24 dicembre 2012

Lo sapevo che sarebbe finita così.

A meno di 24 h dalla notte di Natale Susibita ha esaurito il suo compito culinario per le festività.
Poichè Nonna Oroscopo e Zia Subly hanno scarsa fiducia nelle doti culinarie della piccola stordita, il compito in questione riducevasi a preparazione di semilavorati a bassissimo profilo:

n. 1 ciotola di giardiniera (rovescia vasetto sottaceti-mescola con mayonese-fatto)
n. 1 ciotola d'insalata russa (cuoci patata/carota-rovescia cipolline/sottaceti/piselli-mescola con mayonese-fatto)
n. 1 pasticcio di patate ancora da cuocere (cuoci patata-spiaccica patata-mescola con formaggio-grattuggia parmigiano-spolvera parmigiano-fatto)

Se aggiungiamo che Susibita ha guarnito le prime due con gli stessi motivi a stelline che usava a 6 anni e addirittua cosparso la superficie del terzo con raffinatissime scagliette di burro, voi capirete che c'è uno scatto d'iniziativa individuale di cui andar fieri.

A meno di 24 h dalla notte di Natale c'era una linea netta appena sopra il profilo delle colline, precisa come un tratto china, però rosa e rossa. A Susibita è sembrata dolcissima, tuttavia potrebbe semplicemente dipendere dal fatto che l'ha guardata da sola, arrotolata sulla sedia, mentre tutti dormivano e la lavastovoglie faceva wosh-wosh.

A meno di 24 h dalla notte di Natale tutti quelli che dovevano essere curati sono stati curati, tutti quelli che dovevano guarire sono guariti.
A meno di 24 h dalla notte di Natale Susibita c'ha il raspino in gola, indossa tre pile ed è di pessimo umore perchè quel tizio basso, anziano e lampadato che fa monologhi a reti unificate lei contava proprio di esserselo levato dai coglioni più di un anno fa.

19 dicembre 2012

Un'ultima cosa.

L'ultima cosa che dovrei fare a quest'ora della notte è scrivere un post.
(La prima sarebbe: dormire. La seconda: dormire. La terza: dormire. La quarta: sesso? naaaaaa, dormire.)
Però domani sarà una giornata tremenda, il giorno dopo -toh la sfiga- è la fine del mondo e non posso lasciare che l'ultima traccia di me su questo blog sia la foto di un pupazzo a forma di riccio che cerca di accoppiarsi con una spugna.
A tale proposito: cosa sto per lasciare al mondo? dico a parte un paio di all star con le stringhe gialle, parecchie idee invero geniali ma mai giunte a termine e un blog anonimo in cui racconto i cazzi miei alla gente? Bè ci sono sempre quei due là, il biondino occhi nocciola e la moretta occhi lavanda. Mondo: loro sono incredibili. Loro sono fantastici, non ne hai un'idea. Loro non sono meno di nulla, e non ci provare, non t'azzardare a fargli del male, a non renderli felici, a non lasciarli belli e splendidi così come sono, con tutte le loro s al posto delle c, coi loro fusili e le loro pussette, coi loro pianti, i denti e i loro sguardi bianchi. Non t'azzardare a non dargli qualcosa che sia bello, e vero, e intatto almeno quanto loro. Non t'azzardare, o ti gonfio. Da qualunque parte del mondo io sia, dopo la fine del mondo, giuro che ti gonfio.

Nell'ultima settimana ho somministrato aerosol, comprato tachipirina, raggiunto ambulatori, abbassato termometri, portato padri in stazione, costruito castelli, creato collage, baciato fronti sudate, acceso peppapig, servito brodino caldo, cullato una bambina di notte, pregato per una bambina di notte, gettato sul letto una bambina di notte, mandato affanculo una bambina di notte, chiesto scusa a una bambina di giorno.
Nell'ultima settimana ho dato il meglio di me. Ho accumulato più stanchezza che negli ultimi 3 mesi. Nell'ultima settimana io ho amato tantissimo.
Nell'ultima settimana io ho dato il peggio di me. Ho rimpianto, rinfacciato, invidiato e rimuginato tantissimo.

E niente, volevo solo scriverlo da qualche parte, prima della fine del mondo.


12 dicembre 2012

Inette, a me.

Se fate il sentierino del presepe con la sabbietta del gatto. Se l'unica cosa fatta a mano che potreste vendere su etsy è vostro figlio. Se spacciate i pandistelle della pam come vostra creazione alla festa di natale dell'asilo, questo post è per voi. Per me, per voi. Per tutte noi sostanzialmente inette.
Fondalmentalmente i blog si dividono in due categorie: quelli utili e quelli inutili.
Questo difficile mondo è costellato di gente che mette in vendita i lavori a uncinetto su etsy, produce etichette di natale/pasqua/yom kippur in illustrator, kit completi per compleanni a tema Peppa Pig,  , crea ricette, video-posta ricette, rielabora e linka ricette, fotografa ricette, perdendoci -credo- una mole disumana di tempo (ma non importa perchè poi le rendono pure risorse gratuite, mica so' braccine come me, queste).
E non tutte -attenzione- vengono pagate per farlo.
E' che sono brave, dai. Loro producono, fanno. Condividono. Sono utili.
Tuttavia io le odio.
Sotto Natale anche di più, le eliminerei dalla blogosfera.
Potrei fare del buonismo e dire che in realtà è una sana invidia, un'invidia "buona".
Falso: l'invidia buona non esiste. O è cattiva, oppure non è invidia.
La mia infatti è cattivissima, tipo che se becco ancora un altro post in cui alle altre riescono 'sti minchia di biscottini da appendere sugli alberi lo gonfio di spam. Così, per pure invidia.
Perchè io lo so che appartengo alla seconda categoria degli inutili, e ci ho pure provato a fare quella che aveva anche lei qualcosa di intelligente e ben fatto da condividere, ma non so come mai mi va sempre tutto in vacca.
E' per questo che sono invidiosa cattiva.
Ma dov'è la gente normale? dove? dove sono quelle -pigre, inette, apatiche- che alla sera si svaccano sul divano e pensano "adesso scrivo un post intelligente", poi vedono che c'è Modern Family e -trac- biscottini fottuti.
Dove sono le accidiose? Dove, quelle senza speranza?
Perchè nelle loro foto le ambientazioni sono sempre a sfondo bianco candido tipo  copertina di AD? Perchè i loro figli stanno al tavolo e confezionano biscotti ingrembiulati? sì ok, si sporchicchiano, li vedi che hanno i baffi di cioccolata, le manine paffutelle inzaccherate ma -oh- sono bimbi, sono teneri. Sono paffutelli.
Ce ne fosse uno che mescola i gusci delle uova nell'impasto, rovescia la bottiglia dell'olio sul gatto, mangia il bicarbonato direttamente dalla scatola credendolo zucchero e poi lo sputa sulla teglia calda.
Dove sono i bambini come il mio? dove sono le madri che si dimenticano di togliere dalla sua portata il burro fuso, i coltelli e quell'imbecille dell'Arturazzo? Dove sono quelle che al laboratorio genitori di Natale hanno chiesto la colla a caldo per aggiustare la suola della scarpa che le si era staccata?
Io non è che non ci provo, capite? E' che finisco sempre in vacca, non so perchè.

1. Ci ho provato a carnevale ed è finita così.
2. Ci ho provato a Natale dell'anno scorso, che al nido ci hanno fatto confezionare a mano dei dei pupazzi da cucire, infatti Susibita si voleva sparare. Poi ha scelto come figura il riccio e s'è fatta aiutare da una mamma che aveva portato la macchina da cucire e LA SAPEVA USARE (stima e ammirazione sconfinata di Susibita che fino a quel momento pirlava in giro per la stanza nullafacente).
Dopo che aveva attaccato tuti i bottoni storti sui pupazzi degli altri,  alla domanda 'bene, adesso che volete che faccio?' la risposta fu la stessa di quando aveva 5 anni: 'cara, tu stai buonina lì e non muoverti'.  Al che lei annoiandosi era partita con battute di dubbio gusto sui ricci.
Infatti poi -soddisfatta del risultato altrui- l'aveva pure fotografato, eh.
Così:


3.  Mò la mia amica F. mi ha regalato un set per 'sti cazzi di biscotti.  Perchè lei è un'ottimista, lei ha fiducia in me, perchè lei pensa che io ce la possa fare.
I primi li ho bruciati, perchè nessuno ti spiega che il biscotto è infido, il biscotto se ti volti per mezzo minuto grema. Al biscotto gli devi stare incollata come una cozza perchè anche se punti il tempo in forno è matematico che tuo figlio ti annunci che ha fatto la cacca motto motto puzzoente e tu pensi che tanto il forno si spegne da solo, al massimo biscottano un po' sopra. Invece torni e hanno il colore di Balotelli, 'sti luridi.
I secondi li ho tampinati e sono venuti. Li ho legati col nastrino rosso e oro in dotazione nella confezione. Li ho appesi sull'albero. Ho messo a letto Magù. Mi sono abbioccata con la bolla al naso nel letto di Magù. Mi sono svegliata e ho trovato i nastrini intonsi.
I biscotti se li era magnati quella zoccola del cane.


Ora lo so che qualcuna di queste buone brave e abili blogger passa pure di qui ogni tanto e io generalmente le stimo, davvero.
Ma sostanzialmente in 'sto periodo -cercate di capirmi- mi state un po' sui maroni.

10 dicembre 2012

Beccata.

Caro genitore,
se hai ricevuto questo biglietto è perchè sei uno di quelli -latitanti- che non siamo riusciti a recuperare altrimenti.
T'informiamo che si sono svolte già diverse sessioni di laboratori natalizi per genitori e di te manco l'ombra.
Gli altri buoni genitori, attivi e presenti, sono stati molto produttivi: ora abbiamo bisogno di te per finire di fare la cresta agli angeli, farcire la panza di babbo natale e tagliuzzare la coda alle comete.
Sei pregato di farci sapere come vuoi organizzarti, ma sappi che se non vieni ti raggiungeremo comunque: abbiamo il tuo numero e semmai puoi farle da casa. 
Le comete, dico.

Le rappresentanti di classe


5 dicembre 2012

Random.


- La mia casella email sta esplodendo per via dello spam prenatalizio.
In parte è buona roba, nel senso di belle iniziative. Per altre non dico di no, ma donare 2 euro per salvare la pavoncella adriatica di 'sti tempi, capitemi.
E per quale ragione poi sono iscritta alla newsletter dell'associazione Tutela del Merlo Polacco - Amici della fauna ornitica del bacino idrico di S. Girolamo a Monte?
Lo sapevate che alzavole, fischioni, pavoncelle e anatre del nord sono nel pieno della delicatissima fase migratoria? Il destino delle folaghe mi turba il sonno.

- Sono in trip da Adele, da circa 56 ore. Fermatemi. O abbattete Youtube.

- Ho vergato la lettera di Magù per Babbo Natale.
Le richieste sono state (cito testualmente): n.1 zoccolatino, n.1 sacchetto di caramelle, n. 1 carota (?), n. 1 fusile, n. 1 cavallo osso (rosso. =|).

- Poteva andarmi peggio. Come a mia sorella:

"Io voyo 'a panza della tata."
"La pancia della tata? amore no, scusa questo no. Non chiedermi il fratellino che adesso non ce la posso fare."
"No, mamma: io voyo a tata con la panza."
"?"
"Tella là."

"Tella là" era un cartonato. Tipo di questa qui.

-  Quando Papone è qui Susibita lo maltratta, lo malsopporta, lo rincorre, lo ama, lo detesta, gli da del lungo.
Poi lui parte e lei può mettere la musica alta, buttargli giù la chat se diventa molesto, cazzeggiare sui blog senza essere disturbata.
Ma se pensa di aver fatto una cosa ficchissima, da cazzutissimo genio, non c'è gusto senza di lui.
Nessun gusto.

