. P.S. Massima serietà, pagamento in contanti."

Cercate di capire, non è semplice proprio per una mazza.
Ed è per questo che vi lancio un appello: non abbandonateci.
Perchè si può avere figli e non voler necessariamente parlare solo di parti e otiti.
Perchè abbiamo tanto, tantissimo da dire anche di politica, musica, religione, cucina mediterranea e giardinaggio.
Non necessariamente in quest'ordine e non necessariamente con cognizione di causa, ma ci sforzeremo. Un po' come tutti.
Perchè potete invitarci fuori lo stesso, non siamo contagiosi. Nostro figlio per la maggior parte dei casi sì, ma noi no.
Magari vi chiederemo di scegliere quel tavolino lì fuori, un po' più tranquillo, o andremo via un po' prima del solito ma -davvero - saremo d'ottima compagnia.
Al massimo potremo giusto tentare un paio di volte di scappare dalla porta sul retro e smollarvi il nano - così - tanto per provare il brivido dell'ebrezza.
...
Scherzavo, hihi.
Ve la siete fatta sotto, eh?

Ahem, dicevo.
Perchè se non ce lo fate capire voi con uno svogliato "ah, sì...hem...carino, lui..." noi capace che andiamo avanti tutta la sera a farvi vedere sul telefonino le foto del pargolo al mare, in montagna, nel lettino, sulla sdraio, all'asilo, dai nonni, sulla tazza, nel lavabo.
Per favore fermateci.
Non abbiate pietà, fermateci.
Perchè abbiamo bisogno di voi per renderci conto che una serata al ristorante non è solo "Scusate, mi coprite gli gnocchi che mi stanno in caldo? Amore vieni fuori da sotto quel tavolo, in che senso CAC-CCA?".
Ma anche, ad esempio: del buon vino, programmare cosa fare la domenica, ripromettersi di dormire fino alle 11, cosa c'è fuori al cinema?
Perchè voi siete una benedizione che ogni giorno ci ricorda ciò che siamo sempre stati e che vogliamo continuare ad essere: il lavoro e gli amici, i viaggi che sogniamo, le grandi passioni, un ottimo libro che non finisca in rima (cucciolino, tesorino, fai la nanna, saccottino...), un ragazzo che ci taccheggi sulla spiaggia, 1 ora a pettegolare al telefono mentre facciamo la ceretta o il semplice saltarsi addosso anche di giorno e in cucina.

Per tutto questo e perchè quando sarà il vostro turno non vi diremo "te l'avevo detto".
Non abbandonateci, vi prego.

25 agosto 2011

Al banco del pesce

Lei è una signora che si dà un certo tono, anche ora che sta in fila col tailleur di lino, il sandalo di cuoio, le unghie pittate e il capello cotonato.
Una di quelle che stanno attente alla linea, comprano cosmetici naturali e fanno cure termali bio-ayurvedico-rigeneranti due volte l'anno.
Una di quelle abituate a sentirsi dire "Cava ma che dici, non li dimostvi affatto."
Una che sta sui 50 ma che si compiace di far credere che invece è sui 40.


"Gno-gna?".
"...". Gelo.
"Gnogna??".
"...". Tremolìo del labbro inferiore.
"Gno-gna!! AH-ah!!"
Ditino grassoccio puntato.


Lei voleva solo fare la spesa.
Ora è una donna distrutta.

23 agosto 2011

E risuona il mio barbarico Gaku sopra i tetti del mondo*.

-Waltù-

* dicesi placeholder o "tecnica del ce sto a provà", ovvero "come intrattenere inutilmente i tuoi lettori non avendo energie per scrivere le molte cose che hai nella testolina e che sono immobilizzate dalla calura".

20 agosto 2011

Non sappiamo che genere di creatura sia.
Di quale regno o famiglia faccia parte.
Io ancora non sono riuscita ad avvistarlo.

Sappiamo solo che si chiama Gaaku.
E che vive nel nostro televisore.
Magù ne è certo.

14 agosto 2011

Indovinello

Chi e' l'animale che lavora a ferragosto?
Chi ha bucato la ruota di notte in campagna?
Chi ha ridotto la sua prospettiva di mare da 2 gg a 1 gg e mezzo?
Chi ha il braccio gremato?
Quale gatto e'risultato immunodepresso?
Chi si sente molto privilegiato ma anche un tantinello sfigato?
Chi non ha tempo di scrivere un post serio e fa indovinelli idioti?


