Il tempo delle gocce di luna tra l'erba, del verde che dardeggia, ferisce.
E' arrivato il tempo in cui dondola il dentino e ti restano appesi alle gambe i racconti che mi fai apparecchiando la tavola.
E' arrivato il tempo che Nina indossi vestiti e si levi le calze, il tempo delle collane di legno e dei baci di mela.
Quando c'è il sole lecchiamo un gelato e sbricioliamo nocciole, contiamo fino a sessanta più due.
Quando c'è l'ombra scendiamo nell'orto e cucino fiori o frittate.
Quando voi non ci siete lavoro tanto e vi aspetto: l'orologio gira e cambia la luce, io tolgo il maglione.
Quando voi ci siete noi siamo tre anche se siamo in sei.
Questo tempo qui che fa ballare i dentini, crescere i capelli e mette in bocca albicocche.
Questo tempo qui che passa sempre, ma poi ritorna.
Io non lo voglio guardare mai, senza di voi.
Io non lo voglio guardare mai, senza di voi.
2 commenti:
Qui i papaveri non ci sono, ma è arrivato il tempo delle zanzare e dei moscerini che escono dalla pattumiera.
Scusa, ma di fronte alla tua poesia mi sento un po' in soggezione e provo l'istintivo impulso di scrivere un commento prosastico.
Lex: ti ci vedo proprio, in soggezione, a te.
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