- Meditiamo anche l'eyeliner, oltre ai capelli rossi.



2 dicembre 2012

Perlopiù.

"Hai visto la Puccini in copertina? Ecco, io i capelli me li voglio fare così."
"Chi vota stasera al ballottaggio? abbia il coraggio di guardarmi negli occhi mentre me lo dice."
"Pinky, what do you  want? piss off."
"Non per essere immodesta, ma credo sarei fichissima."
"Where's the bloody teglia? Fuck. Me lo levate di torno per cortesia? io vi giuro non lo sopporto."
"Pipììììììììììììììììì!!!"
"Ma guardatela, avete mai visto una bambina più bella? e come tiene su la testa, a 5 mesi scarsi. E' avanti, tutta sua nonna."
"Dunque dicevamo: per i regali, io avrei giusto bisogno del libro del cucchiaio, il coso, di quella là col blog, dai quella con le ricette per i bimbi. Tu invece?"
"Io Lezioni Americane."
"In che senso pipì? dov'è andato? dove sei? In che senso pipì??"
"You fuck off, pinky."
"Io ho mettutto il dago in pizone."
"Ma come si fa a chiedere Calvino per il compleanno? Ma una roba normale no?"
"Non vedo perchè dovrei dirti cosa voto - pensa te - ma che vuoi da me?"
"Come mi vedi col capello rosso tu?"
"Guarda che questa ha fame."
"In UK ho visto delle tizie svezzare a 3 mesi, ma lì non sono normali."
"Se quel cretino del tuo cane non la pianta di grattarmi la porta lo spello come un pollo."
"Buono il roastbeef, really tasty, mi passate le patate?"
"Io ho sonno. Pendo il cussino e la copettina."
"Sei proprio vanitosetta."
"Chi s'è inquattato l'horseradish?"

Qualcuno vuole farsi rossa. Qualcuno ha in mente il ballottaggio. Qualcuno arriva dagli UK per un anticipo delle feste. A qualcuno scappa la pipì. Qualcuno fanculizza il consorte, non si capisce bene in quale lingua. Qualcuno ha la capacità d'imbesuire la nonna. Qualcuno ha sonno. Qualcuno compie 99 anni. Qualcuno va in pizone.
Presi tutti insieme sono imbarazzanti, perlopiù.

27 novembre 2012

Questa parte della mia vita si chiama.

'Questa parte della mia vita si chiama 'Sarai contenta adesso.'

E' quella in cui scoprite che Nonna Pensaci tu dovrà fare un piccolo intervento ma la riabilitazione sarà lunga, quindi non potrà scendere ad aiutarti con la bambina in primavera.
E' quella in cui Susibita si convince che questa sia la punizione divina perpetrata a suo castigo per essersi lamentata della cucina padellata, del sugo al tonno e del giudizio non richiesto sulle coppie gay.
Eventualmente anche per essersi autocompiaciuta di dire: "Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso". Così, solo perchè faceva figo citare Schopenhauer.

Questa parte della mia vita si chiama 'non c'è più rispetto per gli anziani'.

"Zia, io voglio tanti bambini, direi 10."
"Amore, hai 16 anni, è ovvio che non sai di cosa parli."
"Invece sì. A me non fa paura avere tanti bambini, lo fanno tutti."
"Va bene. Ne riparliamo dopo il parto, cara."
"Lo fanno tutte sì, è naturale. Poi davvero si vedono in giro di quelle cose... perchè non dovrei farcela io? In fondo ci riescono persone...hem..voglio dire ce l'hanno fatta anche...sì insomma...dai zia, lo sai. Ce l'ha fatta persino tu."
"..."
"eddai zia, non t'offendere."
"Piccola serpe."
"Ma ve la ricordate la zia 3 anni fa?"
"Tu taci che 3 anni fa eri uno scricciolo, che vuoi ricordarti tu."
"Mi ricordo invece! Nonna ti diceva sempre "Susi guarda la vicina di casa, guarda che bella bimba, non ti viene voglia?" e tu:"Mi lasci pensare...no, direi proprio di no." E infatti poi hai adottato Googhi."
"Ma com'è intelligente questo bambino cuore della sua zia che ricorda ogni cosa..."
"Poi a un certo punto sei arrivata a casa, ricordo che eravamo in giardino e tu hai detto ci sarebbe un piccolo problema."
"...guarda tu che memoria..."
"...ma per me non era un problema perchè arrivava mio cugino e finalmente non ero più il più piccolo. Allora noi ti abbiamo chiesto ma non preferivi i cani?"
"Devi andare avanti ancora per molto?"
"E tu mi sono sbagliata, e allora?"
"Detta così zia, devi ammettere..."
 "Io ne voglio 10. Meglio pari, sì."

Questa parte della mia vita si chiama ' culo'.

E' quella in cui Susibita trova posto a Nina, da marzo in poi, nell'asilo del paese oltre il bosco, quello che è così vicino da non scombinarle troppo gli orari e che costa (poco) meno del solito salasso.
E' quello in cui si convince dell'immeritata botta di culo e sghignazza tra i denti, così. 
Medagliha-medagliha-medagliha.

Questa parte della mia vita si chiama 'cazzo ridi'.
 E' quella in cui Susibita fa il conto di quanto spende in 4 mesi di nido.


 



Una domenica mattina.

"...e poi z'ea un lupo enomme, ma io PAAAM, io ho ppàato con il mio fuzile e l'ho uzziso, il lupo temendo, sai?"
"mmm?"
"Il lupo temendo l'ho pàaato io, è tato delizzioso."
"perchè me lo hai portato? non eravate giù con la nonna?"
"...vieni a fae colassione?"
"io vorrei dormire, vorrei solo dormire."
"no, tu hai zà dommito. Io vado all'asilo."
"bene, ciao."
"Ma senza di te non scende."
"E' un problema vostro, voglio dormire."
" ...in Fanzia no zi sono i asili..."
"mò chi gliel'ha detto che in francia non ci sono gli asili?"
"buonanotte."


22 novembre 2012

Gente che incontri e a cui non hai chiesto nulla.

"Uuh chi si rivede!! come stai? Ma che bella! Quanto ha ora? 5 mesi? e l'altro? sei magra! sei stanca? No perchè ti dico: il peggio deve ancora arrivare."
E' sempre un piacere incontrarti.

"E il lavoro? come fai? ah tua suocera, capisco. Beh, dai. Se sei contenta tu."
Se vieni aggratis ho posto anche per te.

"Io non so come tu faccia, io non tornerei mai indietro. Quanto hanno di differenza? Ahi-ahi, non ti invidio per niente."
'fanculo.

"E quando vuoi uscire come fai? poverina."
Non so, vedi tu. Pensavo di portarli da te. 

"E vedrai ora quando crescono, sempre peggio. D'altra parte che vuoi: son gelosi, è normale. Senti ma quand'è che riparti? non scappare eh, che passo dentro a trovarti un giorno di questi." 
Maddai, che culo.

Dai 3 in poi è un delirio, io mi sarei sparata. Poi io faccio un lavoro stressante, un part-time di 4 ore a tempo indeterminato capisci? e i nonni che vabbè sono dietro casa, ma vuoi mettere? a volte mi stressano più loro del bimbo. La sera poi lui torna tardi alle 6 e mezza, cioè...alla fine non hai tempo di fare veramente nulla alle 6 e mezza. Il sabato e la domenica volano. Per questo non ho voluto il secondo. Ma non voglio terrorizzarti, eh. Ti avrò mica spaventata?"
Ho smesso di ascoltarti alla voce "part-time", stronza piccola idiota.


 Se me ne sono andata da 'sto paese un motivo c'è.

19 novembre 2012

Noi siamo stati in un posto in cui.

In cui in ogni piazzetta, slarghetto, piazzuola c'è una fontana e l'acqua è limpida e freddissima.
In cui il sole sorge tardi e tramonta presto, e se sei abituato a fare il riposino postprandiale vuol dire che ti sei un po' fottuto il pomeriggio, però rimani in una casa dove ogni cosa intorno profuma di legno, il piumone è rosso e il tè è caldo.


In cui qualcuno ha cercato jem-e-le-holograms su youtube commuovendosi pubblicamente in preda all'amarcord.
In cui qualcuno ha ricordato che da piccole il gioco preferito di entrambe si chiamava tombino, e ne ha dedotto che alla luce di ciò si spiegano molte cose.
In cui qualcuno si è ritrovato. Quelle che eravamo, che avremmo potuto essere, che siamo rimaste.
In cui qualcuno ha comprato un cappello nero con una spilla in lana cotta a forma di fiore e non ha ancora deciso se si sente più Julia Roberts in Monna Lisa smile o Jessica Tandy in A spasso con Daisy, ma forse più la seconda.
Un posto in cui esiste la più alta concentrazione di carrozzine mai vista, che manco il Chicco Village a natale.
Un posto in cui le mamme hanno 20 anni e le nonne 40 e fanno l'aperitivo, che se lo dico a mia suocera (ma pure mia madre) quelle si rifiutano perchè scusa, ma per due olive e un chinotto vieni qui che ti tengo i bimbi e gli metto su il re leone, no? almeno mi controlli il compiuter, che non mi funziona e non posso più giocare a scala quaranta.
In cui qualcuno ha temerariamente invitato i quattro al completo, senza immaginare.
Un posto bellissimo, caldo e ordinato che non aveva mai visto il passaggio di un duenne e di una carrozzina piantata tipo monolite sui punti di passaggio, quindi sostanzialmente sempre tra i coglioni.
Noi siamo stati in un posto in cui qualcuno ha cucinato per noi polpette e pancakes con sciroppo d'acero.
In cui altri hanno monopolizzato il telecomando ammorbandoci con l'ocarina, cantato i tle pozzellini, disegnato a matita sulla tovaglia, rubato ciucci.
In cui altri hanno dormito e rigurgitato latte sui pile di tutti i presenti nessuno escluso e pure sul pavimento pulito.
Un posto bellissimo in cui qualcuno avrebbe voluto passare inosservato, discreto, di compagnia e invece è transitato con la grazia di Sandy la tempesta del secolo.




13 novembre 2012

Evvabuò.

Sottotitolo: chi ben comincia.

Interno giorno.

Susibita:"Ho deciso, col nuovo anno."
Papone:"Dici? Bah, fai un po' come credi."
Susibita:"Tanto già ne mangio poca, non credo mi costerà molto rinunciarci del tutto. In ogni caso aspetto la fine dell'allattamento."
Zia Subli:"Ricordate quel capodanno con quel salame felino di 1, 5 metri? mi si attiva la salivazione solo a pensarci."
Susibita:"..."
Papone:"Altrochè. E chi se lo scorda?"
Susibita: "..."
Zia Subli:" Possiamo ordinarlo direttamente dal produttore sai? che faccio, chiamo?"
Susibita:"..."
Papone:"sìsì, direi di sì, si ordina al metro?"
Susibita:"..."
Zia Subli: "sì, al metro, quanto ne vuoi."
Susibita:" Tutto ciò è orrendo."
Zia Subli:" Se vuoi possiamo ordinarlo prima di Natale, così siamo ancora nel 2012."
Papone:"Giusto. Così te la sciali prima dell'addio deifnitivo."
Susibita:"..."

Susibita ci ha provato.
Perchè ci crede veramente sia la strada giusta per lei.
Solo deve ancora convincere i suoi occhi.
Perchè al così te la sciali quelli hanno involontariamente fatto un po' giacomogiacomo, come dire: "...Evvabbuò, vah...".



12 novembre 2012

La (fu) gentildonzella.