P.s. Le risposte rovesciate sono in fondo pagina.

27 luglio 2011

Ciò che è degno di essere considerato.

Ad esempio un cane che scodinzola, è degno di essere considerato.
Il linguaggio lento dei vecchi.
Chiunque si scusi.
Quelle foglie piccolissime nel vasetto sul mio terrazzo.
Chi paga la spesa e va avanti.
Degna è la mano che chiede.
L'acqua che disseta il mio bambino.

La lampadina che accende una stanza, il canto di un coro fuori da una chiesa.
Non sprecare carta, riciclare un vecchio lenzuolo è cosa molto degna.
Degno è il pensiero onesto.
Conoscere i nomi delle stelle.
Chi cura la terra.
Chi studia la storia.
La parola "grazie".

Considero degno chi ha provato vergogna di sè stesso.
Il primo libro che ho letto.
Il mestiere d'insegnare e l'odore bianco del gesso.
Gli oggetti di legno e i fazzoletti di stoffa.
La pioggia in autunno, il freddo d'inverno, il caldo in estate e le giuste stagioni.

La parola "lavoro" è tra le più degne.
L'amore fatto al buio.
Non vergognarsi di dire " mi hai fatto male da morire".
Quando non riesci a smettere di ridere.
Chi ha tanta paura.
Chi non ne ha per nulla.

Non saperti spiegare, bambino, ma provarci lo stesso.

26 luglio 2011

Le corna spiegate a mio figlio.

C'è solo una cosa peggiore del prendere un virus gastrointestinale a Luglio.
E' che lo prenda tuo figlio di 18 mesi.
Il tunnel termometro-daje di tachipirina-in bagno! in bagno! è stato coraggiosamente affrontato dal piccolo Magù con stoica resistenza, una prodigiosa capacità d'imbrattare pannozzi, un'accanita, instancabile tendenza all'accozzamento frignulento, un dolcissimo spezza-cuore sguardo da 7nano.

Il piccolo convalescente è arrotolato sul divano, ti chiama sventolando il libro delle filastrocche con l'occhio 7nano di cui sopra, tu ti riprendi dallo svarione d'amore traboccante come le bollicine dal bicchiere di spumante, ti siedi accanto a lui, gli scosti una ciocca di capelli un po' umida, lo baci sulla fronte tiepida appena sfebbrata, e apri una pagina a caso.
Questa.


Con in testa la parrucca
a ballare va la mucca
nella stalla poi ritorna
dal marito con le corna.


...
No vabbhè, ha un che di geniale.

14 luglio 2011

Dicono di.

Lei è una che diffida di chi non sa essere gentile.
Chi le stringe la mano svogliato, molle come uno straccetto le fa sorgere come un sospetto a priori.
Lei è una che guarda moltissimo e si fa una sua idea, ma non la dice subito, aspetta di arrivare a casa e che qualcuno le chieda "allora, che ne pensi? guarda che ti ho vista, so che hai un'idea."
A lei piacciono quelli che li capisci , cos'è che vogliono, quello che li delude e ciò che non tollereranno mai.
La mettono a suo agio.
Il non sapere con chi ha a che fare la mette in agitazione e fa sì che cominci a muoversi nervosamente e sudare, come quando stai in pantaloncini su una poltrona di pelle che appiccica.
E poi -chiaro- quelli che sanno ridere.
Soprattutto di sè stessi.
Quando le capita d'incontrarli si rilassa subito, perchè ha la certezza che non avranno paura di nulla, visto che hanno imparato a non prendersi troppo sul serio.

Di lei invece si potrebbe dire che è sensibile.
Qualcuno direbbe che è dolce.
Idealista, fragile, permalosa, braccino corto, ingenua, gentile, approssimativa, senza senso delle proporzioni, istintiva, infiammabile, maldestra, svagata, curiosa, infantile, trasparente, un tantino bimbominchia e parecchio cazzara.
Molti la troverebbero buffa.
Pochi direbbero che sa guidare.
Nessuno direbbe che è elegante.
Tutti direbbero che è stordita.

Lei direbbe che ama ascoltare la notte salire su per i muri d'estate.
Lasciar fuori i pensieri a grattare la porta e miagolare.
Non farli entrare.
Attorcigliare le gambe e sentirne il fruscìo sotterraneo, come di acqua corrente, segreta.
Lei direbbe che questo basta per conoscerla, ma solo ora e per poco ancora, tra le undici di sera e il lavandino che gocciola.

