1 marzo 2011

C'è questo vento cui non sono stata abituata mai.
Un vento che è tutto di questa terra che non è ancora mia, e soffia forte, e forte grida, e mi scuote i capelli davanti alla faccia e sugli occhi ancora, mentre cammino rannicchiata dentro la giacca.
Come lo schiaffo del mare qui sulle colline, mi sembra.
Abbatte le canne che spazzano la strada, frusta gli ulivi su-su vicino al sentiero.
Rotola via, veloce, un sacchetto di plastica.
Rami e foglie e burattini impazziti di vento.
S'infila nei portoni dei palazzi scrostati di fronte alla farmacia, scuote quella veneziana là in alto, hanno dimenticato di affrancarla.
Solleva la gonna e svela le calze spesse color carne, un po' bigie, della vecchietta in pantofole e cappotto.
Truc-flof-via, s'è preso il cappello del signore davanti alla posta.
Strappa i cartelloni inccollati tra le crepe e i capperi dei muri, anche gli annunci mortuari.
Furio Furini (Il Grillo), anni 95.
C'è scritto proprio così: detto il Grillo.
E' tanto forte, questo vento, da portarsi via pure un vecchio grillo.

4 commenti:

emanuelas ha detto...

che bello questo post..limpido e chiaro proprio come un'immagine, ma in movimento.. wow!
e.

Lex ha detto...

Un po' di spleen da trasferimento?

Susibita ha detto...

Emanuelas: grazie =), in effetti tutto è in movimento e un po' sottosopra, da queste parti.

Lex: si vede che sono un po' metereopatica.

Lisa ha detto...

Che bellezza struggente... Anche qui soffia un vento spietato e necessario, come i cicli delle stagioni e della vita.