Io credo nella gentilezza.
Sono fortemente convinta che sia uno dei principali valori da sostenere, alimentare, qualcosa per cui valga la pena sforzarsi nel quotidiano, perchè può cambiare la giornata tua e quella degli altri, la vita tua e degli altri.
Sapersi immedesimare, chiedere scusa, permesso, non c'è di che, buona giornata, non volevo mi spiace, figurati lo faccio con piacere, mi spiace ma proprio questa cosa non la posso fare, se vuoi cerchiamo un'alternativa.
Io non sempre sono gentile. Con gli operatori telefonici, ad esempio.
Però cerco sempre di ricordarmi, di correggermi.
Mi piacciono le persone gentili alla cassa, al telefono, per strada, mi piacciono le persone gentili sul blog, via email.
Ma esistono persone che hum, bah.
Sono quelle che se ti chiami Avv., Notaio, Dott.Comm., Dott. Ing., le senti che telefonano e dicono "Buongiorno Notaio! Buongiorno Avvocato! E la moglie? la famiglia?".
Sono quelle che della laureata 29enne precaria dicono "Non si preoccupi, le mando la ragazza."
Sono quelle che il loro lavoro, la loro gavetta, la loro professionalità li hanno fatti solo loro e poi han perso lo stampino.
Sono quelli dalle fatture (loro) grosse, a cifra tonda.
Sono quelli che quanto costa! ma cosa ci vorrà? Il nipote del cugino del bidello della scuola privata di mio figlio me lo fa a meno.
Sono quelle che non rispondono alle mail, ma chiamano la domenica.
Sono quelle che ho bisogno che mi fai un lavoro per il quale non ho intenzione di pagarti, richiamami appena puoi.

Richiamami.
Capite?
Richiamami.


Ci ho messo 30, 31, 32, no va bene 33 anni.
33 anni di gentilezza unilaterale. Con quelli senza soldi, con quelli con i soldi. Con quelli brutti, con quelli belli. Con quelli laureati, con quelli non e persion -dico persino- con quelli che vogliono il nero.
Ci ho messo 33 anni, ma ce l'ho fatta.
E ho risposto.
Così:
"Spiacente, sono impegnata in un'importantissima riunione (di sticazzi, col gatto). Se hai bisogno richiamami tu, ma non subito perchè non ti rispondo. Tra un paio di giorni, forse. Che ho cose più urgenti da fare."
Che non è il ma fottiti cui puntavo, ma nel mio piccolo mondo sono-sempre-carina-e-buonina-come-capuccetto-rosso-anche-con-quello-stronzo-del-lupo è una conquista.
Ma ce la farò, impegnandomi con costanza.
Io diventerò una stronza, sì.


7 novembre 2012

Sion ed io.

Se davanti allo specchio dopo essermi asciugata i capelli dico a quella che mi sta guardando in faccia:
"Sembri Sion the Siip ."

Significa che qualcuno deve venire -qui, ora- a fare qualcosa per me.


6 novembre 2012

ogni mattina.

Io ogni mattina da quando è cominciata la scuola lo accompagno a prendere il pummino zallo.
Io ogni mattina porto una storia, sempre la stessa o una diversa.
Io ogni mattina, per quei dieci minuti, sono un pupazzo di neve. Crudelia Demon. Un abitante di Dragonia. Gruffalò. Il marchese di Carabas.
Io prima lo vedevo che mi guardavano strana, coi loro bimbi in braccio, le pantofole ai piedi e lo sguardo di quelle che si stanno chiedendo se sia davvero opportuno che una alle 8.30 del mattino stia in mezzo alla strada a cantare alsolvederlartremidapprension.
Io adesso le vedo, che controllano se già ci sono, arrivando alla fermata.
Che appena arrivano indicano il mio libro e spingono delicatamente i marmocchi ingrembiulati verso di me.
Io ogni mattina rispondo a molte domande, alcune pertinenti, altre alla cazzo.

"Io una volta l'ho conosciuto un marchese."
" Ma il gatto tuo parla? eh? Parla? il mio rutta, chiedilo a mia zia."
"Sì pelò...sì pelò ozzi z'è un vento delizzioso..." (questo è Magù)
"Ma le volpi la mangiano l'insalata?"
"Il gruffalò è brutto?"
"Ma se le volpi sono bianche non si vedono nella neve bainca, solo gli occhi."
"...che vento delizzioso..."

Io ogni mattina le vedo che ciacolano, rilassate.
Pensavo di esporgli fattura.

30 ottobre 2012

Sono una organizzata ed affidabile.

A meno di 24 ore dalla festicciola in maschera abbiamo perso il muso del leoncino.

E l'unica alternativa verosimile (?) è una coccinella.

oh. shit.






26 ottobre 2012

Quella là.

"Passami il vestitino di quella là, sta lì sul divano."
"E' che tu non capisci più nulla da quando c'è quella là, ti sei imbesuito."
"Quanto tempo è che non la cambiamo quella là?"
"Ti rendi conto? quella là a Natale avrà già sei mesi."
"Ma dov'è quella là?"


Potrei dire che Quella Là condivide il triste, ineluttabile destino dei secondogeniti, meglio noti come noncisicaganessuno.
I secondogeniti non hanno  foto, diapositiva, video, cartolina, calendario stampato o orologio da tavola di alcun loro complimese e rade foto dei loro compleanni.
Io, per dire, ho un buco tra quello dei 3 (n. 2 pagine di album con Susibita in codini e naso scaccoloso) e quello dei 12 (videocassetta di Susibita e amichette che ballano hannouccisoluomoragno sulla terrazza di casa. Ecco, l'ho detto.).
Il fatto è che non ho mai superato il trauma dei 12 monotema-photoalbum di zia Subli.

Dicevo, potrei dire.
Ma la verità è che inspiegabilmente, misteriosamente, Quella Là ha trovato una sua linea di galleggiamento all'iinterno dell'intenso moto ondoso familiare.
Civettuolamente, innocentemente, ridancianamente, Quella Là si fa notare.
Si fa notare quando passi e ti sorride: prima con gli occhi, poi con la bocca, indi senza denti, infine con le orecchie. Quando la trovi a pomiciare con la margherita della chicco. Quando grida, da femmina (i maschi urlano, Quella Là no. Quella Là grida, che è diverso: acuta, insistente, cagacazzi. Una femmina insomma.).
Potrei dire che lui ci succhia energie, che ho il terrore di dimenticarmela a casa e uscire, che gli unici vestitini suoi sono dei regali, che siccome la vesto coi completini blu di lui me la scambiano tutti per un maschio e allora rimedio con una fascetta rosso coccinella.
Ma la verità è che quella Là condivide l'ineluttabile destino dei secondogeniti: e sopravvive.
Inspiegabilmente, miracolosamente, ci sopravvive.
 Potrei dire che il bagnetto di lui era tutto un mettisapone-bubusettete-no ma vieni a vederlo-porta la macchina, mentre quello di Quella Là è amore lavati i denti-qualcuno mi passa il sapone?- amore lavati i denti- Questa qua va lavata- amore metti il pigiama- metti giù il talco- amore metti il pigiama- oddio pocopoco e mi cascava.
Ma la verità è che nonostante questo - non so come non so dove -  io a Quella Là non riesco a levarle gli occhi di dosso.




p.s.

http://www.lastaccata.it/article-give-away-le-mamme-non-mettono-mai-i-tacchi-antiguida-al-mestiere-di-mamma-111707421-comments.html#anchorComment

partecipo al giveaway della Staccata perchè vorrei regalare il suo libro alla mia carissima amica che partorisce tra un mese e qualcosa.
Sì, F.: sto cercando di vincere il libro che ti voglio regalare: la mia braccinitudine non ha confini, superata quasi solo dalla mia faccia di merda. Ma ti voglio bene, eh.

22 ottobre 2012

Test: quanto conoscete Susibita.

Il test più inutile della blogosfera: fallo, non può farti più male che leggere il suo blog.

  1. Susibita va a comprare la carta igienica quando:

    a. apre l'ultima confezione da 10 rotoli, con largo anticipo e lungimirante organizzazione.
    b. quando è finito l'ultimo rotolo disponibile.
    c. quando è finito l'ultimo rotolo di scottex sostitutivo della carta igienica finita da 1 settimana.
  1. Di fronte a Nonna Pensaci Tu che spegnendo il dvd a Magù lo stronca dicendogli “sì ma non ci crederai mica davvero? Peter Pan mica esiste, è solo una storia. Tu non credi alle storie vero?”

    a. in puro assetto zen sorride placidamente, saluta la nonna chiamando a sé il pargolo e con calma serafica gli spiega che le persone spesso la vedono in modo diverso, specie bambini e (alcuni) adulti.
    b. in puro assetto zen sorride placidamente, saluta il pargolo e con calma serafica chiede alla nonna "allora la piantiamo con 'ste cazzate? lei crede allo Spirito Santo, accende candeline sotto un altare e l'esistenza del Santuario di Lourdes non pone interrogativi alla sua integerrima razionalità. Essù, quasi quasi più semplice il coccodrillo che s'è ingoiato la sveglia.”
    c. s'imbruttisce e rosica, divisa tra l'istinto di fare quella zen, in un senso o nell'altro, e quello di saltare alla giugulare della nonna. Poi la sera mettendolo a dormire gli dice “ah, e già che ci siamo: non credere alla nonna quando ti dice che Peter Pan non esiste, lo sai che lei è un po' pirata.”

  2. Se Papone continua a sbagliare il nome della tizia del commerciale:

    “Hai chiamato l'Alfonsa?”
    “Si chiama Fernanda, Papone, Fernanda. Piantala di sbagliare, che prima o poi la chiamerò Alfonsa anch'io.”
    “Ecco, appunto. Ricordati di chiamarla, l'Alfonsa, perchè stamattina ti cercava.”
    “...”
    Lei chiamando in assicurazione dirà:
    a. “Buongiorno posso parlare con l'Alfonsa, no cazzo Alfreda, ops scusi ho detto cazzo, comunque cercavo la Fernanda.”
    b. “Buongiorno posso parlare con l'Alfonsa per piacere? Ecco, lo sapevo. Lo sapevo guarda, tutta colpa sua, di quel cretino. Mi scusi ma cercavo l'Alfreda. La Fernanda. Oh cazzo l'Alfonsa detta Fernanda. Insomma ha capito, no?”
    c. “Buongiorno ho ricevuto una chiamata dall'Alfonsa. È mica lì per caso? Ma chi? L'Alfonsa? Ah non lavora lì? Ah scusi ma infatti io cercavo la Fernanda.”

  3. Susibita fa cose, vede persone, medita vendette, riflette a random su sè stessa. Poi la sera scrive un post che s'intitola “test: quanto conoscete Susibita” e pensa:

    a. Domani. La carta gienica. Domani.
    b. Tu non sei normale. Sei egocentrica e anormale. D'altra parte scrivi di te in terza persona, maddai.
    c. carta igienica? c'è scritto carta igienica?"

18 ottobre 2012

dove, qui.

Io sono bravissima a fare buoni propositi.
Ad esempio mi piacerebbe moltissimo prendere tutte le tue storie, quelle che mi racconti senza guardarmi, occhi a terra mentre giochi coi sassi. Mi piacerebbe prenderle e riscriverle.
Le storie del cinghiale Marino e del guardiano Lingualunga, il lupo Nina che bussa alla porta. Non importa se le pianti a metà, ci penso io, d'altra parte si sa che non sono i finali il problema, semmai lo sono gli incipit.
Mi sa che ti sei beccato un virus intestinale, se me lo passi sono fottuta.
Faccio troppe lavatrici.
Sono così stanca.
Ma te le scrivo, prima o poi.
Dove? Qui.

16 ottobre 2012

Ho di nuovo scritto troppe parolacce.

Quando in una mattina come oggi apro l'home banking e vedo i nostri splendidi f24 che -puntuali come le zecche in primavera- partono verso gli ameni lidi delle casse statali per non fare mai più ritorno, ecco: in queste giornate qui un po' mi girano i coglioni gli zebedei.