7 luglio 2011

Una è lì che sta per chiudere il piccì e andarsene a letto quando quello ti notifica la newsmail mensile di UnoDei15.000PortailPerMamme a cui ti eri iscritta in gravidanza.
Newsmail che s'intitola tipo così: LE 5 COSE SUL PARTO CHE DEVI ASSOLUTAMENTE SAPERE.
Ora, permettetemi solo una breve rilettura del tutto.
Così, tanto per mettere i puntini sulle "i".

La rilettura di Susibita:

1. Dimentica il tuo piano parto - Perchè, c'era un piano?

Vorrei una musica soffusa, delle candele alla vaniglia, il mio compagno accanto a me e mille altre cose. E' il piano del parto che probabilmente avrai scritto con tanta cura e dovizia di particolari. Ecco, nella concitazione del momento il tuo piano potrebbe essere del tutto dimenticato.
I medici saranno impegnati a far uscire il bambino, tu sarai impegnata a respirare e a spingere. E il tuo unico pensiero sarà che finisca al più presto.

E il secondo "La verginità è sottovalutata."


2. Non sentirti in imbarazzo - Maddeche? sto solo in mezzo a 12 persone aperta come una cozza.

Durante il travaglio potresti sudare tantissimo, gridare, trovarti nuda tra tante persone.
Non preoccuparti: nessun imbarazzo. Medici, infermiere e ostetiche ci sono abituati e non è certamente il momento adatto per pensare al bon ton.
All'inizio potresti sentire la voglia irrefrenabile di coprirti il più possibile. Ma ad un certo punto, a travaglio iniziato, ti renderai conto che nessun pudore è permesso e che potrà arrivare anche il garzone del bar...nessuno starà lì a fissarti con sguardi indiscreti.

No certo: dici a parte 1 ostetrica, 1 infermiera, 1 seconda infermiera che passa di lì, quella delle pulizie, il tuo ginecologo, il collega giovane e figo del tuo ginecologo e - se non è andato a farsi una birretta- il padre di tuo figlio.

3. Ogni parto è diverso - O "Dell'arte del Paraculo"

Sei stata diligente e hai seguito tutte le indicazioni che ti hanno dato al corso preparto, hai imparato le tecniche di respirazione e intendi applicarle al momento giusto. Non illuderti: ogni parto è unico e diverso e come sarà lo scoprirai solo al momento giusto.
D'altronde potresti anche essere fortunata: tante donne rivelano che, alla resa dei conti, l'esperienza è stata meno dolorosa di quanto avevano sentito dire e di aver esagerato con grida e pianti per timore di non ricevere la giusta solidarietà dal proprio compagno dopo il parto.

No vabbhè queste ora le voglio conoscere, vi prego.

4. Spesso non è come te lo eri immaginato - Per la serie "ho appena partorito Bilbo Beggins, ma è così cariiiiiino..."


Appena nati i neonati sono spesso bruttini, ricoperti di una sostanza viscida e biancastra, i lineamenti un po' stressati a causa della fatica del parto, disperati per il pianto e il freddo.
Non sembra proprio l'angioletto che avevi immaginato per tutti e nove i mesi di gravidanza.
Eppure basteranno poche ore e il tuo piccolo diventerà un neonato rosa e sereno.

Leggi anche: ti vien fuori sto rospo, una specie di nano rugoso con la peluria tipo David Gnomo, ma con la faccia di Fassino.
Però è tanto bellodemamma...

5. Il tempo fa dimenticare - Seeee. Ah-ah.

E' proprio vero che i dolori del travaglio e del parto con il tempo si dimenticano. Si scorda l'intensità di quel dolore perchè, forse, la gioia per la maternità supera di gran lunga quella sofferenza.
Al punto tale che potresti essere tentata dal desiderio di ripetere l'esperienza.

Ed è in quel preciso momento che faresti bene a convincerti che il sesso è decisamente sopravvalutato.

