31 luglio 2013

Inutili riflessioni potteresche.

"Epppetto...Patoonum!!!"


Magù ha scoperto Harry Potter.
Siamo finiti.

Susibita è caduta a capofitto nella ri-lettura bulimica dell'intera saga.
Sostiene un'affinità elettiva col piccolo occhialuto da quando ha scoperto che entrambi hanno commentato allo stesso modo il loro primo bacio.
Nonostante istintiva diffidenza per i luoghi comuni e diretta esperienza di un ramo della famiglia stabilmente residente in UK -inlcusi parenti autoctoni con maniacale passione per igiene personale e cura della casa - Nonna Oroscopo non ha potuto far a meno di metterle la ben nota pulce nell'orecchio evidenziando un dettaglio che si presenta su un piatto d'argento per i Sostenitori della Negligenza Igienica Britannica, che poi sarebbe il seguente.
La Rowling - sia benedetta lei e tutta la sua stirpe per avermi regalato il binario 9 e 3/4, la burrobirra, Neville Paciock e quella gran figa della Professoressa Mc Grannit - descrive nel dettaglio le pietanze di ogni singolo banchetto, quante volte a settimana c'è lezione di Trasfigurazione, i punti di Grifondoro a Quidditch, ma mortacci eva se si fanno una volta la doccia.
Che mi risulti Harry entra in una vasca da bagno solo per scoprire la tappa successiva della gara nel Calice di Fuoco.
Il che - a essere pregiudizievoli - fa molto British.
Oppure è un caso.
Oppure Nonna Oroscopo non c'ha un cazzo di serio cui pensare.

23 luglio 2013

Un po' tipo te.

Questa cosa che guardo Nina e mi sembra bellissima mi fa pensare a quella volta che mia madre aveva i vicini ungheresi.

"Ieri mattina presto lui è uscito credendo che non ci fosse in giro nessuno ed era nudo come un verme, ma l'ho visto solo da dietro."
"Bhe t'è andata bene, dai. Lui mi sembra un bel vedere. E lei com'è?"
"Lei? carina. Mora, snella: un po' tipo te, solo un po' più alta."

Alla sera li invita per un caffè.
L'ungara si alza per presentarsi.
E' 1.75 di gambe sode e muscolose, con un vestitino che a stento contiene una terza abbondante totalmente immune alla legge di gravità. Ha lunghi capelli neri lisci, annodati in una perfetta coda di cavallo, la pelle di una 25enne.
C'ha più sex-appeal l'ungara nel suo lobo destro che io in tutta (?) la mia interezza.

Ora io non è che voglio fare la polemica a tutti i costi.
Non dirò che sono un cesso paura perché ho imparato a amare tollerare i miei limiti.
Diciamo che usando un eufemismo sono tascabile.
Non usandolo, le arrivavo all'ombelico.

Di quale pesante sostanza si faccia mia madre, è la domanda che vi pongo.
E rilancio: fanno così anche le vostre?
E poi: sono solo le madri italiane? oppure -secondo voi- anche le ungare?
Diventerò come mia madre? Nina in realtà ha la faccia da prugna?

Ma soprattutto: se siete alte un metro e un fagiolo, da 1 a 10 quanto vi sta sul culo l'espressione nella botte piccola c'è il vino buono?

22 luglio 2013

Quello che è ritornato e quella che fa paura.

Lui è tornato.
Si affaccia a tratti, ma sempre più spesso.
Mi avevano detto che fanno così: tra i due e i tre anni stanno via per un po', lasciando al loro posto un tizio petulante, capriccioso ed egocentrico che poco ha a che fare col figlio che conoscevi.
Non che lui sia stato solo questo, no. Sarei ingiusta. In realtà non se n'è mai andato, lo so. 
Ma alcuni mesi,  in alcuni momenti, è stata dura. 
Alla fine di certe giornate, alla fine di certe scenate, io lo guardavo, scosso dal pianto, stufo di sé stesso, stanco delle sue stesse richieste, del suo non poter vincere sul mondo ad ogni costo, del suo arrendersi al compromesso, del suo finire lì, a singhiozzare sulle piastrelle.
Lo guardavo ed era un po' dura, riconoscerlo.
Ora non è che non si contorca più sulle piastrelle. Lo fa più raramente.
Ora non è che non sia egocentrico, ma a volte riconosce quando fermarsi.
Ora non è che non dica di no, ma spesso dice di sì.
Ora non è che non imbracci bastoncini, fusili e non parta contro il mondo lanza in retta. 
Lo fa. Ma è solo UN gioco, non LA sua ossessione. 
Ed è allora che ritorna.
Ritorna quando si siede sul water e si legge il libro da solo a voce alta, per una quantità di tempo smodato: 15 minuti.
Ritorna quando difende sua sorella, ma con l'arma più nobile che abbia usato sinora, che nessuno ppadino eguaglierà mai: la parola.
"Lassa ttae mia soella. Lassala tttae, HO DETTO." [a un 4enne che non voleva far entrare Nina nell'angolo giochi ikea]
Ritorna quando non si accorge che sua madre è una fetentissima schiappa a guidare il quod: per lui lei è bravissima, per lui siamo fottissimi, siamo i più fotti.
Ritorna quando mi bacia: una, due, cinque volte.
Quando mi chiede dal nulla ti icoddeai sempe di me? non mi lasseai mai? 
Quando la nostra casa è un castello e Google il suo destriero.
Quando lo sai pecchè non ho paua? pecchè sono coazzoso.
Quando vadda mia soella che bava che è.