In effetti se mando mio figlio all'asilo è perchè sto oggettivamente impaccata di soldi, altrimenti me ne starei a casa senza lavoro (che ho perso perchè sono rimasta incinta) e me lo guarderei io il pupo, amorevolmente.
No ma è logico, eh. Non fa una grinza.
In effetti se voglio fare un'offerta libera a un'associazione religiosa è giusto poterla detrarre, mentre con una onlus no, col cazzo decisamente pretenzioso.

E allora io gli f24 li pago lo stesso, li pagherò sempre, perchè non ha senso il contrario.
Ma non vedo l'ora di andare al voto: perchè stavolta un calcio nel culo un grosso, grossissimo smacco non ve lo leva nessuno.
Spero.

9 ottobre 2012

Filastrocca.

Filastrocca per te, che sei un po' mia ma non sei me.
Filastrocca per la fascia rossa che ti ho comprato, per il mio cervello spennacchiato.
Filastrocca che sono stanca, sopra sotto e contro la panca.
Filastrocca al mandarino, tu sorridi e arrici il nasino.
Filastrocca nel mio mondo: così pieno, senza fondo.
Filastrocca io non dico t'amo: ma lo sento dentro, nella mano.
Filastrocca mi stupisci: dormi, mangi e molto pisci.
Filastrocca come passa il tempo e cantando io ti perdo.
Filastrocca non importa: che tu viva, questo conta.
Filastrocca sei bambina: luccichi come una monetina.
Filastrocca sei una donna: di pane e fragole la somma.
Filastrocca perchè piangi: urli, mangi e mi stanchi.
Filastrocca un po' per me, che son io e non son te.


5 ottobre 2012

Send the e-mail to.

Gentile Sig. Amilcare Cazzini,

in allegato i dati dell'autoveicolo e la copia del mio documento d'identità: vediamo per cortesia di non metterci 30 anni a evadere la pratica che altrimenti siamo fermi e poi quell'altro mi fa il mazzo perchè deve andare a piedi. 
Che poi io gli dico sempre che è bene che vada a piedi, che dopo i 30 -si sa- il metabolismo va un po' in merda, ma lui niente, dice che piove e qualche volta pure nevica e rischia sempre che lo tirino sotto al passaggio del ponte. 
Quindi dicevo: siccome quello è padre di famiglia e stiamo già messi male che come convinventi non abbiamo granchè di garanzie reciproche se uno dei due lo tirano sotto, mi faccia il favore di accelerare la cosa, mica che siamo sempre lì a guardarci nelle palle degli occhi, con io che chiamo per sapere se l'assicurazione può partire e lei col dire che coi rinnovi è tutto fermo, colpa della Provincia.
Insomma mò le ho inviato tutto e non cerchi di negare, che la mail ha pure dovuto chiederla alla sua segretaria: ma si può? ma manco la mail a memoria senza la segretaria?
Io non glielo volevo dire ma la cosa è un po' imbarazzante, pensavo che nel 2012 solo mia madre.

Cordiali saluti, 

Susibita


------------------

Gentile Susibita,
mi spiace, qui nessun Amilcare Cazzini.
Almeno non quell'Amilcare Cazzini, presumo omonimo.
Spiacente per sua assicurazione, personalmente non vedo come potrei esserle d'aiuto.
Bella foto.
Saluti,

Amilcare Cazzini (l'altro).

-----------------

Gentile  Amilcare Cazzini della Cazzini Assicurazioni,
le invio tutto col presente fax.
Le comunico che l'indirizzo mail che ha chiesto a quell'idiota della sua segretaria non è il suo, ma di un tale omonimo che ora ha in mano il mio documento d'identità e nella migliore delle ipotesi ci ho fatto solo una figura di merda, nella peggiore quello è il tizio in trench che mi aspetta sotto casa. 
In tal caso sappia che è solo colpa sua. Sua di lei, Amilcare l'assicuratore.
Veda di sbrigare il tutto entro l'altro ieri perchè sa, meditavo di cambiare assicurazione.

Cordiali saluti,

Susibita




Ma cazzo.













1 ottobre 2012

Assolutamente no.

"Magù vuoi la merenda?"
"No."
"Allora metto via lo yogurth?"
"No."

"Magù vuoi spegnere la televisione per cortesia?"
"No."
"Ci vogliamo preparare per la nanna?"
"No."

"Vieni a fare la spesa con mamma e papà?"
"No."
"Allora stai a casa?"
"No."

"Ti sei divertito a scuola?"
"No."
"Vuoi che facciamo un disegno/leggiamo un libro/prendiamo il pongo/una briscola/il bunga bunga col coniglio/punjy ball con la suocera?"
"No. No. No. No.No.No. Voyo ballae."
"Ah che bello. Vuoi ballare?"
"No."

"Quando arriviamo a casa lo togli il ciuccio."
"No."
"Non era una domanda."
"Affolutamente no."

Magù è entrato nella sua fase negazionista. Affolutamente negazionista.

25 settembre 2012

Sono stanca e ho scritto un post con molte parolacce.

Quando Susibita stava ancora impanzata, lavorativamente stressata, emotivamente destabilizzata e psicologicamente rassegnata, lei e Papone presero insieme una sto(r)ica decisione, che poi tanto decisione non era giacchè entrambe ebbero incautamente scelto l'autonoma professione fottendosi così miseramente ogni speranza di fare più di 1-max-2 fine settimana non lavorativi al mese.
Il processo decisionale fu suppergiù il seguente: cazzo sono incinta, mò chi mi sostituisce?, a settembre ricomincio, chi ci guarda la bambina?, faccio venire mia madre?, fai venire tua madre.

Indi  il primo anno di vita di Nina è coperto come segue: sua madre-mia madre-ancora sua madre-24enne aupair portoricano che devo ancora trovare su internet.
Poi -santagesualda- ci andrai a sto cazzo di nido.
Indi Susibita ha stilato un piccolo promemoria che s'è ripromessa di ripassare come un mantra ogni sera prima di stramazzare a letto.
Il promemoria dice così:

Primo: la prossima volta che t'azzardi a fare sesso non protetto te possino cadere i denti, i capelli e pure le tette. Imbecille.

Secondo: pacs, procreazione assistita, il cane in casa, matrimoni/adozioni gay, tempi di cottura della pasta, Giulio Andreotti-mafia-e-diccì non sono argomenti che può essere in qualsivoglia modo utile/proficuo sollevare con tua suocera.

Terzo: tu continuerai a indovinare cavallucci marini nel cielo insieme a Magù. Lei continuerà a pensare che avete troppa fantasia, che perdete il senso della realtà. Tu continuerai a dirti chissenefotte della realtà, c'ha 2 anni e mezzo. Lei continuerà a dirsi vabbè è sua madre, d'altra parte si sapeva che era stranuccia. Il mondo è bello perchè è vario.

Quarto: lei non capirà il tuo farro in insalata, la tua pasta integrale, i semi di quinoa e lo zucchero di canna. Li proverà e le faranno schifo, ma te li segnerà sulla lista della spesa se finiscono. A te sgonfieranno i maroni la sua pasta al tonno, le patate nel sugo, la pastina scotta, la pentola a pressione, le briciole da tana di criceto infoiato sotto il tavolo e le ditate unte sulla cucina bianca, ma le dirai buona! Magù hai visto che brava la nonna? grazie per aver cucinato per noi, davvero.


Quinto: lei persisterà a tenere Nina piegata in giù o col lenzuolo calato sulla faccia. Nina continuerà ad incazzarsi di brutto. Lei un giorno può darsi che capirà, ma più probabilmente no. Tu ti farai i cazzi tuoi e lascerai che se la vedano da sole, così intanto lavori.

Sesto: il mistero per cui se le compri una cosa nuova voleva quella vecchia e se le tieni quella vecchia lei voleva quella nuova rimarrà irrisolto nei secoli così come il perchè la disturbi la tua fervida attività telefonica. Lei se ne farà una ragione o più probabilmente no ma tu ti dirai fottitene, e risponderai alla telefonata n. 217 di tua madre.

Settimo: i tuoi figli schiferanno la tua quinoa real, divoreranno la sua pasta scotta al tonno bella carica di olio e in definitiva ti sputtaneranno. Tu incasserai fingendo indifferenza, poi a casa gli farai un mazzo tanto e -vendicativa- gli passerai crostatine bio ipocaloriche per merenda.

Ottavo: lei è la ragione per cui oggi hai lavorato, telefonato al tizio degli infissi, pagato le bollette arretrate in posta e semplicmente sparecchiato la tavola su cui hai mangiato. Quindi piantala di fare la stronza e baciati le chiappe, ragazzina.

Nono: lei ancora sa stupirti quando dice "com'è grande il cielo qui. E' grande come quando ero bambina." o "Susi, corri, vieni a vedere! son fioriti i bulbi nel tuo vaso: si può essere più belli?".
E comunque sa molte più filastrocche di te.










20 settembre 2012

Un po' distratta.

Forse pensi che sia un po' distratta da tuo fratello, presa ad inseguirlo mentre vede sirene tra gli ulivi, prende pummini zalli, e dichiara al mondo di avere 'u pisello motto gande gandissimo.

"Che è poi quello che sostenete un po' tutti." 
" ... e un po' auffato." 
"Hai il pisello arruffato?" 
"Motto auffato. Anche te??"
"No magù, le ragazze non hanno i piselli, tantomeno arruffati."
"Io ho pisello." 
"Lo abbiamo capito, Magù, il concetto ci è chiaro: hai un pisello, che incidentalmente è pure grande e arruffatissimo. Ti manca tanto a finire la pipì?"


Forse pensi che lui, ancora lui, sempre lui, occupi il grosso della mia giornata, il grosso della mia energia.
Infatti hai ragione.

Ma non credere che non abbia notato i sorrisoni che mi lanci quando passo.
I tuoi occhi di lavanda.

Lunedì lui comincia il tempo pieno e allora non ci sarà scampo per te, o mia giovine salamella.

17 settembre 2012

Stai schiscio, 'scolta tua madre.

Hai preso lo scuolabus.
Sei caduto sullo scuolabus.
A casa urli "no vojjoooo andae su 'ppummino zalloooo!!", perchè vale sempre la pena tentare.
Poi ti porti Gruffalò alla fermata, o un bastoncino.
Quello arriva, apre le porte, tu non ti volti e sali. Dalla finestra ci fai ciaociao, poi ti attacchi forte al sedile davanti, come ti ha detto tuo padre.
Il mondo ha paura di te perchè sei molto fotte, ma me ne chiedi conferma, perchè non si sa mai.
"I 'lupo ha paua di me?"
"Certo, una paura matta."
"Bene."



Hai visto delle sirene nuotare tra gli ulivi.
Della scuola materna la cosa che preferisci è 'i biccotto.
Millanti di aver tirato un cassio alla maetta, ma io so che non è vero. E' vero invece che hai l'intimo desiderio di tirarglielo, e ciò un po' è buffo e un po' mi fa ricordare.
Perchè il salto c'è, e si vede tutto.
Perchè c'è un salto tra una tata che ha l'età di tua madre, e una maestra che ha l'età di tua nonna.
Perchè c'è un salto dall' essere un piccolo tra piccoli e il piccolo tra grandi.
Tra 4 occhi addosso o solo due.
Tra essere capito, preceduto, consolato, coccolato,  quello che "dio quant'è dolce susi, noi ce lo spupazziamo proprio" e " è andato tutto bene signora, è stato molto bravo, certo ha il suo caratterino comunque è normale, tutto ok, ora mi scusi ma mi arriva il secondo turno, arrivederci eh. Ah la fototessera: mi raccomando, non facciamo che cominciate a scordarvi tutto."
Perchè quando hanno fatto il mazzo a quella tizia in ritardo pure noialtri a 30 anni suonati siamo andati un cicinin in regressione.
Perchè le tue maestre sono le nostre maestre, di 30 anni fa.
E sono spiccie, e magari anche dolci, ma sono ferme e non si lasciano dire no.
Perchè sono già nonne e di grembiulini ne hanno cresciuti parecchi.
Perchè ti ci vorrà un po' di tempo, ma le amerai.
Come quella mamma che è venuta a lasciare la sua bimba e le ha salutate come una donna fatta saluta una vecchia maestra: che si vedeva che era affezionata ma -diciamocelo- comunque ci è andata un po' schiscia.


