27 novembre 2012

Questa parte della mia vita si chiama.

'Questa parte della mia vita si chiama 'Sarai contenta adesso.'

E' quella in cui scoprite che Nonna Pensaci tu dovrà fare un piccolo intervento ma la riabilitazione sarà lunga, quindi non potrà scendere ad aiutarti con la bambina in primavera.
E' quella in cui Susibita si convince che questa sia la punizione divina perpetrata a suo castigo per essersi lamentata della cucina padellata, del sugo al tonno e del giudizio non richiesto sulle coppie gay.
Eventualmente anche per essersi autocompiaciuta di dire: "Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso". Così, solo perchè faceva figo citare Schopenhauer.

Questa parte della mia vita si chiama 'non c'è più rispetto per gli anziani'.

"Zia, io voglio tanti bambini, direi 10."
"Amore, hai 16 anni, è ovvio che non sai di cosa parli."
"Invece sì. A me non fa paura avere tanti bambini, lo fanno tutti."
"Va bene. Ne riparliamo dopo il parto, cara."
"Lo fanno tutte sì, è naturale. Poi davvero si vedono in giro di quelle cose... perchè non dovrei farcela io? In fondo ci riescono persone...hem..voglio dire ce l'hanno fatta anche...sì insomma...dai zia, lo sai. Ce l'ha fatta persino tu."
"..."
"eddai zia, non t'offendere."
"Piccola serpe."
"Ma ve la ricordate la zia 3 anni fa?"
"Tu taci che 3 anni fa eri uno scricciolo, che vuoi ricordarti tu."
"Mi ricordo invece! Nonna ti diceva sempre "Susi guarda la vicina di casa, guarda che bella bimba, non ti viene voglia?" e tu:"Mi lasci pensare...no, direi proprio di no." E infatti poi hai adottato Googhi."
"Ma com'è intelligente questo bambino cuore della sua zia che ricorda ogni cosa..."
"Poi a un certo punto sei arrivata a casa, ricordo che eravamo in giardino e tu hai detto ci sarebbe un piccolo problema."
"...guarda tu che memoria..."
"...ma per me non era un problema perchè arrivava mio cugino e finalmente non ero più il più piccolo. Allora noi ti abbiamo chiesto ma non preferivi i cani?"
"Devi andare avanti ancora per molto?"
"E tu mi sono sbagliata, e allora?"
"Detta così zia, devi ammettere..."
 "Io ne voglio 10. Meglio pari, sì."

Questa parte della mia vita si chiama ' culo'.

E' quella in cui Susibita trova posto a Nina, da marzo in poi, nell'asilo del paese oltre il bosco, quello che è così vicino da non scombinarle troppo gli orari e che costa (poco) meno del solito salasso.
E' quello in cui si convince dell'immeritata botta di culo e sghignazza tra i denti, così. 
Medagliha-medagliha-medagliha.

Questa parte della mia vita si chiama 'cazzo ridi'.
 E' quella in cui Susibita fa il conto di quanto spende in 4 mesi di nido.


 



Una domenica mattina.

"...e poi z'ea un lupo enomme, ma io PAAAM, io ho ppàato con il mio fuzile e l'ho uzziso, il lupo temendo, sai?"
"mmm?"
"Il lupo temendo l'ho pàaato io, è tato delizzioso."
"perchè me lo hai portato? non eravate giù con la nonna?"
"...vieni a fae colassione?"
"io vorrei dormire, vorrei solo dormire."
"no, tu hai zà dommito. Io vado all'asilo."
"bene, ciao."
"Ma senza di te non scende."
"E' un problema vostro, voglio dormire."
" ...in Fanzia no zi sono i asili..."
"mò chi gliel'ha detto che in francia non ci sono gli asili?"
"buonanotte."


22 novembre 2012

Gente che incontri e a cui non hai chiesto nulla.

"Uuh chi si rivede!! come stai? Ma che bella! Quanto ha ora? 5 mesi? e l'altro? sei magra! sei stanca? No perchè ti dico: il peggio deve ancora arrivare."
E' sempre un piacere incontrarti.

"E il lavoro? come fai? ah tua suocera, capisco. Beh, dai. Se sei contenta tu."
Se vieni aggratis ho posto anche per te.

"Io non so come tu faccia, io non tornerei mai indietro. Quanto hanno di differenza? Ahi-ahi, non ti invidio per niente."
'fanculo.

"E quando vuoi uscire come fai? poverina."
Non so, vedi tu. Pensavo di portarli da te. 

"E vedrai ora quando crescono, sempre peggio. D'altra parte che vuoi: son gelosi, è normale. Senti ma quand'è che riparti? non scappare eh, che passo dentro a trovarti un giorno di questi." 
Maddai, che culo.

