13 maggio 2014

the radio star.

L'altra sera ad aerobica è venuta una ragazzina, credo che la madre ogni tanto se la trascini dietro per non lasciarla a casa da sola ad annoiarsi.
Indossava dei jeans skinny su un paio di gambette da fenicottero che puoi avere solo a 13 anni, i piedi dentro un paio di scarpe rosa da ginnastica enormi e una t-shirt nera XL a motivi tribali.
Era pallida, due occhi enormi di chi non sa bene dove stia il suo posto ma dubita in ogni caso possa essere quello in cui si trova, i capelli un po' unti raccolti in una coda.
Una via di mezzo tra una winks e un'emo, praticamente un po' me 20 anni fa.
Oddio, 20 anni fa.
Mi sono detta, questa di me pensa che io sia un vecchia. Proprio non mi vede, mi oltrepassa.
Io a 13 anni la gente di 34 non la vedevo, e se la vedevo la categorizzavo come vecchia.
Avevo una capacità di estraniarmi dal contesto sovrumana.
Manco delle cuffie avevo bisogno: pigiavo un tasto interno "off" e mi eclissavo dal mondo.
Ricordo intere cene dalla nonna così, intere spese trascinando il carrello dietro mia madre, intere mattine in autobus con latine discere aperto sulle ginocchia e la testa appoggiata al vetro appannato.
Pensavo a un sacco di cose, quasi sempre le stesse.
Ai ragazzi, per lo più. Non uno in particolare, avevo pensieri sull'amore in generale dico.
Anche un po' sul sesso.
Qualche personaggio di qualche libro.
La scuola e un qualsivoglia compito di matematica. Dio che ansia, pure ora.
Pensavo a mio padre, moltissimo.
Un giorno capitò una cosa strana, che ora non potrei definire brutta, ma cambiò la vita di tutte noi tre per i successivi dieci anni, portandoci via parecchia luce.
Fu una cosa sciocca, una cosa apparentemente normale, ma mia madre la prese malissimo e io pure peggio, dietro a lei.
Fu come scoperchiare il vaso di Pandora.
A 13 anni indossavo magliette più grandi di me, per non far vedere il seno che cresceva. Avessi saputo che lì si sarebbe fermato mi sarei evitata tutte quelle paturnie.
Per questo, e per i suoi pensieri dentro un'ora di ginnastica, e per i vasi di pandora che prima o poi si scoperchiano per tutti, mi ha fatto tenerezza quella ragazzina.
E per le scarpe enormi, e perché mentre io in un impeto di esaltazione musical-sportiva saltavo canticchiando al ritmo di video kill the radio star lei mi guardava con quella faccia lì, proprio di quella che ma che è 'sta canzone che non l'ho mai sentita prima.

4 commenti:

(S)MammaSarita ha detto...

Tutta la mia solidarietà. A me quando insegno, quello sguardo lì del 'ma che è 'sta canzone che non l'ho mai sentita prima' capita spesso. Una volta dovevo fare una lezione sul Past Simple e come esempio ho scelto Britney Spears pensandola perfetta per degli adolescenti. Non ne avevano mai sentito parlare. 'Ma come? Britney Spears...dai, Baby One More Time, 1999'. Sguardo colmo di pietà 'Prof, noi nel 1999 non eravamo neanche nati!'. Eh.

Susibita ha detto...

Comunque c'è una speranza: ho scorperto che radio star è del '79. Il che mi fa dedurre che o io ero già d'antan a 13 anni, o forse c'è speranza che a 13 si conoscano le (buone?) canzoni dei 30 anni prima.
Ecco spiegato anche perché i tuoi ragazzi non conoscono la brit ...bwahhaha...no scherzo, dai. Ma lei tra l'altro ha imperversato per tutto il 2000, se non altro per il gossip. Sono loro disinformati dai, e tu un virgulto.

Squa ha detto...

Io ti leggo in silenzio, ma a volte mi vien voglia di fare un pochino di rumore. Mi piace leggerti

Lisa ha detto...

Commentare dal telefonino è un'epopea, è solo perché mi salta la connessione o se sbaglio non posso correggere senza ricaricare la pagina. Comunque ti leggo anch'io in silenzio e con piacere. Pure io m'intenerisco con quelli nati intorno al 2000. E mi indigno se non conoscono le mie canzoni preferite. A quelli più grandi ho fatto conoscere film come Moulin Rouge o Chicago e per quanto trasgressivi non hanno apprezzato! La travolgente Catherine Z Jones li ha lasciati indifferenti!