11 settembre 2012

Il più è fatto.

Lui non lo vuole fare il lecca-lecca col pongo. Lui è un cassiatoe (=cacciatore).
Lui non vuole aprire le finestrelle della fattoria. Lui lezze 'a ppada nella ossia (=spada nella roccia).
Lui sa posizionare i chiodini colorati, uno per uno, meticoloso. E non dovete rubarglieli, sennò s'imbruttisce e s'incazza.
Perchè lui è un duro. Uno inflessibile. Non lo pieghi neanche a ammazzarlo, lui.
Lui non da confidenza, lui.
Lui ha la sua mamma, che volete voialtre?
Lui ha un misino e u 'topo sul grembiule, lui.
Lui è il più piccolo.
Piccolissimo, tra giganti.
Io mi struggo, ma lui -dice- lui è un duro.


Il più è fatto, siamo tornati a casa.
Vivi.
Ora devo solo ricordarmi dei fazzoletti, bicchierini, quaderno, tovaglioli, bustine, cambi e sarcaz alla seconda.


10 settembre 2012

domani.

"Su, dai, la scuola materna è una bellissima cosa..."
"...sniff..."
"Bimbi nuovi, tanti giochi da scoprire, perchè piangi?"
"..."
"Poi dopo la scuola stiamo tutti insieme..."
"...nn...ooo..."
"Su, tesoro, coraggio..."
"...nn...ooo..."
"Io lo so che nonostante tutto tu ne sarai felice..."
"bbuuaaa..."
"...un giorno capirai...e domani sarà una bellissima giornata."
"..."
"Bè?"
"... il mio BAMBIIINOOOO...!!!"
"..."
"bbuuuuaaa..."
"...eddai, Su..."
"...sigh. Bassami il fazzoleddo...sniff..."
 "...vabbè. Che intenzioni hai adesso?"
"Sniff-sniff. Mi struggo."
"Occhei. 'notte, Su."
"...sniff. 'nodde."

3 settembre 2012

Visto che il tempo è un po' lugubre.

Quando lui da piccolo andava con sua madre al cimitero c'era la tomba di un bambino e sopra aveva due colombelle di pietra.
Lui, che già allora aveva un discutibile e personalissimo senso della giustizia, ne prendeva una e la portava sulla tomba di un altro bimbo lì vicino, che era vuota.
La settimana dopo la trovava spostata, e via di nuovo.

"Scusa però le colombelle, cioè, poverino...erano del primo bimbo..."
"Ma l'altro non ne aveva neanche una."
"Ho capito, mica era colpa del primo però."
"Uno due e l'altro nessuna. Non è giusto scusa, una per uno."
"..."

Quando lei da piccola andava con sua madre al cimitero  c'era la tomba di un vecchio senza fiori, e non aveva data nè fotografia. Si leggeva solo il nome: Giacomo. Quindi lei s'era fatta da sola l'idea che lui fosse vecchio, solo perchè così lo immaginava, il suo Signor Giacomo.
Lei, che già allora aveva un discutibile e personalissimo senso della filantropia, non aveva adottato un cagnolino, un micio, un'iguana del Borneo. No. Lei aveva adottato una tomba.

"E cosa facevi?"
"Gli portavo i fiori, no? Dal giardino di casa. E toglievo le foglioline morte in autunno dal ghiaietto. Poi facevo anche questa cosa imbarazzante di fare il giro dei cestini per cercare i fiori ancora freschi o le piante ancora vive che la gente buttava via."
"Cioè rovistavi nella spazzatura?"
"Una volta ho trovato delle mammole, qualcuno aveva buttato il vasetto intero, senza neanche controllare se fossero ancora vive. Mamma le ha trapiantate in giardino e sono rifiorite per un sacco di anni. La gente non ha senso dell'economia, te lo dico io."

E' da cose del genere che capisco che, nonostante tutto, siamo fatti l'uno per l'altra.

30 agosto 2012

Il paragone è idiota, lo so.

Magari hai tra le mani un romanzone di quelli alla Ken Follet, col medioevo che nell'ultimo decennio furoreggia, e le lotte intestine, e i vescovi corrotti, e il cavaliere complessato e crudele, e la lady ridotta al lastrico, e il tagliapietre onesto e belloccio, e gli eserciti che cozzano e quel pizzico di sesso sfrenato che ci sta sempre bene e fa pure vendere.
E dici, trama avvincente. Ecco magari i cadaveri mozzati e le rappresaglie non fanno molto per te, ma comunque.
Bravo Ken, dico. Nel tuo genere e a modo tuo, bravo.
Milleventotto pagine -santagesualda- ci vuole fegato. Io mica l'avrei.


E' che -scusami- non posso proprio leggerti dopo Calvino.
Capiscimi.
30 pagine scarse.
Su un asindeto di 24 righe che mi stavano salendo i brividi.

Niente di personale, eh, ma capiscimi.

24 agosto 2012

Il posto in cui tutti siamo stati.


Quello col bar e il freezer algida.
Maxicono finito. C'ho cucciolone, calippo o coppa der nonno.
Allora, ragazzì? Calippo cola, menta o limone?
Sedie bianche e tavolini, pesci tropicali sulla tovaglia plastificata.
Quello col ristorante interno e la frittura perenne.
Il vialetto insabbiato, l'oleandro stitico e i moscerini accalcati al lampione.
Quello col nonno in canotta, la madre in ciabatte e i bimbi di tutti, senza maglietta.
Quello coi bagni esterni: lavanderia e docce da un lato, cessi dall'altro.
Per pomiciarci sentendosi grandi, e qualcuno anche peggio.
Quello con la spiaggia libera accanto e i mozziconi dei falò la mattina dopo.
Le meduse di giorno e le stelle la notte.
Le carte e la briscola, la televisione.
Le unghie pittate e le spalle scottate.
Spaghetti alle vongole, calcetto e zanzare.

Il posto in cui siamo stati un po' tutti.
Perchè ci abbiamo fatto una tombola, tagliato un'anguria, messo un rossetto.
Perchè ci abbiamo mangiato, perso alle carte o qualcosa di più.
Perchè ci siamo andati ogni anno o solo una volta.
Perchè non ci siamo andati mai ma passando abbiamo visto, tornando in albergo.

Perchè ci siamo finiti per caso, solo una sera, dai andiamo giù al mare, vediamo il tramonto.
Perchè la risacca fa pluf! e io s”ono i siggnoe de'e onde”.
Perchè non ci sei mai stata ma ci sei finita ora e non sai bene come, con un vestitino rosa e tre capelli ritti sulla crapa, tra un polpo in pastella e una lampada al neon.

23 agosto 2012

Gente che non c'ha una mazza da fare.

L'individuo che si  è autocompiaciuto (sic!) di chiamare cicloni e anticicloni Scipione, Lucifero, Caronte e ora pure -gesù, che tristezza- Beatrice.

Mia figlia. Che mangia, dorme e scacazza tutto il dì.
Ma lei ha due mesi, santagesualda.


p.s.
Tenetevi forte, ho una notizia incredibile: in autunno PIOVE. D'inverno fa freddo o ADDIRITTURA nevica. E - so di stupirvi ma è giusto che io dica tutta la verità - ebbene sì: d'estate fa caldo.

14 agosto 2012

E poi, piano piano.

Ti viene la tendinite, ad esempio.
Perchè l'aria condizionata al supermercato, perchè il venitlatore di tua madre puntato sulla schiena, perchè sei stata rigida e tesa per una settimana in attesa che tuo figlio non dico cessasse ma quantomeno limitasse il suo essere bambino capriccioso, manesco, aggressivo, maleducato, impertinente, fragile, insicuro, cocciuto, triste, diverso.
Diverso da sempre.
Da qualunque cosa sia mai stato prima.
Un giorno m'è capitato di piangere tipo 15 volte in una giornata.
Non lo riconoscevo più. Non lo contorallavo più.
Susibita non è una, ha tante Susibite dentro di sè: la tenace, la vigliacca, l'onesta a oltranza, la scassacazzi, l'insicura, la faccina di merda, la simpaticona, la oltremodo dolce, l'imbarazzante, l'imbarazzata.
Ma quella che ha prevalso di più negli ultimi 15 giorni è lei: la Paranoica.
Magù serial-killer, Magù squartatore di lucertole. 
Magù lontano, lontano millemiglia da lei.
Poi sono intervenute Nonna Oroscopo, Zia Subli, Zio Buono e Papone è tornato a casa, finalmente.
Allora, piano piano.
Piano piano sono tornati i "gassie" "ccusa" (scusa), "haha" (ridere, ridere, ridere ancora, ora la guerra più paura non fa...), "mammapapà", "pottiamo anche nina peffavoe?".
Poi, piano piano, sono arrivati gli amici con regali da pirati.
Un bicchiere di bianco e fritto di mare, una pizza sotto il portico, bandierine colorate nel vento.
Un pomeriggio in pronto soccorso, ok. Sono una sfigata. Ma poi facciamo una festa texmex qui da noi? Magù, tieni il cappello.

Mi fa un po' male scrivere, per via del tendine.
Ma  poi, piano piano. Poi passa.

Ah, e dimenticavo: c'è Nina che sorride.



3 agosto 2012

Picola mama.


Irina sa cucire, spazzare i terrazzi, portare i cani a cuccia, sa mettere le mani in terra, pulire e annaffiare l'orto.
Irina sa anche, all'occorrenza, tagliare la legna con nonna Oroscopo, trasportare oggetti ingombranti e di dubbia utilità sempre di nonna Oroscopo, spostare le ballette di fieno e procurarci uova fresche dalle sue galline ogni settimana, guidando l'Ape.
Irina sa stirare e tenere compagnia a Bisnonna Profondo Nord e siccome i suoi figli son lontani, allora parla sempre di loro, perchè sembrino un po' più vicini.
Irina è orgogliosa perchè hanno studiato, sono sposati e le hanno dato dei nipoti, e quando è nata la prima lei non aveva l'acqua in casa e a forza di portare secchi pesanti dal pozzo le si è rotta la “rete della pancia”.
“La rete, Irina?”
“Sì, la mia rete: io ho una rete e rete a un certo punto -TRAC!- allora dottori operato me.”
“Capisco.”
Irina praticamente non tace mai.

Lallalà, lallallàà...”
“Che fai te? Canti?”
“Hem sì, per rilassarla un po'.”
“Tu dai vizio, dopo tu cantare sempre per lei.”
“Ma è solo ora, per farla addormentare...”
“Aaah, piccola mamma, grande vizio! Sempre così.”
“...”



“Che vuole? Perchè lei frigna?”
“Boh, non so. Probabilmente ora è un po' stufa di stare lì: la porto a fare un giretto.”
“Tu dai vizio, piccola mamma. Dopo tu sempre portare in giro lei.”
“Ma scusa, tu ci staresti inchiodata sempre dentro sta culla senza vedere il mondo?”
“Piccola mamma, grande vizio.”
“Aridaje con sta piccola mamma, oh.”
“Vedrai te poi.”
“Tiè.”




“Tu senti? Lei piange! Lei fame!! Tu dai tetta!”
“Manca ancora un pochino, la distraggo un'attimo così tiene più di 3 ore.”
“Tu non dare tetta lei?? Tu pazza???”
“Ma sì, Irina, certo che le do da mangiare, la tiro solo un pochino più in là.”
“Se bimba chiede ogni mezza ora, tu dai ogni mezza ora piccola mamma, lei fame!”
“No scusa, fammi capire: se canto una canzoncina o faccio un giretto la travio a vita e se invece la allatto ogni 30 minuti no? Poi non succede che la devo allattare sempre?”
“Eehh, che vuoi fare te...vita di mamma grandi sacrifici, sai?”
“...”