5 luglio 2011

Quello che mi son dimenticata di dire

Lo so che ho parlato di feste del nido, tacco sì tacco no, referendum, googhini innamorati e nonne che mi hanno detto ciao.
E non ho detto che cammini, che ora corri, che parli, a modo tuo.
E' che non me ne hai dato il tempo.
Non sarei mai riuscita a starti dietro, dammene atto.
T' ho lasciato che traballavi tra la sedia e il divano e ora fai il waka waka.
Non ho fatto in tempo a prepararti lo yogurth sul tavolo che passando t'eri già servito.
Ridevi quando nascondevo la testa sotto il berretto di lana e oggi da dietro la tenda ghignando mi hai guardato e hai fatto: "cu-cù?".
Googhi raccoglie i frutti di mesi di stoica rassegnazione quando lo abbracci e ogni mattina lo cerchi.
Io ti do il tazzino di Topolino col beccuccio ma tu sai che il bicchiere fa più figo.

Per te mama è mamma, che poi sarei io.
Babààààà è papà, ossia Papone ti voglio qui, subito, vieni immediatamente.
Gno-gno-gno-gno è no. Ma proprio gno.
Ughi, o Ugh è Googhi. Ma anche Arturo. Ma anche cane, passero, il ragnetto che passa, 'na lucertola.
Per te 'azz è grazie, ma solo quando -raramente- ti gira.


Per te ogni cosa è degna di essere indicata: l'aereo che passa, il trenino rosso sul libro, la panza del tizio in coda alle casse.
Per te il tempo è dilatato, e 3 giorni valgono mesi.
Quello che impari in un pomeriggio all'asilo io non lo potrei memorizzare in 1 anno.
Come fai?
Com'è successo?
E' uno stupore simile a quello che mi prendeva la mattina quando passavo davanti allo specchio e vedevo riflessa la mia panza, sempe più grossa, e non mi riconoscevo, mi pigliava una sincope ogni volta. Oh cazzo ma che è? quand'è successo? di notte?

Non ti sto dietro, gno gno.

30 giugno 2011

C'mon Susi, let's go party (U-o-ho, U-o-ho)

- Politically correct -

"Susibita come mai la torta è così marrone?"
"E' al cacao."
"No dico, perchè è così tanto marrone tutto intorno ai bordi?"
"E' al cacao."
"Susi, fammi capire... quella è la torta che ti hanno chiesto di fare per la prima festa d'asilo nella vita di Magù e tu l'hai bruciata?"
"Non è bruciata. E' solo diversamente cotta."

- La giustizia divina esiste, e io ne ho le prove -

"Susi quella signora si è avvicinata alla tua torta."
"Ah sì?"
"L'ha osservata, poi ha fatto un sorrisino stitico ed è passata oltre. Ha preso una fetta di quella bella crostatona sugosa lì a destra."
"La cosa non mi tange."
"Perchè?"
"Perchè quel tizio là appoggiato al muro che ha passato gli ultimi 20 minuti a scaccolarsi è suo marito."

- Un tempo avevo una mia identità, poi ho fatto un figlio -

"Ciao, io sono la mamma di Enrichetta. Mia figlia la puoi riconoscere perchè è quella coi bei codini fatti dalla nonna e il succo in mano."
"Ciao, io sono Susibita."
"... Sì, ok. Hem...vabbhè. E sei la madre di...?"
"Di Magù. Lo puoi riconoscere perchè è quello bavosetto che sta pomiciando vigorosamente col pavimento per raccattare i pop-corn caduti."

- Non è vero che i bimbi son tutti carucci. Ci sono pure quelli un po' stronzi -

In fila per lo scivolo.
Susibita: "Bravo Magù, dai che ci sei! Ancora un gradino e poi sei pronto per il lancio!"
Nana: "Ci sono prima io."
Susibita: "Ma no piccolina, cosa dici? tu sei appena scesa, non puoi infilarti davanti ai bimbi più piccoli, loro ci mettono un pochino a salire, vedi? devi aspettare solo un attimino."
Nana: "No. C'ero prima io."
Susibita: "Scusa come hai detto?"
Nana: "Io, io. Prima io!"
Susibita: "No bella, guarda. Non hai proprio capito. Ne hai passati 3 che hanno la metà dei tuoi anni, fai la brava e aspetta il tuo turnicino caruccio-caruccio, eh?"
Nana: "No, no, e no."
Susibita: "Amore bello de tata... e dimmi: dov'è che avete parcheggiato, esattamente?"
Papone: "Susiii!!!"

