18 settembre 2014

La ricerca della felicità.

"Ciao piccolo, com'è andata oggi?"
"Male, malissimo."
"Perché? Cos'è successo?"
"Ho pettato per sbaglio il marchinzegno del mio compagno."
"Oh, capisco. E si è rotto?"
"No, lo ha ricottuito."
"E tu hai chiesto scusa? lo hai aiutato?"
"Sì, lui mi ha detto "hey!"  da cattivo, io ho detto "ccusa!ccusa!!",  e poi lui mi ha fatto gli occhi stretti."
"Mmm. Bè non mi pare così grave. In fondo ha detto solo "hei", mica ti ha insultato."
"Sì però a me, quando mi fanno gli occhi stretti, mi si rompe la felizità."

Devo ricordarmi di insegnare a mio figlio che la felizità non può e non deve essere un vaso di vetro.
Devo assolutamente insegnargli che la sua sensibilità, la sua bellissima, fantasiosa, profonda, calda sensibilità non può essere qualcosa di così fragile. 
Devo davvero mostrargli che quando si ha un dono tanto prezioso non lo si deve lasciare in balìa degli altri, ma tenercelo stretto e coltivarlo, accudirlo, e condividerlo certamente, ma essere pronti a difenderlo coi denti se necessario.
Devo insegnarli che la felizità dipende da lui soltanto, nel suo corrispondere all'idea di sé che vuole essere o nonostante tutto diventare. Nel non tradirsi.
Sarò opportuno dire a mio figlio di credere e avere fiducia nella bellezza degli altri, ma ancora di più nella propria. 
Devo  ricordarmi di avvisarlo che la nostra bellezza si può macchiare o sbrindellare qua e là, perché bellezza non è perfezione e può capitare di calpestare qualcuno senza volerlo.
Che, tuttavia, poche cose sono davvero irrimediabili, e nella maggior parte dei casi è utile praticare l'umiltà ma in nessuno l'umiliazione.

Poi, in seconda battuta, potrei dirgli che la vita può -stupeficium- essere leggera, senza  per questo essere presa con leggerezza.
Che non è che perché tuo figlio torna da scuola con qualche piccola delusione che gli devi partire in tromba col pippone biblico.
Che la lezione migliore sarà sempre la TUA felicità, la TUA umiltà, la TUA forza.

E che  in moltissimi casi, comunque, la cosa più saggia da fare potrebbe essere dargli una strapazzata sui capelli e dirgli Non pensarci, hai fatto tutto ciò che dovevi fare, non è davvero così importante, mentre vi svaccate sul divano mangiando cioccolata come non ci fosse un domani.


4 commenti:

D'Erica ha detto...

Susi, sei una bravissima mamma <3

(s)MammaSarita ha detto...

'Che la lezione migliore sarà sempre la TUA felicità, la TUA umiltà, la TUA forza' Non potrei essere più d'accordo.
Io, comunque, se una delle mie torna a casa dall'asilo e mi dice 'mi si rompe la felizità'...me le mangio di baci, altro che cioccolata! Irresistibile Magù!

(chissà invece la Nina come avrebbe reagito agli occhi stretti...mazzate? ;) )

La Princess S. ha detto...

Che dolce il tuo meraviglioso piccol oe che brava tu :)

Susibita ha detto...

D0erica: lo dici perché sei tu :)

sarita: nina per ora sì, probabilmente un cazzottone. Poi chissà, crescendo cambiano.

Laprincess: hei! bello che sei passata di qui!