Ora io non è che non ti ho amato. Mi stavi sui maroni e ti avrei preso a randellate in testa ma ti amavo follemente, ti amavo più che mai.
Ti avrei amato comunque, pessempe.
Però grazie, che sei tornato.


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Nina fa tutto da sola, fa tutto lei.
Nina non vuole il seggiolino, sta sulla sedia, in piedi.
Nina non vuole il cucchiaio, preferisce la forchetta.
Nina se provi a imboccarla ti guarda con la faccia che dice così: stai scherzando, vero? è una battuta?
Nina sale sul quod.
Nina se le togli il retino ringhia.
Un signore l'ha osservata un po'. 
"Quanto hai detto che ha?"
"Ha appena fatto un anno."
"Ah. Il guaio è che ha pure quegli occhi lì. Non so cosa ne sarà dell'uomo che l' amerà, poverino."
Nina fa paura.

E di sicuro per molti è solo normale.
Ma per una come me, abituata che si cammina a 15 mesi, si parla con tutta la santa calma e con le T al posto delle C (tom'è bella quetta tasa) e si prediligono attività ricreative generalmente rivolte al circolo anziani ["Amore con cosa preferisci giocare? bici? monopattino?" "Io pefeicco le bozze."].
Per una come me che ha l'ansia pure quando va sullo sky-lift, che come suo figlio perferisce un libro a una corsa in monopattino, che solo a pensarla, la parola "bicicletta" le fa stanchezza. Che a dieci anni aveva paura della corsa campestre a scuola e non ci dormiva la notte, che a tredici ha pronunciato per la prima volta correttamente la erre.
Per una come lei, dicevo, una come Nina è l'inequivocabile segno di una creatura affascinante e diversa.
Una creatura femmina: forte, bellissima e a tratti inquietante.


16 luglio 2013

Luglio.

Giugno è stato luce, acqua salata, corse, la scuola è finita, auguri, aerei, un cappello di paglia, vestiti bianchi, vestiti verdi, gente gente gente.
Luglio sono i fiori da bagnare, fatture da chiudere, versamenti, dichiarazioni, ultime lezioni, bimbi dalla nonna.
Non sono certa di poterglieli lasciare tutto il mese.
Ieri sera invocava Erode.
Mò son pure chiusi i campi solari.
Se strappi ancora un geranio, amore mio, ti massacro quelle luride ditina.
Li tratta come trattava me alla loro età, non sono certa sia un bene.
In ogni caso non ho alternative.

Stamattina per arrivare a sedermi davanti a una scrivania ho impiegato 50 minuti, per lo più passati dietro a ciclisti che viaggiavano appaiati per godersi le ciacole e le curve di campagna.
Non sono venuta fin qui per fare l'automobilista isterica.
Ho imparato a tollerare i tedeschi sulle cabrio con foularino e occhialoni, in pieno delirio da VacanzeRomane. I vecchietti in ape, che espongono cartelli autoironici con scritto "il bimbo va piano".
Ma i ciclisti del martedì mattina, che si sa- è pure peggio del lunedì- quelli mi stanno qua.
Niente di che, eh. Nulla di personale.
Ma che bucasserro quella davanti e pure quella dietro, camera d'aria inclusa, alla canicola e in un tratto senz'alberi.

7 luglio 2013

In 7 giorni.

Ci sono settimane in cui non mi succede nulla.
Casa, lavoro, bimbi, lavoro, casa, bimbi, spesa, passeggiata, lavoro, studio, casa, bimbi. Bimbi, bimbi, bimbi. Ruzzle. Due coglioni. Bimbi. Lavoro. Lavoro. Lavoro.
Poi in una settimana faccio quello che non ho fatto in un anno.

Le amiche, volare.