2 agosto 2012

Una buona e una cattiva.


“Ho una notizia splendida e una un po' meno.”
“Vai, spara la prima.”
“Ti ricordi quella coppia di amici di mia madre, giovani con tre bimbe una più bellina dell'altra, loro tanto carini e simpatici, così affiatati?”
“Sì, certo.”
“Bè, sono passati di qui a trovarla: stanno facendo un giro, in vacanza.”
“Ah bello, e come stanno le bimbe?”
“Non so, loro non c'erano, stavano a ca­sa dai nonni. Loro due sono arrivati in moto. In moto, capisci? Sono in vacanza in moto, lei con vestitino, capelli sciolti e stivali rider. Capisci? C'è speranza per tutti, c­'è luce in fondo al tunnel: la loro prima vacanza da soli è una vacanza in moto-vestitino-stivale rider, non so se mi spiego.”
“Ottimo. E la cattiva?”
“E' che è la loro prima vacanza da soli-moto-vestitino-stivale rider.”
“??”
“Da 12 anni.”



p.s. per onestà intellettuale devo pure confessare che i due soggetti in causa hanno poi specificato che nei 12 anni precedenti hanno comunque fatto vacanze indimenticabili in campeggio, canoa, bed and breakfast e chi più ne ha più ne metta, ma tutti e cinque.
E' solo che 12 anni -gente- fa sempre un po' impressione, ecco.
 

26 luglio 2012

Quello che mi aspetto.

Mi aspetto che certi momenti passino, e non voglio tracce.
Mi aspetto bei ricordi soltanto.
Mi aspetto di avere sempre la forza.
Mi aspetto di fare un corso di ballo, da sola o con qualcuno.
Mi aspetto di fare la cosa giusta.
Mi aspetto di avere ancora il profumo delle redini, del cuoio, tra le dita.
Mi aspetto un paio di giorni in campeggio, tra i boschi.
Mi aspetto che tu torni.
Mi aspetto di sbagliare.
Mi aspetto di sapermi perdonare.
Mi aspetto di essere leggera. Ridere a crepapelle come quel giorno, a tavola, per una battuta idiota: è stato bello.
Mi aspetto un pomeriggio al mare, anzi no una giornata, già dal mattino. Coi bimbi e la pineta.
Mi aspetto di finire il libro tra pochi giorni, penso un paio.
Mi aspetto di continuare a lavorare, ma senza paura, coem se fossi una persona forte.
Mi aspetto di saper tagliare ciò che non ingrana, che asfissia e basta: con le piante si dice potare. Mi aspetto di potare qua e là qualcosa, ecco.
Mi aspetto una cena sotto la pergola, a casa nostra.
Mi aspetto che mi baci quando scendi dal treno, ciao, sono così contento di essere arrivato.
Mi aspetto il palio dei rioni, in paese in culo ai lombrichi e voi ragazzi che tirate la corda, e noi che urliamo a squarciagola.
Non mi aspetto troppo.

Mi aspetto che non si voti prima del 2013.
Mi aspetto di non sapere chi votare.
Mi aspetto che cambino le cose, ma poi ci credo poco.
Forse mi aspetto un po' troppo.


19 luglio 2012

Una vera stronza.

Una non si può dire sia cattiva, alternando giornate/notti paradisiache (mangio-dormo-rimangio-ridormo) a giornate/notti frignolente, costellate da micro-riposini, micro-poppate, micro-risvegli, macro-urlate per micro-mal di pancini.
L'altra approfitta delle prime riallanciando la camicia e lanciando la pupa al volo dentro il cestino di vimini per andare a fare altro e sclera per le seconde, ricoprendo la medesima pupa d'insulti di vario genere (che palle/ ho sonno -cazzo- ho sonno. Lo vuoi capire??/ che esagerata: sei un po' una piattola come tua nonna, è solo una colichina./ io un tempo dormivo, pesavo 47 kg e avevo un primogenito buono, felice e non squilibrato. Poi sei arrivata tu./ Credo di amarti ma non so, non sono sicura, se tu non ci fossi starei di merda ma in realtà non ti conosco e quindi non mi fido/ Ho bisogno di te, ho bisogno di te ma non so chi sei e soprattutto mi stai un po' sul culo quando non dormi. Ma perchè non dormi??/ Io adesso come lo gestisco tuo fratello, me lo dici? Eh? me lo spieghi?/ Ah certo, tu non hai colpe, quelle ce le ho solo io vero? sono le 3 di notte ma tu non hai colpe, vero?, ma io non cedo, sappilo, non ti porto nel lettone, tu devi imparare che ti piaccia oppure no. Io non mollo mai, hai capito?/ Hai appena mangiato, ma cos'altro vuoi da me? io non ce la faccio più.).

Io sono una vera stronza, lo so.
Una vera stronza.
Cosa mi metto a fare figli se poi alla prima difficoltà ( no vabbè seconda, no terza, insomma non è che dorme sempre sta qua, e io senza sonno divento un'altra, una belva, penso e dico cose immonde, oscene, non so che mi piglia) non riesco ad arrendermi alla pazienza?


Però giuro che la amo più di me stessa.
Non mi credete, lo so.
Pensate sia solo una stronza e che non la meriti.
Probabilmente avete ragione.

Eppure la amo.
Morirei senza.

 

14 luglio 2012

Oroscopo.

"I nati di questo segno hanno una spiccata aspirazione alla libertà e ciò potrebbe far sì che vivano la prima fase della genitorialità, allorchè il bambino mostra assoluta dipendenza e necessità di cure assidue, una certa insofferenza, talora una spiccata tendenza al rifiuto del proprio ruolo di genitore. I nati del vostro segno saranno genitori fantastici semmai nella seconda parte dell'infanzia dei figli: l'innata creatività, la natura fanciullesca del vostro carattere vi consentiranno di essere dei genitori partecipi, creativi e divertenti per il vostro bambino. Avrete insomma difficoltà a rinunciare alla vostra indipendenza soprattutto nel primo anno di vita dei vostri figli. Abbiate pazienza, siete comunque degli ottimi genitori, solo un po' nevrotici agli inizi."

L'ha detto pure l'oroscopo.
Ma è stato ottimista.

"Una certa insofferenza" non è precisamente come definirei il mio stato d'animo di ieri notte.
"Fai sta minchia di nanna" un po' di più, ecco.






* io ho trovato questo :
Questo è un libro della buonanotte per genitori che vivono nel mondo quello vero, quello dove qualche gattino che fa le fusa e delle rime zuccherose non sempre bastano perché i nostri “adorabili” cuccioli partano beati e a vele spiegate verso la Terra dei Sogni. Pieni di sincerità e affetto, conditi da qualche espressione forte che viene dal cuore, i versi di Adam Mansbach celebrano quei milioni di eroi solitari e misconosciuti che per molte, moltissime (e lunghissime) notti hanno dovuto misurarsi con una nanna che tardava a venire, con una stanchezza tremenda e con un’irritazione crescente. Queste indimenticabili pagine non solo cantano un lato della vita familiare troppo spesso taciuto, ma hanno un effetto liberatorio e terapeutico per tutti quei (milioni di) genitori che – prima o poi – hanno finito per dare i numeri e si sono sentiti dei vermi. Questo libro trasforma le loro frustrazioni e i loro sensi di colpa in materia per un bel po’ di risate. Divertente, sovversivo, bellissimo, altamente scompisciante: un libro* per i genitori di ieri, di oggi e di domani.

Già solo per questo, me lo compro.



5 luglio 2012

Se lo dice lui.

"Dov'è che hai salvato il file?"
"Solito posto."
"Ma sta piangendo? Ah no, dorme. Hai chiamato la tizia?"
"No, riesci a fare tu?"
"Sì, giusto. Chiamare la tizia. Modificare il file. Salire. Tetta. Ce la possiamo fare."
"Certo."
"Tu dici? Secondo me rischiamo che ci viene la depressione post partum a tutti e due."
"Non dire idiozie, Susi. A noi mica ci viene: non c'abbiamo il tempo."
"Ah già. Ok. Allora salgo. Ciao, ti amo."
"Ok. Anch'io, ciao."

Avete assistito a: perchè il lavoro ci salverà dalla depressione post partum.

2 luglio 2012

Beati voi.

La prima volta che li addormenti tutti e due da sola.
Hai il sospetto che sarebbe giusto tu pensassi:  "Che belli. Sono miei, li ho fatti io, guarda qua che popò di roba."
E non: "Merda. No ma davvero mò devo fare 'sta pantomima tutte le sere?"

Perchè Susibita è fatta così: arriva sempre un po' in ritardo sulle cose. Tipo che stasera, a 10 giorni dal parto, ha realizzato in pieno il pantanaio in cui s'è cacciata.
Perchè Susibita è fatta così: lei pensa sempre in positivo. Proprio.
Perchè Susibita è fatta così: rimpiange sempre quello che pensa di non avere. Poi si tira mazzate sulle balle perchè si sente un'ingrata verso quello che invece ha, che è tanto tantissimo. Verso la vita, la sua sfacciata fortuna, verso le scelte che si è potuta permettere di prendere o non prendere.

Voi non avete mai ripensamenti?
Voi non avete mai dubbi sull'idoneità della vostra condotta?
A voi -dico- non vi tange mai il sospetto di esservi disegnati addosso qualcosa per cui forse non è che siete poi così azzeccati?
A voi non vi girano mai le balle per le cose che avreste potuto fare? dico - fermo restando quelle che avete fatto e che sono fichissime e non le cambiereste SUL SERIO - non sognate comunque anche altre cose, passi più in là? cose che non c'azzeccano una mazza con quello che state facendo in quel momento della vostra vita ma che vi affascinano impunemente?
Ma voi - ditemi un po'- siete sempre veramente soddisfatti?
Voi non pensate mai di aver fatto un passo più lungo della gamba?
Di aver lasciato andare dei treni? di averne magari preso qualcuno di troppo o troppo in fretta?
A voi non vi prendono i brividi quando realizzate di essere dentro una cosa tanto più grande di voi che temete di perderne il controllo?
A voi non vi girano un po' i maroni quando siete ipercerebrali e vi fate un sacco di  seghe mentali invece che viverla-godervela-e-stop? Non vi prendereste mai a pesanti fracassate sui denti?
Voi quando pensate ai vostri coetanei senza figli non li invidiate davvero neanche un po'?
Voi non pensate mai che mentre voi cantate whiskey il ragnetto che va sulla montagna a degli under 2 - in quello stesso preciso istante- loro stanno bevendo una birra ghiacciata all'aperto e gettano la testa indietro ridendo con un sacco di persone interessanti intorno ai 30?
A voi, questa cosa, non vi fa neanche un pochino male?
E non importa se la birra non la stanno bevendo davvero, che realisticamente al lunedì sera ci sta che pure loro siano stramazzati sul divano a fare zapping, già stanchi e già stufi, a farsi domande non dissimili dalle vostre.
Perchè non conta la realtà, conta solo quello che fa un po' male.
Voi non vi sentite parecchio -ma davvero parecchio- stronze e insulse a pensare cose così dopo che oggi pomeriggio siete state Giglio Tigrato e un Peter Pan di 1 m scarso vi ha portate in salvo grazie al suo ppadino mazico (leggi anche: 1 matita gialla con punta ricoperta da didò rosa fluo)?
Voi siete di quelli che prenditi le tue responsabilità, hai voluto la bicicletta? senza concedersi, nè concedere, un attimo solo, un piccolo istante, di sogno e paura?


 Beati voi.

Post liberamente ispirato da questo qui della Matrigna.

27 giugno 2012

Storia di un corsaro.

