27 maggio 2013

Fatevelo bastare.

Per la festa di fine anno scolastico di Magù Susibita ha stilato il seguente programma:

- Si presenterà senza il materiale per la pesca.
Sta messa che non ha tempo di buttare la spazzatura da circa 10 giorni, fate voi.
Non ha tempo o forse voglia, quando se ne ricorda o è tardi ed è buio o è mattina presto ed è in ritardo. 
Per farle raccogliere annaffiatoi, secchielli o gli accessori accessori bagno che segnalate dovevate avvisarla prima. Tipo a Natale.

- Non si presenterà, di qui a metà Giugno, ogni giorno dispari dalle 15 alle 17 per i laboratori genitori.
A quell'ora lavora, se non lavora manda avanti la baracca di figli/casa/spesa da sola, se non manda avanti la baracca da sola lavora.

- Non confezionerà, in alternativa, i lavori a casa: non sa cosa sia un albero della pioggia, la ricetta dei lecca lecca fatti in casa -credetemi- è meglio che non le venga passata, non ha un cazzo di tempo possibilità di confezionare copricapo a tema marino da cartoncino riciclato.
Poi per chi mi avete presa, una craft blogger?checcazzo, non c'è più rispetto.

-  Comprerà in blocco i 10 biglietti della pesca lenendo così - ma malamente- il senso di colpa per non avere idea se riuscirà -effettivamente- ad andare alla festa e vedere suo figlio.

Ora io lo so che la baracca la mandano avanti gli altri, le maestre e tutti quei genitori che alle 5 hanno finito di lavorare, che hanno i sabati pomeriggio liberi per montare la staccionata nuova dell'area giochi,  la capacità e la buona volontà di esserci e di fare.
Lo so che se fosse per me e per quelle come me non si farebbe un cazzo della festa e i bimbi si terrebbero la staccionata vecchia e con le schegge.
Vabbè e io lavoro, faccio girare un po' l'economia, faccio la mia parte, oh ma che volete?

Detto questo.
Bè?
Che deve fare 'sta poraccia di Susibita? Ammazzarsi?
Non ce la fa.
Compra i biglietti della pesca, ok?
Porta il succo alla festa, ok?
Fatevelo bastare.

p.s. aggiornamento del mattino dopo aver riletto il mio post:

Forse ieri sera ero un tantino stanchinella e rileggermi tutto l'elenco di quello che ci veniva chiesto di fare mi ha inacidita. 
Sia messo agli atti che sono grata a maestre e mamme e padri fantastici che sono tanto bravi da rendere più bella la festa anche per mio figlio.
Bravi, tutti bravissimi, davvero.
So che è un modo per avvicinare scuola e famiglia, so che - in linea del tutto teorica - è giusto e sacrosanto.
Però alla fine, come dice la Tess, che si strozzassero tutti con la colla a caldo.

23 maggio 2013

Piccolo Tre.

Piccolo Tre ha tre anni, da pochissimo.
La notte in cui è nato, 3 anni e pochissimo tempo fa, Susibita gli ha scritto una lettera.
Quella notte tutti hanno dormito agitati, perché l'aria là fuori era quella che precede qualcosa di grosso, come quando le nuvole corrono per radunarsi e poi le vedi che fanno massa, confabulano e si preparano a qualcosa.
Quella notte l'ansia rosicava un po' tutti ma Susibita in particolare, perché Susibita e l'ansia hanno questo rapporto simbiotico per cui non possono stare troppo a lungo lontane l'una dall'altra e quando poi si ritrovano lei non può farci nulla:  lasciarsi andare, gettarsi tra le sue acque scostanti e fluttuose.
Può solo scriverci dentro.
Quando ne esce, la mattina dopo, è  un po' come il primo respiro fuori dall'acqua.

Piccolo Tre ha occhi d'inchiostro e capelli grossi e scuri, come Susibita immaginava sarebbe stato suo figlio.
Piccolo Tre  invece è suo nipote.
Piccolo Tre ha tanti talenti,  è un paguro piccino.
Piccolo Tre è timido, e ammaliatore di cassiere.
Piccolo Tre è dolce, e duro corallo.
Piccolo Tre è diffidente, e innamorato -in modo geneticamente sleale- dello zio sbagliato.
Piccolo tre è distratto, curioso.
Piccolo Tre corre, una saetta.
Piccolo Tre ha lasciato un dente un giorno, su un pavimento.

Piccolo Tre doveva nascere prima, lasciando a Susibita il piacere di essere giovane, carina, disoccupata e con il tempo di addormentarsi assieme a lui sul divano, portarlo al pub, mostrarlo alle amiche.
Amarlo da sola.
Ma Piccolo Tre è arrivato dopo tutto, dopo che il pulsante era già stato pigiato, impossibile tornare indietro.
Susibita, dentro di sè, sa che questo lo rimpiangerà per sempre.

