Come s'impara la gratitudine? E la leggerezza? Come si accetta il cambiamento senza farne un'idra di Lerna? Come si riconosce la cosa giusta da fare? Dove si trova la forza di cambiare sè stessi quando non si sa nemmeno abbandonare la quarta stagione di orange is the new black perché ci deprime?
Come - davvero - ci si manda un poco, ma pure tanto, al diavolo da sole?
Benvenuti nel favoloso psichedelico mondo della gran testa di fava della sottoscritta che va in vacanza con la paura della propria ombra. Razza d'imbecille.
6 commenti:
Non so se ho afferrato bene, comunque coraggio, sono sicuro che saprai affrontare le cose nel modo giusto (o quantomeno in un modo non troppo sbagliato).
Cara Susi, ti leggo in silenzio da tanto. Ma questa volta mi sento proprio di risponderti. Ci si perdona capendo che gli errori si commettono ma non ci definiscono.
Ho vissuto per tanti anni soggiogata dalla paura di sbagliare e per non correre il rischio non facevo nulla. Poi, piano piano, e con otto anni di analisi, ho capito che è inevitabile commettere errori, che è nella nostra natura di esseri umani, ma che il mio valore non dipende dalla mia perfezione, una perfezione che esisteva solo nella mia testa. Ho imparato a perdonarmi e ad andare avanti, scoprendo che poi la vita è bella anche se diversa da come avrei voluto. Non è un percorso facile, anzi è molto faticoso, perché si deve scavare nelle ragioni profonde delle proprie insicurezze, ma ne vale la pena perché poi si vive tutto con più leggerezza.
Un abbraccio grande
Ilaria
Grazie Ilaria delle tue parole. Non sai quanto faccia bene sapere che esistono persone con meccanismi affini: cioè mi spiace per quelli come me, perché non è bello essere come me, però aiuta sapere che qualcuno era così e forse oggi lo è un po' meno. Dà speranza, ecco.
A volte l'unica cosa che mi sento è: strana, ingrata.
Strana perché mi sembra che il resto del mondo sia parecchio più risolto di me (falso, lo so, ma che devo dirti - sono pure egocentrica) e ingrata perché non si capisce bene perché io debba essere irrisolta, cioè lo so solo io, dentro di me, che non mi sento del tutto a posto.
E' un percorso che sto affrontando da un paio d'anni, questo verso l'accettazione e la leggerezza: al momento sono stabilmente statica. Da circa 24 mesi. Penso, ci ripenso, capisco la teoria perfettamente, mi dico che devo darmi una regolata con quest'ansia e questo dover a tutti i costi dimostrarmi qualcosa.
Ma basta un'inezia e mi scatta il senso d'inadeguatezza, il senso di colpa, il "ma allora ho sbagliato tutto/non valgo nulla/ testa di cazzo che sono" o peggio della paura "ma dove vuoi andare/ ma chi te se fila/ ma cosa ti credi/ te l'avevo detto".
E poi - dulcis in fundo- la chicca sulla torta: il senso di colpa.
Guarda quello/a/i: gli è successo X oppure Y, le tragedie del mondo, i veri problemi, le malattie, e tu -miserabile testa di legno- ti deprimi per 3 parole in croce, per un lavoro, per un esame, per un progetto che magari non si realizza.
Insomma ogni scusa è buona per darsi contro da sole.
E io mi odio per questo. Per l'appunto.
Inoltre secondo me ho anche qualche disfunzione ormonale, perché è come se fossi in fase pre-mestruale da 20 giorni.
Sgomento prevacanziero che amplifica le paranoie? Scusa, mi spiace non essere passata prima, dovevo smetterla di guardarmi l'ombelico e addormentarmi (senso di colpa che attanaglia anche me). Ci sentiamo magari per disquisire meglio i come, dove e perché abbiamo segato, perché anch'io ci penso spesso. E molto spesso mi viene da mandare tutti a ... Chiudere baracca e ritirarmi in cima a una montagna come mio padre. Credo che sia l'età e l'arterio galoppante... Vedrai che andrà sempre meglio 😆
Ciao.
Io, Hysterikmom ti posso solo consiglierti una cosa.
Se hai il coraggio di leggerlo.
Ci vuole coraggio. Apertura mentale. Eliminazione totale dall'infestazione di pregiudizi che sono peggio dei pidocchi. Ho avuto il coraggio di leggerlo.
Ed è stato meglio di un anno dallo strizzacervello.
Poche parole: liberante, primitivo, consapevolizzante (mio neologismo creato per l'occasione)
Ora lo sto leggendo per la seconda volta e me lo tengo in borsa come una specie di talismano.
Ti prego non guardare al titolo (brutto) e nemmeno alla grafica di copertina (inguardabile) che tradiscono il tutto e lo fano sembrare un manualetto americano di self helping new age degli anni '90.
Boh. Prova. Se ti fa schifo puoi insultarmi liberamente.
"Ritorno all'Amore" di Marianne Williamson
Te l'avevo detto che il titolo fa schifo.
Lo trovi su amazon.
Grazie histerikmom, Lo Cercherò sucuramente. Intanto lotto contro le mie paure a suon di abbracci, qualche isteria, scarsità Di sonno, bei libri, organizzazione, uno scazzo leggero.
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