21 giugno 2011

"Va bene vai vai, fila fuori in fretta ma torna prestissimo eh, perchè ho lasciato Bisnonna Profondo Nord a saccheggiare caffè a stomaco vuoto. Fa sempre così quando litighiamo, per ripicca. La detesto..."
"Mà, è solo una ceretta. Persino a me ci vuole meno di 1 ora..."
"Ok, io intanto ti metto su il sugo così stasera non devi cucinare, vuoi che gli faccia il bagnetto? Guarda qui che gas, ora gli do una passata."
"Si vabbhè mà, non è che mi devi fare da colf, riposati anche..."


1 h dopo.
Quando si dice "ti prendo alla lettera":

20 giugno 2011

Playing on the floor.




Io gioco da solo.
Su piastrelle fredde di maiolica e rilievi.
Col cestino che sa di paglia e la frutta profumata di legno.
Ho mani che accartocciano idee.
Una testa indaffarata, tra ricci spettinati.
Mamma, non ricorderò questo momento.

CliCK.

17 giugno 2011

C'è uno di quei negozi, non dirò il nome, dove si prendono le canottierine in svendita a 4.99, vendono solo taglie dalla M in giù e l'età media delle acquirenti è 17 anni.
Uno di quei negozi dove la presenza di una tizia con passeggino calza quanto quella di Lady Gaga al convegno di CL a Rimini.
Non c'azzecca una fava, ecco.
Ma indovinate un po'?
Manco a dirlo io stavo là, tra magliette con vampiri innamorati e felpe con tittiesilvestrino (otttìììo...quando passo il limite della decenza e comincio a diventare patetica fatemi un fischio. Hem, no. Non intendevo così presto, dai. Contavo un'altro paio d' annetti...dopo smetto, giuro.) e - veramente - non ho comprato nè l'una nè l'altra, stavo solo facendo manbassa delle canottierine che quelle, si sa, sono senza età.

Poi le ho viste.
E mi è sopraggiunto questo schizzo, non so come.
Sarà stato l'effetto dell'insalata coi fagioli seguita da caffè con panna di poco prima.
E' che devo confessare questa cosa:
IO NON HO MAI. PORTATO. I TACCHI.
(bbuuuu).

E' andata così: che a 20 anni pensavo maffigurati se mi metto quelle robe scomodissime, sono ggiovane io, non ho bisogno di artifizi (sì, dicevo proprio “artifizi” o cose del genere, ma vabbhè, non ero normale) per sentirmi più bella, c'ho l'anagrafe dalla mia, e poi faccio sport e delle discoteche non me ne può fregare di meno. Suono la batteria -perdinci- mica faccio la fighetta nei locali, ai concerti si può pogare seriamente su quei trampoli, secondo te? Poi ti dirò: mi fanno pure un po' vecchia, dai, manco avessi 30 anni...

A 25 invece.
No, non ce la posso fare, guarda. Sono andata alla laurea di D. e dopo 7 secondi su quei cosi e i s.pietrini mi sarei fatta l'Aula Magna in ginocchio sui ceci, piuttosto.
Non fa per me e poi diciamocelo: c'ho 25 anni ma ho lo spirito di una 19enne in converse, delle discoteche e dei locali fighetti contnua a non fregarmene niente.
I tacchi imparerò a metterli poi, quando sarò più vecchia, che ne so, tipo a 30 anni...

Oggi.
Scusi, che mi posso provare quei sandali alti là? No, non quelli lucidi che fanno un po' zoccoletta, dico quelli etnici con quella grossa base tipo sughero un po' anni '70.
Per quanto... pure quelli da zoccoletta...no vabbhè - haha, scherzavo- mi passi gli altri, 37-38 grazie, veda un po' lei.
Roba che te li metti e ti accorgi per la prima volta in 30 anni di avere due gambe.
Che ti spieghi perchè donne ben più lungimiranti di te li usano da tempo. Mica sceme.
Che ti spieghi com'è che 5 minuti fa con la commessa a fianco sembravi la figlia illegittima di Brunetta e invece adesso te la giochi alla pari.

Allora hai fatto un passo.
Un grande passo.
E hai concluso:

Belline son belline, slanciano che è un piacere, ma Susibita - guardiamoci in faccia- ti sei sfracellata sullo scaffale pigiami dopo mezzo metro.
E poi insomma, son passati 10 anni e nel frattempo- manco se ne sentisse il bisogno- ti sei pure riprodotta. Mettersi in pista a 30 anni, hessù-dai...c'hai una certa età adesso...