Piccolo Tre è in una foto che ride perché Magù gli tocca l'orecchio.
E' affascinato da Nina, dai suoi piedi piccoli e grassi e dai suoi occhi lavanda.
Susibita sospetta che una parte del cuore di Piccolo Tre abbia uno spazio abbastanza largo e comodo da contenerli tutti e tre, Piccoli Tre. Che non ci sia spazio, lì dentro, per altri fuorché loro.
Susibita, dentro di sè, sa che questo la consolerà per sempre.

13 maggio 2013

All tasks accomplished.

"Qui dice che a scuola ci sono i pidocchi, che metà della classe non è integrata nella routine scolastica, che vanno a fare una gita in biblioteca e che settimana prossima c'è una riunione per la sezione A."
"Hum. Il nostro è nella metà integrata?"
"Pare di sì."
"Ha i pidocchi?"
"Mi sembra di no."
"Lo mandiamo alla gita?"
"Certo."
"Allora siamo a posto. E poi dici che siamo inaffidabili. Guarda qua invece, che popò di genitori: all tasks accomplished. C'è altro?"
"Ci manca solo da capire in quale sezione sta lui."
"Mi stai dicendo che non sappiamo in che sezione è nostro figlio?"
"Magù tu in che sezione stai a scuola? A o B?"
"Vedde."
"Giusto, prima c'erano i colori. Com'è che hanno cambiato? Perchè devono complicarmi l'esistenza?"
"Sì però non è normale che non lo sappiamo..."
"Senti guarda che mica è semplice: il pullmino, gli avvisi, il grembiulino...ora pure TUTTE le sezioni devo ricordarmi?"
"Ma perchè?quante sono?"
"Due."
"..."

7 maggio 2013

Che faccio, lo sputo?

"Non puoi immaginare che situazione."
"?"
"Da solo, con due bambini."
"..."
"Che tipo c'erano queste madri con 1 solo figlio, tipicamente piccolo e addormentato in culla, ma con 2 nonne e 5 amiche al seguito."
"Io ero l'unico DA SOLO. E con 2 bambini poi. Lei che urlava nel passeggino e lui che dava segni d'insofferenza per l'attesa."
"Ma và..."
"No guarda, ti dico, credimi: pesante."
"Humm."
"Mi guardavano tutte con compassione. Loro sembravano così rilassate. Solo io ne avevo due che non stavano fermi, e mi arrabattavo, mi arrabattavo. Ma non sembrava mai abbastanza, ed ero il solo."
"Maddai..."
"No no, una faticaccia. Giuro."

Capito?
Lui giura.

2 maggio 2013

Vademecum per bi-madri lavoratrici single p.t.

La bi-madre lavoratrice single p.t. è single part-time, di solito infrasettimanalmente, accoppiata di prassi in formula week end, sfigata quasi sempre.
La single p.t. si becca le due cozze sul groppone dai 3 ai 5 giorni (e notti) a settimana e nel fine settimana deve pure mediare tra un bellissimo film di fantascienza che tipicamente le fa cagare e un film qualunque che contempli persone e non androidi, un qualunque filo conduttore, possibilmente un lieto fine perché al sabato sera il lieto fine se lo merita, o se proprio non abbiamo nessuna delle precedenti,  almeno la presenza tipo di benicio del toro, che so io.
Comunque.
Ci tengo a precisare che il seguente decalogo è strettamente personale, e pur tuttavia chi ve lo offre nutre la speranza che possa essere di aiuto a qualche sparuta imbesuita bimadre o madre con panza bis in arrivo che -come la sottoscritta 1 anno fa- si guarda la panza, poi guarda il primogenito, riguarda la panza, riguarda il primogenito e poi spera di svegliarsi sudata, sollevata ma soprattutto 25enne.
Le regole sono poche, ma fondamentali.

- Prima regola: non si parla del fight club. Seconda regola: non dovete mai parlare del fight club.
Haem, ok. cazzata. reload.

- Prima regola: il tempo non si moltiplica. Se ne avevate poco con uno solo, non aumenterà col secondo. La buona notizia è che non è necessariamente drasticamente ridotto come ve lo state immaginando. Il processo è semplice: si chiama riorganizzazione. Ognuno ha la sua, ma ci stanno dentro gli incastri tra i sonni dell'una e il bagnetto dell'altro, la pappa per lei e shaun the sheep per lui.
I primi tempi datevi tempo, bisogna riassettarsi. Shaun the sheep in questo è fondamentale, god save shaun the sheep.

