29 dicembre 2009

Getting used to an idea

Le feste servono anche a recuperare i lavori che ti sei trascinato per tutto l'anno precedente: si avvicina quello nuovo e c'è aria di rimettersi in pari, di ripartire da capo.
Per me, poi, non sto qui a dire l'aria che tira... insomma, mio caro Lenticchia, siccome la nostra valigia, a circa un mese dalla DPSO (data prevista spin off) non è ancora pronta, almeno la camera deve esserlo: così ci abituiamo gradualmente all'idea che ci sarà un elemento in più in casa, ci siamo detti.
Come quale camera? la tua, è ovvio. Cioè la nostra, mia e sua, ora anche tua. Insomma di tutti e tre.
Esatto, ti sto appunto dicendo che non hai una camera tutta tua, ma vedi di non fiatare, che fino a prova contraria sei l'ultima ruota del carro e già qui noi si vive in una taverna in attesa che la casetta dei nostri sogni sia pronta, manca solo che ti lamenti.
Bhè insomma, abbiamo piazzato l'ex-carrozzina di tuo cugino (seconda mano, sì...perchè? qualcosa da ridire?) e comprato, stavolta nuovi di zecca, i decor-stickers più fighi dell'universo. Tema: la mia Africa.

Ci sono un elefantino arrampicatore, un leone e una tigre con postumi da abuso di crack (basta guardarli negli occhi), infine una giraffa che si sporge sopra il tuo letto, ma non mi pare troppo inquietante.




Col dopo-natale compare anche una serie già alquanto folta di amici (e mò dove li metto???) : potrai sbizzarrirti tra Gildo il coccodrillo, Raffa la G-raffa, Tano il papero e molti altri, tra cui gli immancabili Frodo e Bingo, ovviamente.
Le prove generali della prima nottata con stanza marmocchio-version sono andate tutto sommato bene, considerando che la mattina successiva, a luce ancora spenta, ho battuto l'alluce nella carrozzina e bestemmiato contro lo sconosciuto imbecille che aveva parcheggiato il carrello del supermercato accanto al mio letto.
Ci ho messo un paio di minuti a realizzare la verità, ma alla fine l'ho accettata: ingurgitando una tazza e mezza di caffè.

28 dicembre 2009

A Natale puoi...

Puoi capire di dover pensare a lui, prima di ogni cosa.
Capire che non c'è Natale che tenga.
Quindi niente viaggio per raggiungere il resto della famiglia, che il rischio è di partorire sll'autocamionabile della Cisa e Frau Gina si è leggermente alterata, tanto da vietarti formalmente ogni altra attività che esuli il posizionamento delle bocce sull'albero.
E dunque, si diceva, niente Vigilia a preparar tartine con tua sorella, niente segnaposto sulla tavola imbandita di pappa e candeline, niente scarto dei regali nel salotto pieno di gente in pigiama il mattino dopo.

Ma a Natale puoi accendere l'albero che ancora non avevi fatto e sedere sotto le sue lucine mentre ai piedi porti queste.

A Natale, puoi "aggiungere n.3 posti a tavola che ci sono amici in più" all'ultimo minuto e se tiri in là la seggiola è più divertente ma soprattutto è più Natale e siamo tutti una grande famiglia: noi, le nonne, le vicine di casa, i bambini e pure i cani.
Così a Natale capita anche che alle 12.15 tu stia raschiando il fondo del freeezer perchè sua madre ti ha appena annunciato che "sì, in effetti siamo 3 i più, ma non preoccuparti, è tutto sotto controllo: l'unico problema è che abbiamo perso il cappone...", e mentre tu già ti stai preparando a recuperare il fuggitivo pennuto in giardino, lei ti mostra un piattino da dolce con una sparuta coppia di coscette disfate e affrante.
A Natale puoi concederti il lusso di guardare una videocassetta (avete capito bene, sì . E fa molto anni '80 che a fine film si debba riavvolgere il nastro) alle 5 del pomeriggio: in più la pellicola in questione è Oltre il Giardino, poetico quanto basta e con un magistrale Peter Sellers.
A Natale puoi trovare il tempo per capire che tutto quanto ha un senso, se lo fai insieme a Lui, l'Altro, il cagnolino più dolce del mondo e pure quel cretino del tuo gatto che era scappato e che ti hanno riportato a casa facedonti tanto, ma tanto felice.

Buone feste a tutti...