Prendo un aereo. Guardo gli occhi di mio figlio ingigantirsi di meraviglia.
Prendo un tè freddo o un caffè sotto un portico o in giardino, io e le mie amiche. 10 minuti. DA SOLE.
Non le vedevo da mesi, o da un anno.
Provo il tofu, il seitan, le alghe e pure il gazpacho.
Faccio il bagno nel mediterraneo e guardo i pesci. Gioco con la mia amica, cadiamo in acqua, ci scottiamo, ci sediamo su un cannone. Autoscatti da bimbeminchia a pioggia.
Magù fa conoscenza con bimba autoctona in costumino rosa e coroncina.  Dopo 20 minuti dichiara di non essere disposto ad abbandonare la sua pinzipessa.
Nina -presa da scioltina fulminante- la fa addosso a suo padre.
In aeroporto, con approccio comunicativo tipicamente basso-mediterraneo, gesticola di fronte a coetanea di fattezze ariane e aria perplessa. I di lei genitori tentano una discreta ritirata dalla pirotecnica esuberanza italica allontanandosi di qualche passo.
L'italica non molla e sciorina l'intero repertorio: nonono-sìsìsì- pacca sulla spalla (dai, vieni a giocare)- manata sugli occhi (hei dico a te)- pernacchia (ti sei ingoiata una scopa?)- balletto (come puoi resistermi?).
Nessuna reazione pervenuta. L'italica, più stufa che rassegnata, si volta  e punta verso il bar.
Magù acchiappa farfalle al volo col retino e canta la canzone dell'alpino.
Ricevo in dono un libro bellissimo.
Le mie amiche mi portano vestitini in prestito, ho 15 anni e il tempo si è fermato come per il Bianconiglio.
NON sono in ritardo. Seguo il Bianconiglio e mi getto nella tana.
Sprofondo e sono felice.

Il mio secondo matrimonio.

Siamo in ritardo, l'orologio ha ripreso a battere il tempo.
"Scusi ci fa una foto qui al cimitero? sì lo so, siamo vestite da meringhe e lei è la sposa ma ci terremmo sa, per via della nonna. Col bouquet, certo, e la coroncina. Grazie."
"Dove sono andati?""Al supermercato a prendere l'omogeneizzato, pare si mangi alle 3.""E tu non avevi in casa neanche un cazzo di pacchetto di crakers? Susi sei madre da 4 anni, ma è possibile?""No non ce l'avevo e allora? e allora? mica li ho mandati io al supermercato."
"Qualcuno sa in quale comune di quale città sia la cerimonia?"
"Non scendere da quella macchina senza le mie ballerine."
"Perchè Magù ha su il cappello da alpino?"
L'auto storica di famiglia su cui si sono patentate Nonna Oroscopo, Zia Subli e Susibita corre su stradine di sasso.
Susibita, in meringa verde, guida a cazzo e rischia di perdere Zia Subli fuori dal finestrino. Zia Subli inveisce e  telefona a cazzo.
Nonno Va e Vieni  genera scompiglio con la sua sola presenza: "z'è il nonno. Mio nonno. Dov'è il nonno? Quale nonno?". Balla un lento con Nonna Oroscopo, come sulle polaroid nel portafoto di cuoio verde.
La sposa è bellissima ("sembri Miss Universo"), la nonna non c'è più,  tutti piangono.
Nina alla bocciofila s'impatacca il vestito bello, unica femmina in mezzo a maschi armati di spada. Non fa una piega e comincia a roteare palline colorate.
Papone, Zio Buono e Nonno Va e Vieni salgono sul palco, prendono il microfono e cantano.
Susibita per le troppe emozioni propende per attaccarsi alla bottiglia ma comincia la disco anni Settanta facendole rimandare il tutto.
Ha un'immagine di sè al karaoke mentre latra "Sei bellissima" insieme a quattro sconosciute vestite in meringa lavanda.
Non è certa siano state bruciate tutte le prove video dell'accaduto.
Ciò è male.


2 luglio 2013

numeri.

N. 1 matrimonio: fatto.
N. 1 valigia per 4: fatta, disfata, rifatta, ridisfata, rifatta. Non ancora disfata.
N. amiche incontrate, abbracciate, reciprocamente sfamate, coccolate, finalmente riviste: 2. 
(E' l'unica cosa che cambierei dell'essere andata via. Potessi impacchettarle lo farei. Proprio tipo salamini, eh. Impaccate e spedite, volo di sola andata.)
N. spose bellissime: 1.
N. parenti ritrovati e barbequettati: tutti i disponibili.
N. nipoti diplomati: 2, di cui uno con tesi sulla cannabis, dedicata a Nonna Pensaci Tu. 
Sì, fatevi pure delle domande.
N. report per clienti, appuntamenti, mail, controlli commercialisti con relative ansie da controlli commercialisti: troppi.
N. donne isteriche in clima pre-partenza: 1.
N. 1 bambina con febbre prima del volo: fatta.
N. peli ricresciuti post ceretta fresca di una settimana: 12.423 e rotti. Ma cazzo.