Ok, coltivo amorevolmente un serio problema con la percezione della mia età anagrafica.
Quindi che faccio: le compro?

15 giugno 2011

Sul letto

E' dolce il momento
in cui siete sul letto
occhi negli occhi
lui sorride,
gli sorridi.

Ti solletica l'orecchio,
tu che ridi tra i capelli.
Ancora una carezza,
manda un bacio e una pernacchia.

Poi - improvviso-
stringe
quelle cazzo di manine.
E ghigna.
Con la tua ciocca in mano.

13 giugno 2011

E adesso pedala.

NonnoVa-e-Vieni: " Brave, brave. Complimenti. Siete andate a votare tutte e 3, come oche. E adesso? Adesso come facciamo -realisticamente- a produrre energia sufficiente? me lo spiegate voi, che siete abituate bene? Che facciamo, eh? Pedaliamo??!"

Nonna Oroscopo: "Mmm, bravo. Non mi pare rischiamo di disintegrare intere città, in questo modo. Bell'idea."



Quello che mi piace della mia famiglia è che non siamo d'accordo su niente.


"Mi stai dicendo che ti sei dimenticato a casa la tessera elettorale???"
"Stai calma. Niente panico."
"Ma certo!! noi ci spariamo 350 km perchè tu possa votare e tu che fai?? mi dimentichi la tessera??? Ti sembra un comportamento maturo? civile?? E adesso????????"
"Adesso vado e mi faccio dare la copia, poi ti confermo che è tutto ok. "

1/2 h dopo.

B-POP. Messaggio gtalk:
"Il cittadino Papone ha votato".

Mi farà venire i capelli bianchi, quest'uomo.

8 giugno 2011

Ginger Girl

Lei è una rossa, occhi dolci variegato nocciola.
Se ne sta là seduta come fosse al centro del mondo.
Quando si alza è perchè lo ha deciso lei, non perchè lui la stia chiamando da venti minuti.

Lei gli ruba il giocattolino di plastica.
Si lascia rincorrere. Per un minuto, circa.
Poi si risiede e lo ignora di nuovo. Per il successivo quarto d'ora.

Lui è un maschio, ed è semplicemente quello che è un maschio davanti a una rossa-occhidolci-variegatonocciola-chegliruba-ilgiocattolino.
Un idiota.
In questo momento ti venderebbe per mezzo cammello, il deficiente.
Lo guardi impetosita, cercando col lumicino un residuo di dignità nei suoi occhi, qualcosa che non ti confermi l'ovvio, quello che già sapevi, che sai da sempre.
Lui ti restituisce quello sguardo un po' mortificato e molto imbecille, che ci posso fare? è più forte di me.

Finchè a un certo punto tutta la manfrina finisce perchè il babbo viene a riprendersela.
E sta a te prepararti a consolarlo mentre lei sale sulla macchina senza neppure voltarsi, quell'altro stagliato sulla soglia, struggente come Albano Carrisi al Festival.
Imbarazzante.

Adesso sei qui a fargli i grattini dietro alle orecchie, a sussurrargli dai, ma che ti frega? non sa quello che si perde. Quella è una che se la tira, non perderci tempo.
Lui ti guarda con quegli occhi languidi, un po' umidi, piazzando la testina sulla tua coscia.
Mentre batte la coda sul pavimento, piano piano.

6 giugno 2011

L'essere umano è una creatura terribilmente versatile.
E' sostanzialmente a causa della sua innata capacità d'adattamento che da milioni di anni ammorba l'esistenza a tutte le altre specie del pianeta con la sua presenza.
Perchè si ambienta, sempre.

Tempo 6 giorni e quello capace che ti si eclissa completamente.
Ti perde il senso del tempo, il flusso delle abitudini di centinaia di giornate.
Puf.
Via.
Tra le onde.

Perde il concetto di "scarpa" e filtra tutt'al più quello di "infradito".
Riduce la propria vita cerebrale a quella del paguro che passa lì di fianco.
L'attività più performante richiesta all'unico neurone ancora attivo consiste nella scelta tra la protezione solare 4 o 6.
In uno scatto di genio completa il 7 verticale, 4 lettere, ballano se manca il gatto.
Dopo 2 ore.
Si autocompiace della propria abbronzatura.
Pancia in su. DDddio, che ffatica....ah. Collasso. Pancia in giù.
Indugia nello stendere il balsamo sotto la doccia.
Sviluppa una golosa, oziosa, nullafacente dipendenza alimentare verso Nonna Cecca e il suo croccante fritto misto di mare casalingo, consegnato caldo e fumante sotto diversi strati di carta alluminio.
Comincia a convincersi di poter passare il resto della sua vita in bikini e pareo.