18 dicembre 2009

La signora in bianco

E alla fine, è arrivata.
Qui da Northpoleland io e il Lenticchia comunichiamo la nostra gioia al mondo.
ComunichiAMO, certo...embè?! non c'è bambino che non adori la neve, e io non faccio certo eccezione.
E manco il Lenticchia...d'altra parte, lui è roba mia, e in quanto tale il suo amore per la neve è coatto, almeno fino a che condivideremo aria, acqua e quel paio di broccoletti che ci siamo appena ingurgitati.

"Buongiorno, Signora Neve! L'aspettavamo tanto tanto: ce ne ha messo, di tempo, ad arrivare!"
Io amo la signora in bianco.
Amo i biscotti al burro, il profumo di zenzero e mandarini.
Amo il rosso e lo sbrilluccichìo dei pacchetti sotto l'albero la sera.
Amo le carrols e amo, ovviamente, le lenticchie il primo giorno dell'anno, quelle della nonna.
Amo il Natale, da sempre, e quest'anno in modo stranamente melenso. Tra lo stucchevole ed il nostalgico.
Sarà per l'ormone allo sguinzaglio, ma non c'è lucina o trenino di legno che non mi commuova: per darvi un quadro della situazione, qualche settimana fa mi aggiravo frignando per i corridoi del Cip Garden in allestimento festaiolo con due zampogne al posto degli occhi.
Stasera la bella signora scendeva mentre attraversavo il viale della chiesa illuminato dai festoni di luci: io, tanto per non smentirmi, non ho resistito alla tentazione e sulla panchina su cui si era posato un dito di neve ho scritto "Lenticchia". Accanto ci ho pure disegnato un faccino sorridente, tipo così =).
Lenticchia, che vergogna questa MMmm...altro che j'ecris "je t'aime" sur la sable...

17 dicembre 2009

Bingo!
O meglio, Bjorn (made in IKEA, ovviamente)!
Eccolo: un orso, o cane, ancora non si è ben capito, credo più il primo.
Lo ha comunque scelto il paponzolo, ma stavolta con criterio.
Dopo lunga e attenta selezione, eccolo sbaragliare un'agguerrita concorrenza grazie alle sue prodigiose caratteristiche, che qui di seguito illustro:
Materiale: cotone e poliestere.
Dimensioni: 25 cm, perfettamente alla portata di ogni micro-neomarmocchio.
In più, comodamente lavabile a 40° in lavatrice.
Fiuuuu, Lenticchia! Che con Frodo l'abbiamo scampata bella...
Certo, quanto a originalità l'inquietante ranocchio era imbattibile, ma almeno il piccolo plantigrado in questione glielo possiamo piazzare nel lettino senza provocargli tumori in seguito a radiazioni da avena riscaldata e aromatizzata alla lavanda.
Ora manca solo il nome: si accettano proposte!

14 dicembre 2009

Questa cosa della sveglia alle 3-4 del mattino mi è stata spiegata dalla mia amica M. : pare sia il mio corpo che va preparandosi al prossimo anno di sonni interrotti, inframmezzati, ripresi ed abbandandonati ad orari improbabili.
Pare anche che il sonno si faccia più leggero per naturale istinto materno, in caso di potenziale pericolo per il Lenticchia.
Peccato che il potenziale pericolo per il Lenticchia sia, appunto, io-me.

In ogni caso la cosa è stata commmentata con entusiasmo: "Ma allora lo vedi che tu non devi fare nulla per prepararti? Ci pensa il tuo corpo, non sei la madre degenere che pensi di essere! Guarda che è una fortuna, perchè se ti abitui sin da ora, arrivi al tempo giusto del Lenticchia già tarata sui nuovi ritmi. Sei avvantaggiata!".
Capisco.
Dunque ricapitolando: mi aspetta un anno e passa di insonnia dal momento esatto dello spin-off finchè il Lenticchia deciderà di dormire più di 3 ore consecutive per notte.
Nel frattempo, invece che lasciarmi godere gli ultimi istanti di libertà anticipando il futuro sonno perduto, il mio organismo ha saggiamente deciso di dare inizio a un boicottaggio prematuro, COSì DA PREPARARMI.
Lo fa per me, capite?? Che culo!
E pensa dove stanno le sfighe, allora...
Altra nottata in bianco.
Alle 4 pulivo il garage e facevo partire la lavatrice.
Sono riuscita ad addormentarmi e recuperare almeno 1 ora di sonno dalle 9.00 allle 10.00.
Svegliatami con fame canina, ho mangiato i cappelletti al prosciutto di ieri sera.
Bene, credo che alle ore 16.00 metterò su un bel dvd e poi andrò a nanna...è così che funziona, giusto?