Dai 3 in poi è un delirio, io mi sarei sparata. Poi io faccio un lavoro stressante, un part-time di 4 ore a tempo indeterminato capisci? e i nonni che vabbè sono dietro casa, ma vuoi mettere? a volte mi stressano più loro del bimbo. La sera poi lui torna tardi alle 6 e mezza, cioè...alla fine non hai tempo di fare veramente nulla alle 6 e mezza. Il sabato e la domenica volano. Per questo non ho voluto il secondo. Ma non voglio terrorizzarti, eh. Ti avrò mica spaventata?"
Ho smesso di ascoltarti alla voce "part-time", stronza piccola idiota.


 Se me ne sono andata da 'sto paese un motivo c'è.

19 novembre 2012

Noi siamo stati in un posto in cui.

In cui in ogni piazzetta, slarghetto, piazzuola c'è una fontana e l'acqua è limpida e freddissima.
In cui il sole sorge tardi e tramonta presto, e se sei abituato a fare il riposino postprandiale vuol dire che ti sei un po' fottuto il pomeriggio, però rimani in una casa dove ogni cosa intorno profuma di legno, il piumone è rosso e il tè è caldo.


In cui qualcuno ha cercato jem-e-le-holograms su youtube commuovendosi pubblicamente in preda all'amarcord.
In cui qualcuno ha ricordato che da piccole il gioco preferito di entrambe si chiamava tombino, e ne ha dedotto che alla luce di ciò si spiegano molte cose.
In cui qualcuno si è ritrovato. Quelle che eravamo, che avremmo potuto essere, che siamo rimaste.
In cui qualcuno ha comprato un cappello nero con una spilla in lana cotta a forma di fiore e non ha ancora deciso se si sente più Julia Roberts in Monna Lisa smile o Jessica Tandy in A spasso con Daisy, ma forse più la seconda.
Un posto in cui esiste la più alta concentrazione di carrozzine mai vista, che manco il Chicco Village a natale.
Un posto in cui le mamme hanno 20 anni e le nonne 40 e fanno l'aperitivo, che se lo dico a mia suocera (ma pure mia madre) quelle si rifiutano perchè scusa, ma per due olive e un chinotto vieni qui che ti tengo i bimbi e gli metto su il re leone, no? almeno mi controlli il compiuter, che non mi funziona e non posso più giocare a scala quaranta.
In cui qualcuno ha temerariamente invitato i quattro al completo, senza immaginare.
Un posto bellissimo, caldo e ordinato che non aveva mai visto il passaggio di un duenne e di una carrozzina piantata tipo monolite sui punti di passaggio, quindi sostanzialmente sempre tra i coglioni.
Noi siamo stati in un posto in cui qualcuno ha cucinato per noi polpette e pancakes con sciroppo d'acero.
In cui altri hanno monopolizzato il telecomando ammorbandoci con l'ocarina, cantato i tle pozzellini, disegnato a matita sulla tovaglia, rubato ciucci.
In cui altri hanno dormito e rigurgitato latte sui pile di tutti i presenti nessuno escluso e pure sul pavimento pulito.
Un posto bellissimo in cui qualcuno avrebbe voluto passare inosservato, discreto, di compagnia e invece è transitato con la grazia di Sandy la tempesta del secolo.




13 novembre 2012

Evvabuò.

Sottotitolo: chi ben comincia.

Interno giorno.

Susibita:"Ho deciso, col nuovo anno."
Papone:"Dici? Bah, fai un po' come credi."
Susibita:"Tanto già ne mangio poca, non credo mi costerà molto rinunciarci del tutto. In ogni caso aspetto la fine dell'allattamento."
Zia Subli:"Ricordate quel capodanno con quel salame felino di 1, 5 metri? mi si attiva la salivazione solo a pensarci."
Susibita:"..."
Papone:"Altrochè. E chi se lo scorda?"
Susibita: "..."
Zia Subli:" Possiamo ordinarlo direttamente dal produttore sai? che faccio, chiamo?"
Susibita:"..."
Papone:"sìsì, direi di sì, si ordina al metro?"
Susibita:"..."
Zia Subli: "sì, al metro, quanto ne vuoi."
Susibita:" Tutto ciò è orrendo."
Zia Subli:" Se vuoi possiamo ordinarlo prima di Natale, così siamo ancora nel 2012."
Papone:"Giusto. Così te la sciali prima dell'addio deifnitivo."
Susibita:"..."

Susibita ci ha provato.
Perchè ci crede veramente sia la strada giusta per lei.
Solo deve ancora convincere i suoi occhi.
Perchè al così te la sciali quelli hanno involontariamente fatto un po' giacomogiacomo, come dire: "...Evvabbuò, vah...".