Invece dopo.
E' ancora lunedì.
Con 75 messaggi di posta elettronica non letti.
Vojo morì.

Aridateme le cozze, vi prego.

31 maggio 2011

"Oooh, la connessione! bene, così posso andare un secondo sul blog."
"Ma che ci vai a fare? siamo al mare, che ti frega del blog."
"No, infatti, passami la crema vah. E' che non li ho neache avvisati, mi pare scortese."
"Ma chi?"
"Bhè, loro, no? Loro, quelli che...insomma loro, i miei...ehm..i cosi, come vuoi chiamarli...i miei lettori..."
"Chi??"
"Loro, ho detto. I lettori, i miei lettori. Ecco, l'ho detto."
"??!!"

E poi vabbhè niente, si sta ancora rotolando sulla sabbia, ecco.

p.s. Magù se la sta girando a pisello ignudo e con un pesce in bocca. Aiuto.

26 maggio 2011

Dicci dicci

"Cara Susibita, ormai è un po' che ci conosciamo e che Magù frequenta questo asilo."
"Mm."
"Abbiamo capito sin dall'inizio che avevamo a che fare con una persona un po' particolare, sai, per via di quel tuo modo di fare un po' svagato che non si capisce bene se ci sei o ci fai."
"Sì, ho presente. Vagamente."
"Ecco, appunto. Poi c'è stata quella volta che vi abbiamo chiesto di scrivere 2 paroline 2 su cosa rappresenta il nido per voi e tu te ne sei saltata fuori con quella roba in cui ringraziavi sentitamente la coperativa che ci gestisce perchè è grazie a lei che hai ripreso ad avere una vita tua, farti la doccia o la ceretta e infatti non hai più le liane sulle gambe. Poi ti sei anche firmata qualcosa tipo Vostra per-sempre-grata Susibita."
"Mm."
"Abbiamo preso tempo e siamo rimaste a guardare, benchè fosse ragionevole sospettare - ne converrai- che spippassi più di Raz Degan".
"Malevoli donne."
"Dulcis in fundo oggi ti presenti a prendere il bimbo con quella maglietta lì.
Che davanti c'hai scritto HELLO KITTY MAIALA."
"Ahem, sì, posso spiegare..."
"No, no, adesso devi rispondere a questa domanda..."
"Vi prego, i servizi sociali no...faccio la brava, giuro. Mi applicherò, maturerò."
"Ma dove l'hai comprata??? Dicci-dicci, ti prego... è fichissima!!"

C'è da dire che le tate del mio asilo sono troppo avanti.

24 maggio 2011

E quindi siamo qui: io, lui, e lei.
Dove lei sta per Lei, Nonna Pensaci Tu.
Aka sua madre.
Aka mia suocera, nel caso in cui un giorno Papone decidesse in seguito a violenta botta in testa di volersi veramente sposare una come me.
Lei che è molto nonna, tanto ex-maestra, un po' mamma e parecchio suocera.
Anche se non lo ammetterebbe manco sotto tortura.
Perchè lei è convinta che no, "mica sto facendo la suocera, è che dico quello che penso. A Susibita non da affatto fastidio, vero Susibita? Ad esempio sto cane che sta sempre in mezzo e lo trattate come fosse un altro figlio secondo me non va mica bene eh."
"Mm. Eh? Che?"
"Susibita starai mica adottando la tattica elusiva del scusate non stavo proprio facendo caso al discorso, ma ora inizia quell'interessantissimo documentario sulle usanze del Verme Arrampicatore e non posso davvero perdermelo. Perméésso... scusàààte... "
"Ma chi? io??!"
"Sì lo fai sempre: fai finta di ascoltare un po' distratta mentre annuisci e fai sìsì con la testa come per darmi ragione ma poi alla fine fai come ti pare a te comunque"
"Non è vero, nego tutto.
E comunque non ne ha le prove.
Mr Googhi!! ntch-ntch-ntch amorebellodimamma!! vieni qui cuccicucci, sdraiati sul tappeto viscinoviscino...pciù..."