Viveva in tempi antichi un giovanissimo corsaro, occhi verdi capello scarso.
Era costui arguto e ardito, gran cercatore di tesori e scaltro contabile di monetine da 10 centesimi che teneva scrupolosamente riposte in un vecchio forziere di legno, eredità di suo padre bambino.
Le sue giornate erano semplici, come ogni cosa più bella.
Egli armava incursioni a perigliose rocche di banane affogate in un mare di yogurth, tuffava indegni granchi e polpi di plastica dall'alto della tazza di un water, faceva prigionieri mutandine e un vasino rosso ciliegia.
Amava, ebbro di succo, cantare Berta che filava insieme a certi Fratelli d'Italia.
Dormiva il sonno di un cuscino di piuma e l'abbraccio di un orso blu.
Conosceva un amore assoluto, unico, inattaccabile.
Un amore indubbio come l'ossigeno: indiscutibile, certissimo. Persino più certo dell'orso blu.

Poi venne il giorno in cui il giovane pirata conobbe una minuscola corsara.
E tutto fu come sempre, e nulla come prima.
Lui la chiamava, lui la cercava. Lei era il suo primo pensiero nel latte del mattino.
Lui le portava in dono, adagiandolo sul fondo del minuscolo vascello di lei, i tesori più preziosi: alcuni sassolini bianchi bianchissimi colti dal sentiero impolverato di sabbia, un nocciolo di pesca, l'orso blu (solo prestito), alcuni fogli delle offerte coop mese di giugno (scadute).
Lui le sbrodolava sulle gambe semini di pomodoro, nel contemplarla così, persa nel suo dormiveglia offuscato di gattino cieco.
E aveva questa sensazione strana dentro, che arrovella un po' le budella.
Che è voglia di fare, impazienza d'aspettare. Che è smania curiosa e ansia di cooperare. Che è uno schiaffo al cuore vederla lì attaccata, succhiare. Che è il primo amore, il primissimo dolore.

E io che lo conosco, questo terribile corsaro, io che ne ho visto le gesta e ricomposto la bandana, vorrei dirgli che è giusto così, che sta nell'ordine delle cose.
Che conoscere una donna e capire -tutt'un tratto- la parte che giocherà nel tuo peregrinare tra gli oceani non è semplice, e spesso spaventa anche i corsari più grandi.
Vorrei dirgli che quel tormento che lo morde dentro, che lo fa emozionare, spaventare nella notte, allontanarsi dalla stanza da letto nella penombra che sa di latte, quella gioia nel salutarla ogni giorno, quel piacere nel baciarla piano, volerla tua, ecco: quello lì si chiama amore.
Non più l'amore semplice, assoluto, scontato, un po' egocentrico, di un bambino.
Ma l'amore intenso, travolgente, pauroso, rischioso degli uomini.

Oggi il piccolo pirata ha chiesto come mai la piccola corsara non avesse un tesoro tutto suo.
"Non so, Magù. Credo di non averci mai pensato, a prepararlo anche a lei."
"Nina no ha tesoo?"
"No, amore. Per ora no."
Lui si è allontanato, è andato in camera, ha preso una piccola scatoletta di legno, eredità di sua madre bambina. Ha aperto il suo forziere, ha estratto la bellezza di 2 monete da 2 euro. Le ha messe nella scatolina. Ha detto "Quetto tesoo Nina". Ha richiuso.
Perchè cosa te ne fai di un tesoro se non hai nessuno con cui dividerlo?
Perchè chi ha deciso che le monete grandi di due colori valgono più di quelle piccole, rosse, con sopra inciso il cattello del Pinzipe Zovanni ("Magù, amore, è il castello di Federico, un giorno ti porteremo a vederlo." "No, Pinzipe Zovanni ha il cattello." "Ok, il Principe Giovanni, va bene."), in definitiva bellissime e indubbiamente preziosissime.

Inutile dire che la sottoscritta, in preda allo sbalzo ormonale depressivo post partum, ha vergognosamente pianto come una fontana.

25 giugno 2012

Io dirò una cosa soltanto.

Ed è questa:
E' CAMBIATA LA LUNA, ed era pure piena.

Emmò chi le tiene più quelle là fuori?


p.s. evviva, evviva, evviva! non ho più la panza!
p.p.s. merda, merda, merda! non sto dormendo una favazza!

18 giugno 2012

Un appello.

1.
"Passami Frate Indovino."
"No Mà, ti prego Frate Indovino no."
"Voglio solo un calendario lunare, vedi che 'sta settimana cambia la luna? ci siamo, ci siamo."
"Mi spiace contraddirti, ma recenti studi hanno dimostrato che non c'è alcuna correlazione tra cambio della luna e aumento dei parti. I bambini nascono da sempre mà, con o senza luna."
"I bambini sono come i vitelli, piccola ignorante. Sei mai stata in una stalla con una vacca gravida al plenilunio? no, e allora zitta. I bambini sono come i fagioli, i vitelli e i pomodori. Vengono su meglio con la luna nuova, è risaputo."
"Se mi dai ancora della vacca gravida ti sputo."

2.
"E allora? fatti un po' vedere, eccoti. Uh mamma che paaaaanciaaaaa...per me la fai questa settimana, cambia la luna."
"Sai, leggevo che non c'è correlaz..."
" Eh, B? Te che dici? lo fa, eh? lo fa, sìsì."
"Essì eh, cambia la luna!"
"Sì hem, dicevo...pare che non ci sia dimostrazione scientifica che..."
Crocicchio di vicine fuori porta.
"Quando è nato il mio Paolino ci stava una luna grossa così."
"Ah pure il mio, sìsì."
"Scusate, mancherebbero 10 giorni, e comunque è una credenza popolare. Affascinante, lo capisco, ma..."
"E' come per le vacche, stessa roba."
"Sì -certo- come per le vacche, i fagioli e i pomodori."
"Esatto!! Brava! Visto che lo sai anche tu?"
"..."

3.
"Dunque cara, l'altra sera avevo per mano sto calendario e ho controllato..."
"Ennò, checcazzo. Mò basta, pure tu! Ma che c'avete tutte? Passi per quelle che hanno partorito nel '54 ma te no eh!"
"Okkei, okkei stai calma. Dicevo così per dire."
"Quand'è che torna Papone?"
"Giovedì, venerdì, non so. Si tratta comunque di qualche giorno. Io comunque sono tranquilla. Non sono agitata. E' tutto sotto controllo. Mi sento a posto."
"Tu dici, eh?"
"Certo."
"..."
"Bè? Che c'è? Che c'hai da guardare?"
"Hai del latte sulla magliettina."
"Cazzo."


Io non posso partorire prima del fine settimana.
A fine settimana ok, mi torna a casa Papone.
Altrimenti mi tocca partorire con mia madre, roba che già mi vedo la scena.

"Pronto Mà, corri, mi si sono rotte le acque!"
"Ma rotte rotte? sei sicura? no perchè non ho ancora fatto le stalle, mi sono scappati i cani e devo recuperarli in paese, deve passare quello dell'arcicaccia con i grembiuli per la sagra, al gatto è spuntato un foruncolo infiammato proprio tra le chiappe e aspetto la telefonata per Bisnonna Profondo Nord che forse le danno l'accompagnamento..."

"Signora, spinga!"
"Susù, Susi, basta lamentarti, dai che ci sei, madonna quante scene. Non hai fame? Io ancora un po' ti facevo sul water, a te. E mi ero pure spazzolata un 100 grammi di pasta al sugo, ancora me la ricordo. La vuoi la schiaccia salata? è quella buona della coop. Eh? la vuoi? l'ho scongelata apposta."

"Pensi di metterci ancora molto? Mi scade il parcheggio."



NON LASCIAMO CHE ACCADA.
PREGATE TUTTI INTENSAMENTE INSIEME A ME.

13 giugno 2012

Dichiarazioni sparse.

Volevo dire:

- a Googhi: certo che mi fa piacere se scodinzoli sotto il letto. Certo che ti avviso se sto male. Anch'io ti adoro, piccolo. Mò cavati però, che mi fai caldo con tutto sto pelo.

- a Monti: e quindi? 'sta IMU? facciamo che a Dicembre mi scalate n.2 figli a carico, quantomeno.

- a G. che hai pestato Magù sul viso con graffi e una palpebra gonfia: c'hai 3 anni e già rompi i coglioni. A 30 cosa vogliamo fare? è l'ultima volta che me lo mandi a casa così. Perchè io i 30 ce li ho adesso e i coglioni li so rompere piuttosto bene, se non ti spiace.

- a quelli che fanno le domande a Cassano: ma pure voi, scusate...mò chiedergli pure un' opinione. Un po' ottimistico, no?

- a Nina: brava la mia bimba, che resiste. Ecco magari la parmigiana di melanzane fammela tenere giù, questo sì.

- all'anestesista dell'ospedale, che hai spiegato la differenza tra analgesia e anestesia e non hai dato per scontato il dolore nè altra scelta ma hai detto soltanto: "Se pensate di aver bisogno - ragazze- ci chiamate e noi ci siamo. Tutto qui.", senza giudicare. Poi al telefono ti hanno detto che ti avrebbero allungato il turno e tu era già stanca e quasi quasi cambiavi idea e ti licenziavi, ma invece ti sei messa a ridere e sei rimasta. Poi ti sei accorta che sei nata il mio stesso giorno, solo 20 anni prima, e hai detto" poca roba, eh." strizzandomi l'occhio. Che mi hai detto: "ah è il secondo? dov'è che abiti? non star mica tanto a pensarci eh... quando senti che ci sei corri, sai com'è.". Pure tu mi sei piaciuta.

- a Magù: quand'è di preciso che sei diventato un bambino? che porti le ginocchia al petto mentre addenti il biscotto, canti ricordando ogni strofa, racconti dei tuoi amisi, ti sbucci la banana da solo,  guardi pierinoeillupo e ghigni, poi scegli la copertina per Nina e racconti a tutti che è tua sorella?

- alla Merkel: fottiti.

- un po' a tutti: no, non è ancora nata, credo me ne sarei accorta. Peraltro mancherebbero 2 settimane, quindi non si capisce perchè c'avete sta ansia ma soprattutto perchè rompete tanto i maroni.

- ai fagiolini spatasciati in fondo al frigo: la parola d'ordine è "resistere". Domani vi pulisco, giuro.



6 giugno 2012

Cara G., e dillo che mi copi.

Passi per due anni fa, che mi era già sorto il sospetto.
Ho capito che sono la tua guru, che mi hai presa un po' a modello, che vuoi seguire sempre e comunque le mie orme.
Ma ora stai diventando imbarazzante, Gisele.

http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2012/gisele-bundchen-incinta-40738781670.shtml

1 giugno 2012

Aspettami.