13 dicembre 2009

Essere un coniglio

La gravidanza è anche questo.
E' postare sul proprio blog alle 5.51 di una domenica mattina, dopo che sei stata sveglia per un'ora e mezza rigirandoti nel letto a meditare le peggio fosche fantasie sulla maternità che mai siano state concepite.
E' sentirlo rigirarsi convulsamente dentro di te, tanto forte che non è più un "guizzo", un "fruscio" o il tanto mitico e decantato "battito d'ali"...è un cotechino (alè, buone feste! è Natale!!) di un paio di chili che si dimena con un'energia potenziale non indifferente proprio sotto il tuo ombelico.
E' ficcare la testa nel cuscino per non pensare che tutta quella roba (la robbba proprio, un po' alla Verga, che ne avverti tutto l'indice di massa corporea, non so se mi spiego...) da una qualche parte dovrà pur uscire.
E' capire, con le lacrime agli occhi da quanto sei stata stupida, che l'osmosi per te non è prevista.
Te ne stavi placida ad aspettare il tuo turno, la fila inesistente.
E' essere un po', come dire...esauriti. Livello energetico ai minimi termini.
E' essere come il coniglio rosa della Duracel, ma non quello con la pila a lunga tenuta che vince tagliando il traguardo, bensì uno dei 10.000 che lo precedono, probabilmente il primo a cadere lingua a terra, sfiancato dopo pochi metri di corsa.
Adesso spiegatemi voi per cosa, precisamente, dovrei sorridere.
Ok, non sono nello stato d'animo migliore: fuori è ancora buio (e per giunta non ha nevicato. Perchè non ha nevicato?? Si era detto che avrebbe nevicato!! Mi sarei alzata col silenzio della fioccata e delle macchine, lente e attente, lungo la strada. L'avrei guardata cadere giù, bianca e perfetta. Mi avrebbe fatto bene, porcamiseria...), Lui dorme placido, non diversamente da 8 mesi fa (o 1 anno, o 8 anni, che importa? questa cosa è fantastica...loro DORMONO), e io ho diverse ore di sonno arretrato e troppo lavoro ancora da finire. Non sono obiettiva.
Però queste cose vanno dette, caxxo.
Ho sentito una quasimamma affermare coraggiosamente di sentirsi "in gran forma", di star vivendo uno "stato di grazia che tutte, prima o poi, dovrebbero provare".
Dico coraggiosamente non tanto perchè lo abbia affermato davanti a me.
Io non dovrei lamentarmi (lo faccio sempre, lo so: ma dentro di me so che non dovrei farlo. Diciamocelo, che finora mi è andata di lusso e che se sono stanca morta è perchè macino tutto il giorno come un mulino olandese. Diciamocelo, che non mi fa paura lavorare perchè in fondo mi torna un po' comodo avere tante cose da fare e poco tempo per pensare. Dicamocelo, che ho il privilegio di potermelo permettere).
Ma ci sono donne cui certi privilegi non sono stati concessi, signori miei.
Ho sentito cose che voi umani non potete immaginare: di nausee fino al 7imo mese, di blocchi di schiena e complicazioni varie, di riposi obbligati, di diabete alle stelle, di marmocchi nati all'ottavo mese e grandi come petti di pollo.
Alle parole della sopradetta, "miracolata" madre, ho visto fosche nubi e cumulonenbi degni della miglior mise en scène del Macbeth nella brughiera addensarsi sulla testa di quelle poveracce, che certe "grazie" se le sarebbero pure volentieri evitate.
Questo per dire che è tutto soggettivo.
Che ad alcune magari va bene, e sei felice per loro, ad altre un tantino meno, e a quelle -giustamente- je girano un po'...
Che non si può e non si deve generalizzare dicendo che la gravidanza è uno dei "momenti più felici e rosei della vita" (... oh ma che vite facevano, queste, prima???).
Perchè, come molte cose (belle) della vita, è fatta di luce e d'ombra.
Gioia e terrore. Mala diffidenza e ignara, placida attesa. Iperattività e scazzo.
In più c'è da dire che a viverla, quest'esperienza, sono solo le donne: esseri naturalmente capaci di passare dall'isteria pura alla meditazione zen nel giro di un nanosecondo, che conoscono ogni possibile sfumatura di emotività, pure quelle non ancora inventate.
Dateci un'emozione e ve la rivoltiamo come un calzino: siamo in grado di riprodurla in ogni possibile gamma, pure il suo contrario.
Ci portiamo appresso tutto il catalogo, come i venditori di aspirapolveri.
E lo conosciamo tutto. A memoria.
Se consideriamo che la capacità di avvicinarsi a tale prestazione un uomomedio la raggiunge di fronte al televisore e per non più dei 90 minuti di durata della partita, bhè...che dire...
Vado a mettere su il caffè, ore 7.00.