Lei che sbriciola sotto il tavolo come un esercito di criceti infoiati nella segatura.
Lei che si abbozzola sotto le coperte.
Lei che fa le retate nel cascinale abbandonato e torna soddisfatta, con un bottino di piantine di salvia con le radici e ciliegi selvatici.
Lei che legge Sull'Adda e parla di Valtellina.
Lei che non taglia il formaggio, lo scotenna. E lo lascia sempre lì così, tagliato tutto storto.
Lei che si porta dietro il Magù nelle retate, lasciandomi preziose, luccicanti ore di libertà.
Lei che ti dice la sua. Sempre. Soprattutto quando non gliel'hai chiesta.

Abbiamo 56 h da passare insieme, da sole.
Io. Lei. Magù.
Uno è già a letto.
Una sta guardando "i pacchi".
L'altra se li sta tirando.

Non potremmo essere più diverse, ma siamo innamorate degli stessi due uomini.
Vorrà pur dire qualcosa.

18 maggio 2011

Limortacci al coccodrillo

C'è stato un tempo in cui io e Sorella Subli viaggiavamo in due urlando gli Skunk Anansis con la radio volume 15.
E' stato diverso tempo fa, tipo che Bersani c'aveva ancora i capelli.
No, forse non così tanto in effetti, ma è un tempo che ormai percepisco un po'così - come dire?- giurassico.

Adesso viaggiamo in 4 e quelle che urlano non siamo più noi ma i 2 nani, che a Skin -senza offesa- je fanno una pippa.
Adesso viaggiamo in 4 e per farli smettere cantiamo comecazzofailIlcoccodrillo.
Adesso va bene qualunque cosa pur di farli star zitti.

Lo Sceriff-fo-fo.
Popoff il cosacco dello zar.
Intramezzo canti storico-popolari I: La Bella Gigogìn.
War (in the name of love).
Intramezzo canti storico-popolari II: Ho tu, Povero Alpino e a seguire il Piave Mormorava.
Viscious (Oh baby you'r so viciooouuus).
Samarcanda.
Sezione "amarcord", nell'ordine: Milaeshiro, Hellospank, Macarlettochiè?, O-o-o-occhi-di-gatto.
What's the story morning glory.
Intramezzo canti storico-popolari III: La bella la và al fosso (ravanei, remulass, barbabietole e spinass).


Adesso quella delle due che sta al posto del passeggero si deve arrotolare intorno allo schienale per infilzare (ops, scusate...volevo dire "infilare". Sìsì...) il ciuccio nella bocca del primo e dare una mazzata in testa al secondo.
In quel mentre può accadere che dal telefono compresso nei jeans partano chiamate involontarie, ma solo per fare un esempio, eh.

"Sì pronto?"
"...SONOLETAGLIATELLEDINONNAPINAA...UN PIENO DI ENERGIA...EFFETTO VITAMINA!!"
"Pronto? Ma chi è?"
"...MANGIATE CALDE COL RAGù...COL RAGù!!! ". Pettate un secondo eh, nani. Che mi è sembrato di sentire...Cazzo ma chi è che rompe i maroni proprio adesso...PRONTO?"
"Pronto, ma chi è?"
"Ma chi è lei semmai !- scusi -mi è arrivata la chiamata, eh!"
"No, veramente la chiamata è arrivata a noi da lei. Qui è il Credito Cooperativo dei Giovani Imprenditori di Sti Caxxi."
"Ah. Ahem. Quelli che ho chiamato ieri perchè avevo sbagliato a fare l'f24 e che mi hanno aiutato ad annullarlo? quelli che mi hanno salvato da morte certa per mano dei soci perchè non trovavo più il codice segreto di accesso alla carta? Quelli che sono sempre cortesi e gentili anche quando arrivo in banca con Magù spiaggiato sul passeggino e dall'angolo in cui ci siamo rintanati si sprigiona un inequivocabile puzzo di pannozzo ripieno?"
"Precisamente."
"Merda."
"Come prego?"
"Tut-tut-tut-tut..."

13 maggio 2011

Wanted.

Stanato il colpevole, quello che mi ha sputtanato il funzionamento del
telefono aziendale.
Non sono riuscita ad identificarlo con precisione ma è sicuramente un
individuo di bassa statura e grassoccio, capello biondo e orecchie interessanti.
Al momento dei fatti indossava una tuta blu con un rilievo di Cucciolo dei 7nani.

Qualche idea?