Aspettami perchè non sono pronta.
Non ho la valigia.
Non è che non l'ho fatta, è che proprio non ho la valigia.
Me la faccio prestare da zia Subli, che il mio trolley dev'essere da qualche parte in cantina di Nonna Pensaci Tu su al nord.
Aspettami perchè è da poco che so di che colori comprarti le tutine, e questo è molto stupido ma fa tanta differenza. Tra il limbo dell'ignoto e la certezza del concreto. Tra non spingersi a sognarti e sognarti sul serio. Tra fingere di non chiamarti e scrivere il tuo nome da gatta su un' etichetta.
Aspettami perchè non ho finito le mie cose.
Perchè -non chiederemi perchè- si sta smuovendo tutto ora, dopo un anno e  mezzo che aspettavamo e non si muoveva proprio nulla, e non posso dire "no", devo fare la mia parte e giocare la partita.
Aspettami perchè alcuni diranno che sono una mamma poco brava, che dovrei mollare, e non ho testa.
Ma tu non dargli retta, non ascoltarli. Tu aspettami. Perchè potrei mostrarti cos'è avere una meta mentre stai giocando, e non perderla di vista.
Aspettami perchè ci sto provando, a misurare sforzo e riposo.
Aspettami perchè non  è vero che non penso a te. Ci penso sempre.
Aspettami perchè non ti conosco, e io non so amare senza conoscere.
Aspettami perchè tutti dicono che arrivi prima anche se mi vedono fare le corna, e  a me piace stupire, mi piace -diciamolo- smerdarli tutti un po'.
Aspettami perchè mi farebbe comodo, fidati.
Aspettami perchè non mi conosci, e con un po' di tempo in più puoi vedere di meglio di queste occhaie.
Aspettami perchè vorrei dormire e guardarmi per l'ultima volta la pancia - solo qualche giorno - prima di te.
Aspettami perchè nessuno mi fotografa col pancione, e io faccio ridicoli autoscatti dall'ipod, un po' bimbaminchia.
Aspettami perchè non ho ancora stampato le foto di tuo fratello da piccolo, che dicono che a fargliele vedere si prepara meglio.
Aspettami perchè voglio capire se appoggiando la cullina sul mobile delle scarpe poi magari mi caschi sotto.
Aspettami perchè ho steso 4 tutine taglia 0-1 mese al sole, e m'è presa un po' male.
Aspettami perchè ti ci devi abituare, che io rimanga indietro.
Aspettami perchè avevamo concordato così, e non ho capacità di stress management, problem solving nè di parecchie altre di quelle cose angolofone che ti chiedono quando vai a fare un colloquio.
Aspettami perchè in compenso so farmi il mazzo, ma preferirei un po' più in là, grazie, sono un po' occupata adesso.
Aspettami perchè fidati, sono tua madre, vuoi obbedire sì o no?
Aspettami perchè il piccolo principe aspetta la volpe.
Aspettami perchè ho paura, ho una paura folle.
Aspettami perchè ci devo ancora pensare un po' su, che sono la tua mamma.
Aspettami perchè arrivano le ciliegie.





28 maggio 2012

Pink. It's my new obsession.




...'cause pink it's the colour of passioooooon...

E dunque se ne deduce che... ;D??



p.s. buttiamo là - già che ci siamo- che Tyler è pazzo ma c'ha ste labbra sexyssime che forse solo Freddy prima di lui.

25 maggio 2012

Nina.

Magù con labbra a ventosa sulla panza: "Ninaaaaaaa (sorellina) esssiiiiii (esci!)".

Perchè c'è sempre un certo gusto a giocare al piccolo esorcista.

22 maggio 2012

Lui è uscito con gli amisi.

Lui a Settembre va alla materna.
Lui è andato alla pizzata con le tate, per salutarsi, dopo 1 anno e passa insieme.
Avvinghiati, appassionati, affezionati, commossi.
Fermamente decisi a festeggiare con folli bagordi, per non dimenticare.
Lui è stato consegnato di fronte alla pizzeria all'orario cenesco in cui mangiano le galline, mia suocera e i duenni, ossia poco prima delle 7: entrato, ha preso posto a un tavolo e al padre ha detto " 'sao, papà".
Indi ha dato inizio ai folleggiamenti pasteggiando a pizza, patatine, variegato ciocco-vaniglia e cantando in coro ilcaffèdellapeppina sotto lo sguardo allibito del malcapitato cameriere del turno di sera.
Un'ora e mezza più tardi è stato prelevato, chi dalle braccia delle tate un po' frignante, chi attaccato alla colonnina neoclassica del ristorante a ballare la lap-dance, chi in preda alla sindrome del torerocamomillo(el matadortranquillo).
Lui era ancora lì seduto, allo stesso tavolo, impegnato a perlustare il fondo della coppetta variegato ciocco-vaniglia.
Quando, alzatosi, è stato salutato dal coro di "'zao, Magù, si vediamo domani!", lui ha risposto laconico "'sao, amisi".
Così: come un abituè del pub al venerdì sera.
Lì Susibita ha realizzato che Lui ha solo due anni, e quella era la sua prima pizza con gli amici.
Il tempo passa maledettamente in fretta.



15 maggio 2012

Vento.

Hai finito? Dai, adesso stenditi un po'.
Bel lavoro, bravi.
No, qui è da rifare: si potrebbe avere, che ne so...uguale ma anche diverso? cioè, tipo classico ma anche innovativo? ma soprattutto: mica mi esponete un sovrapprezzo, eh?
Dobbiamo essere fuori per metà Giugno.
Quand'è di preciso che li mandiamo a cagare?
Spegni quel computer.
Non ci credo: gliel'hai venduto sul serio. Sei una bestia del commerciale, il mio guru, ti amo.
Ho fatto le due di notte.
Vi detesto, siete intollerabili, adesso io mollo tutto e entro in maternità, voglio vedere chi vi sopporta poi a voi altri due.
Certo che mi fido di voi, ciecamente. Non vorrei lavorare con nessun altro al mondo.
Scusa se sono stato stronzo nella mail.
Lui è migliorato tanto, ti dico: ora scrive, dice cose. Prima bofonchiava e basta: bof e pfff e hum.
Scuse accettate.
E' che non te lo dico ma sei come un fratello per me. E coi fratelli è così, un po' odioetamo, un po' che ci si scanna, ma è che ti devo ancora ringraziare per quella volta che al liceo mi hai spiegato gli integrali. E la vacanza dei 18, quando abbiamo fatto Leonardo Di caprio e Kate Winslet ubriachi marci e poi hai vomitato tutta notte, o quella in tenda con 150.000 lire per 10 giorni e siamo sopravvissuti a pasta al pesto sul fornello da campo. Son cose che lasciano il segno, tu mi capisci.

"Non sarà semplice senza di te nel periodo in cui sarai in maternità."
"Hum??"
"Dico: non sarà per nulla semplice."
"Scusa, ma allora tutti quei discorsi sul sei sbadata, confusionaria, imbranta, irrazionale, la tua mente è quanto di più lontano ci possa essere da un'approccio ingegneristico? erano solo balle da tecnico maschilista?"
"No. Sei  definitivamente imbranata, irrazionale, ti dimentichi le scadenze, sei molto stordita e a tutti gli effetti non ho mai incontrato una persona più lontana dall'avere un approccio ingegneristico."
"Ah grazie. Quindi?"
"Che c'entra? E' che sei una in gamba e noi...noi, bè...abbiamo bisogno di te."
"..."
"Che c'è?"
"Lo sai che in tre anni non me l'avevi mai detto prima?"
"Mmpff, bof, hum. Senti poi ti ricordi di mandarmi il file, vero?"

Sono giorni di vento, e il vento ti stanca.
Sono giorni di vento, e il vento ci cambia.

Poi c'è quell'altro.
Che mischia la marcia di Radetzky con Rino Gaetano e canta Aida (Alala Aidaaa...come sei beellaaa...).


Lei sfogliava i suoi ricordi
le sue istantanee
i suoi tabù
le sue madonne i suoi rosari
e mille mari
e alalà. 


"Beella queetta..."!"
Che ama lavarsi i piedi.
Che non sopporta i tappetini risvoltati e passando li rimette a posto ("tu lo sai che ciò è inquietante, vero? c'ha già le manie, come te, che ti piglia male e ti prendono le fisse per la birra rossa doppio malto e non ne bevi altra.").
Che ha una libreria che straborda, e solo due anni: se la passa in rassegna ogni sera, sceglie con perizia e poi intima:
 "Tu. Lezzi!"
"Io non leggo proprio un bel niente finchè non me lo chiedi per favore."
"Peffavoe. Lezzi, tu?"
Che:
"Voeei un susio, amisi."("Vorrei un ciuccio, amici")
"Da quando siamo stati declassati a suoi amisi?"
"Non so. Ma soprattutto: dovè, quand'è di preciso che abbiamo sbagliato?"





7 maggio 2012

Sembra uno di un certo gusto.

"Quindi se dovesse essere femmina sei proprio sicura? Sei certa di averci pensato bene?"
" Mà, t'ho detto di sì, certo."
"Tu lo sai che abbiamo già la gatta che si chiama così?"
"E allora?"
"No, niente, era per dire. Figlia mia, ricordati: nomen omen, sei poi tu quella che avrà la figlia col nome da gatto."
"No, guarda, il nome è da donna. E' la gatta che ha un nome da donna. Bellissimo, peraltro."
"Tuo padre dice che sembra un nome da vecchia."
"Mio padre mi avrebbe chiamata Emiliano come Zapata se fossi stata maschio, quindi non fa testo. A  me sembra un nome simpatico. E poi è bello, pulito."
"Perchè non chiediamo a Magù? Ha idee molto precise, originali. Per avere solo 2 anni e mezzo mi sembra un tipo di un certo gusto."
"Ma chi? Quello che vive nel suo mondo fatto di Lupo ALberto, Rino Gaetano e  pecorino di Pienza ben stagionato?"
"Proprio lui."
"Okkei."
"Magù, amore bello, tra non molto forse nasce una sorellina. Secondo te come dovremmo chiamarla?"
"...mmm. Eemmm. Mmmm."
"Quindi?"
"Ciro."

...



4 maggio 2012

Il lavoro mi perseguita

E io -decisamente- non sono abbastanza veloce.



2 maggio 2012

Stiamo sul giallo.

Lei: starà bene? 'giorno mi scusi, ho un appuntamento per un' eco., e se non è cresciuto abbastanza? avete un ospedale grandissimo, da dov'è che siamo entrati? Dio che ansia. Come 'vai a spostare la macchina'? e mi lasci qui? Ciao, sì sono quasi all'ottavo. E tu? Ah tu aspetti. E se va bene questo esame poi vuoi un bambino? Che carina, allora in bocca al lupo. Hai un saari stupendo, di dov'è che sei? nel tuo paese i vestiti hanno un colore meraviglioso.  No, è il secondo. Sì lo so, ma l'apparenza inganna, non sono mica così giovane. Ecco adesso non entro, c'ho paura. Mi attacco al saari di questa ragazza qui con la pelle color miele di castagno, col suo viso dolce, l'espressione curiosa che occhieggia alla mia pancia. Quanto mi piace 'sto saari. Io me la porto a casa questa qui, lei col saari. Una più bella dell'altro. Guarda che tocca a te. Giuro che non me ne frega nulla se è maschio o femmina. Dio che ansia. No forse un po' me ne frega, ma non adesso. Ah sei tornato. Dici che sta bene?

Lui: Non è così grande, sei tu che non sai leggere le mappe. Mmmm, un bel ristorantino proprio qua fuori, buono a sapersi. Ma non eri ansiosa di sapere se è maschio o femmina? mò cos'è tutta sta paura? segna: comprare ricambio filo falciatrice al faidate, susi dai torno subito, stai buonina qui così, ti raggiungo io., mmm, vediamo cos'è che c'hanno di antipasti...

L'altra (quella col camice): voi lo sapete il sesso? no perchè io ve lo dico eh. Da quello che vedo questa a me pare proprio una patatina. Sìsì, parrebbe proprio una patatina, vedete? certo non si può mai dire fino al giorno del parto, eh. Coi maschi è più facile, l'evidenza è evidente, sai com'è. Con le patatine il dubbio viene sempre. Bah. Comunue sembrerebbe una patata, nessun pirolino all'orizzonte. Vabbè, facciamo che magari non comprate proprio tutto rosa, state sul giallo, vediamo all'eco del prossimo mese, ragazzi.


Dopodichè Lui e Lei sono usciti a fare la spesa.
Lei, sopraggiunta sulla soglia del reparto infanzia, non ha resistito e ha fatto la gnorri, con finta disinvoltura fischiettando ha sconfinanto  dai 4 mq del reparto bimbo-blu ai 120 di quello bimba-rosa, dove ha assaporato per la prima volta il gusto un po' proibito di sbirciare tra mutandine a pois e tutine color  lavanda, sentedosi un po' ladra e un po' invece autorizzata, gettando l'occhio su dei mini legging con Brontolo stampato sul sedere e ripromottendosi che forse-magari-chissà, un'altra volta.