12 novembre 2012

La (fu) gentildonzella.

Io credo nella gentilezza.
Sono fortemente convinta che sia uno dei principali valori da sostenere, alimentare, qualcosa per cui valga la pena sforzarsi nel quotidiano, perchè può cambiare la giornata tua e quella degli altri, la vita tua e degli altri.
Sapersi immedesimare, chiedere scusa, permesso, non c'è di che, buona giornata, non volevo mi spiace, figurati lo faccio con piacere, mi spiace ma proprio questa cosa non la posso fare, se vuoi cerchiamo un'alternativa.
Io non sempre sono gentile. Con gli operatori telefonici, ad esempio.
Però cerco sempre di ricordarmi, di correggermi.
Mi piacciono le persone gentili alla cassa, al telefono, per strada, mi piacciono le persone gentili sul blog, via email.
Ma esistono persone che hum, bah.
Sono quelle che se ti chiami Avv., Notaio, Dott.Comm., Dott. Ing., le senti che telefonano e dicono "Buongiorno Notaio! Buongiorno Avvocato! E la moglie? la famiglia?".
Sono quelle che della laureata 29enne precaria dicono "Non si preoccupi, le mando la ragazza."
Sono quelle che il loro lavoro, la loro gavetta, la loro professionalità li hanno fatti solo loro e poi han perso lo stampino.
Sono quelli dalle fatture (loro) grosse, a cifra tonda.
Sono quelli che quanto costa! ma cosa ci vorrà? Il nipote del cugino del bidello della scuola privata di mio figlio me lo fa a meno.
Sono quelle che non rispondono alle mail, ma chiamano la domenica.
Sono quelle che ho bisogno che mi fai un lavoro per il quale non ho intenzione di pagarti, richiamami appena puoi.

Richiamami.
Capite?
Richiamami.


Ci ho messo 30, 31, 32, no va bene 33 anni.
33 anni di gentilezza unilaterale. Con quelli senza soldi, con quelli con i soldi. Con quelli brutti, con quelli belli. Con quelli laureati, con quelli non e persion -dico persino- con quelli che vogliono il nero.
Ci ho messo 33 anni, ma ce l'ho fatta.
E ho risposto.
Così:
"Spiacente, sono impegnata in un'importantissima riunione (di sticazzi, col gatto). Se hai bisogno richiamami tu, ma non subito perchè non ti rispondo. Tra un paio di giorni, forse. Che ho cose più urgenti da fare."
Che non è il ma fottiti cui puntavo, ma nel mio piccolo mondo sono-sempre-carina-e-buonina-come-capuccetto-rosso-anche-con-quello-stronzo-del-lupo è una conquista.
Ma ce la farò, impegnandomi con costanza.
Io diventerò una stronza, sì.


7 novembre 2012

Sion ed io.

Se davanti allo specchio dopo essermi asciugata i capelli dico a quella che mi sta guardando in faccia:
"Sembri Sion the Siip ."

Significa che qualcuno deve venire -qui, ora- a fare qualcosa per me.


6 novembre 2012

ogni mattina.

Io ogni mattina da quando è cominciata la scuola lo accompagno a prendere il pummino zallo.
Io ogni mattina porto una storia, sempre la stessa o una diversa.
Io ogni mattina, per quei dieci minuti, sono un pupazzo di neve. Crudelia Demon. Un abitante di Dragonia. Gruffalò. Il marchese di Carabas.
Io prima lo vedevo che mi guardavano strana, coi loro bimbi in braccio, le pantofole ai piedi e lo sguardo di quelle che si stanno chiedendo se sia davvero opportuno che una alle 8.30 del mattino stia in mezzo alla strada a cantare alsolvederlartremidapprension.
Io adesso le vedo, che controllano se già ci sono, arrivando alla fermata.
Che appena arrivano indicano il mio libro e spingono delicatamente i marmocchi ingrembiulati verso di me.
Io ogni mattina rispondo a molte domande, alcune pertinenti, altre alla cazzo.

"Io una volta l'ho conosciuto un marchese."
" Ma il gatto tuo parla? eh? Parla? il mio rutta, chiedilo a mia zia."
"Sì pelò...sì pelò ozzi z'è un vento delizzioso..." (questo è Magù)
"Ma le volpi la mangiano l'insalata?"
"Il gruffalò è brutto?"
"Ma se le volpi sono bianche non si vedono nella neve bainca, solo gli occhi."
"...che vento delizzioso..."

Io ogni mattina le vedo che ciacolano, rilassate.
Pensavo di esporgli fattura.