- Seconda regola: la gelosia esiste, non fingete di non vederla. Diffidate di chi non l'ammette. Magù chiede di Nina, gioca con Nina, sbaciucchia Nina ma quando può la prende ripetutamente a mazzate in testa. Così, giusto per non perdere l'abitudine. Il mio consiglio è: quello piccolo, soprattutto i primissimi mesi, ha necessità molto basilari: assolvetele. E poi passate al primo: il suo mondo è più ricco, più complesso e anche più minaccioso. E' adesso che ha bisogno di voi per interpretarlo.
Errore commesso da Susibita: Nina nasce, Susibita si divide tra i due ma non basta: Magù si trasforma sotto i suoi occhi in una specie di rospo con tendenze violente, ingrugnito, rabbuito, infelice. Susibita ci rimane malissimo, non riconosce più il suo splendido dolcissimo bambino sognatore. Dov'è finito? chi me l'ha preso? Partono le pippe mentali, più o meno inconsce. Nessuno. Nessuno l'aveva preso. Stava solo sperimentando il suo primo amore, il suo primissimo dolore. E non c'è niente, nulla più di quello che state già facendo (tempo, coccole, gioco, rimprovero dolce ma fermo e balblablabla) per rassicurarlo: semplicemente deve fare proprio quella cosa lì. Quella cosa che non volete vedergli fare. Deve passare attraverso il suo primo piccolo, gigante dolore. La chiamano vita, e credo di aver imparato che non siamo qui per sottrarli al dolore, alla paura. Siamo qui per tenergli la mano.
Capito questo, fine delle pippe, Magù ritorna gradualmente in sè.

- Terza regola: Orari. Routine. Sequenza di azioni. Uguale a sè stessa fino alla morte ma che da morte certa mi salva ogni giorno.
Aiuta loro, aiuta voi, dà ritmo alla giornata, dà senso agli eventi: lavarsi le mani, mangiare, cartoni, spegni cartoni, lavarsi, nanna.
Soprattutto: alle 9, o giù di lì, sarete LIBERI. Prima o poi.

- Quarta regola: le regole valgono sempre e per entrambi. Sì, anche per la frugoletta piccina-picciò. Altrimenti non sono regole. Sono poche  e sono chaire: non gli stiamo chiedendo di risolvere una funzione a doppia matrice, solo di non scaccolarsi sulla sorella, per dire.
I capricci si prevengono, se non si riesce a prevenirli e degenerano s'ignorano: dureranno pochi minuti, oppure dureranno molto minuti, e saranno interminabili. Ma la volta dopo dureranno di meno. E poi meno ancora. E poi non ve lo chiederanno più (la tv, il cioccolato, il libro, la focaccia etc etcetc). Passerà un po' di tempo e poi ricominceranno da capo. Contenti?
No ok, l'idea è che poi la smettano.
In questo vi remeranno contro mariti, zii senza figli e soprattutto nonni. Ma non voi non cedete, non cedete mai, perché - secondo me- avete ragione voi.

- Quinta regola: coinvolgeteli. I grandi, dico. Sui 3 anni possono a loro modo rendersi utili: non è assurdo che "sparecchino" portando piatto e posate sul lavandino. E' un messaggio che gli state dando, più che il fine di avere chissà quale sgravio: il messaggio che famiglia è stare insieme, divertirsi, mangiare, e sì, anche aiutarsi. Io ti aiuto, tu mi aiuti, siamo tutti felici. Patti chiari e amicizia lunga.

- Sesta regola, quella che mi piace di più: flessibilità. Buon senso. Che vuol dire che esistono le eccezioni, che gli angoli possono arrotondarsi, che voi non siete superwoman e fanculo le regole.
Che ogni momento o fase o anche giornata è a sè. Che quello che vale con lui non necessariamente vale per lei. Che quello che ti riesce benissimo una sera quella dopo non riesce più, o riesce con il doppio della fatica e del tempo. Vuol dire accettare e accettarsi. Non farne un dramma.
Vuol dire, ad esempio, che stasera alle 9 ero ben lontana dall'essere libera.
Vuol dire che per 3 mesi non sono andata al supermercato da sola con loro due perché lui era un disastro.
Allora ho lasciato passare il tempo e poi oggi in sordina ci ho riprovato e lui mi ha pesato i limoni.
Che io ero pronta a mollare il carrello e scappare a casa, per dire.

Occhei, quindi io ora ho scritto e sono discretamente stanca: pensateci su, fregatevene, usatele o ignoratele.
A volte funzionano, a volte no. Io le ho fatte mie, voi ne avrete altre: in tal caso, sarei felice di conoscerle.