23 settembre 2015

Pure io (sono stufa di dover rendere magica l'infanzia dei miei figli).

La mia amica F. mi ha consigliato questo articolo.
In sintesi, ve lo riassumo, la domanda che si pone l'autrice è: perché dovrei rendere IO magica l'infanzia di mio figlio? Non dovrebbe essere l'Infanzia stessa - date le condizioni essenziali di base, è inteso ( e talora, tragicamente e miracolosamente, pur mancando persino quelle)- a dover contenere dentro di sé la propria magia?
Ma soprattutto: la cosiddetta magia dell'infanzia ha veramente qualcosa a che fare con le nostre tovagliette abbinate della colazione? con la torre di pastelli a cera biologici-eco-friendly-vegan-homemade che produciamo in sole 3 ore e mezzo con i nostri pargoli?
Ha davvero a che vedere con i giochi e gli intrattenimenti creativi che allestiamo per e insieme a loro e che poi devotamente postiamo su laqualunque?
A cosa pensiamo di doverli sottrarre: tv? noia? atarassìa e dannazione eterna?
Non è stato forse - incalza l'autrice - dalle ore di noia più nera della nostra infanzia che sono nati i progetti più strampalati, inutili e invero geniali?
Com'è che i nostri genitori non giocavano mai con noi, non costruivano un cazzo per noi, non allestivano party a tema per noi ma abbiamo comunque ricordi di giornate intere di gioco, compleanni felici, idee spaziali?

Io ho spesso digitato "intrattenimenti creativi bambini al chiuso": avrei di quei blog da suggerirvi che non ve lo dico, tanto li conoscete.
Io ho fatto la pasta tipo pongo al bicarbonato.
Ho sciolto i residui dei pastelli a cera.
Ho disegnato con bocca, piedi, lingua, mani-gambe-e-piè.
Ho allestito teatrini.
Fatto piste per terra con lo scotch di carta, quello grosso.
Cucinato muffins con gocce di cioccolato, marmellata, fichi d'india, cazzi mazzi e trallallà.

Insomma a me questo articolo ha fatto pensare.

Non vi dirò che mia madre non ha mai giocato con me, ma sappiate che mia madre non ha mai giocato con me.
Mia madre, tornata dal lavoro, passava il prato, puliva il pavimento, passava i vetri, igienizzava il bagno, toglieva le erbacce, faceva la spesa, puliva il pavimento, asciugava il lavello, passava il tappeto. Se le avanzava tempo, puliva il pavimento.
Nei momenti di pausa metteva su un caffè, appoggiava la gamba destra sui mattoncini del camino e si accendeva un sigaretta. Qualche volta leggeva un giornale.
A mia madre, quando fumava, non le dovevi rompere i maroni.
Di lavoro, mia madre disegnava.
Non mi ha mai insegnato a disegnare. A me non lo ha mai insegnato nessuno - rispondeva, ogni qual volta glielo rinfacciavo.

Da mia madre, guardandola e senza fare mai un cazzo, ho imparato a:  pulire bene casa, impastare, mai fumare, vangare, curare gli animali, non schiacciare il caffè nella moka, osservare e amare la natura, mai rovinare un libro, al prete del paese posso rispondere - con rispetto - se dice qualcosa che ritengo 'na puttanata, se non ho rispetto la puttanata la sto facendo io, ammirare come le infermiere rifanno i letti all'ospedale e non abbassare sotto quella la soglia di qualità del mio giaciglio, leggere sempre prima di dormire.

Da me stessa, in tutte le ore in cui non dovevo rompere i maroni a mia madre, ho imparato a: succhiare il cono dal basso dopo aver mangiato il tappo di cioccolato, amare Jules Verne, progettare un maneggio fichissimo purtroppo mai realizzato (finora), fare un funerale a una formica, vestirmi con le pezze vecchie di mia nonna, sposare Barbie con Coniglio di Pezza, aggeggiare col mangiacassette di nascosto da mia sorella, ballare La Isla Bonita, andare sui pattini, pisciare dietro l'orto e guardare il rivolo scender giù, giocare a pallavolo contro il muro di nonna imitando bagher e urla strazianti di Mimi Ayuara, lobotomizzarmi davanti a Magica Emy.

Ora io non so voi, ma tra meno di un mese farà buio alle 5, loro saranno da poco tornati da scuola e mancheranno ben 4 ore alle 9.
Io pensavo di togliermi dalle palle e andare a piantare un po' di cavolo verza, che si sa mai.




11 commenti:

ioticerco ha detto...

Io ricordo, da piccolo, intere giornate nel parco sotto casa trascorse a giocare a pallone. Non so da te, ma forse oggi mancano sia i parchi che i palloni. Boh, non so.

Susibita ha detto...

ioticerco: no qui siamo messi bene, abbiamo bosco, parco, parchetto, orto, giardini, amici che non devi chiamare una settimana prima al telefono per organizzare, semplicemente passi, suoni, se c'è giochi, se non c'è o è malato passi al successivo. E' uno dei motivi per cui ho deciso di vivere qui.
Solo c'è il problema che da ottobre a febbraio fa buio presto, spesso si è malati o giù di lì, talvolta piove o fa vento e non si può uscire. E sei lì, le ore, a cercare di fartela e fargliela passare fino al dopo cena.
Io capisco un po' guidarli, un po' ispirari, un po' coinvolgerli o lasciarsi coinvolgere, ma davvero ultimamente mi pare che noi geniotri dobbiamo imparare a lasciarli un po' più liberi di annoiarsi, di non-intrattenersi, di svangarsela da soli, insomma: cosa in cui, peraltro, poi dimostrano di eccellere.

ioticerco ha detto...

Ne ho esperienza, breve perchè abita dalla parte opposta dell'italia, con mia nipote di ora sette anni. La vedo soltanto in estate ed a Natale, e quando era più piccola farla giocare era un impresa e pure impegnativa, non ho mai capito da dove attingesse tutte quelle energie. Adesso, che ha appunto sette anni, mantiene le stesse energie ma è un pò più indipendente nel gioco, nel tempo libero, nelle decisioni eccetera. Crescono, ed anche questo è il bello.

Anonimo ha detto...

Ti dirò: non ho figli ma vedo bene cosa accade intorno a me, tra nipoti, figli di amici, bimbi ospitati, ebbene non so sta smania dell'intrattenimento mi turba assai. Bisogna giocare con loro, fare mille attività ludiche intelligenti, in casa e fuori e se scatta la festa di complenno a tema impieghi 6 mesi a prepararla che manco il tuo matrimonio! Orrore! Non so, nel senso, non so perchè si sia arrivato a sto punto di non ritorno di devasto intrattenitivo a 5 stelle. Io giovano con mia sorella, e va bene essendo gemelle siamo sempre state in due, ma vedo che il problema non si placa se ci sono fratelli/sorelle vicini di età, occorre sempre l'animatore e un plotone di giochi. E comunque manco i miei nonni zero giochi con me, eppure ah che tempo felice passammo insieme, a guardare nonna cucinare e nonno incavolato con mio cugino che bucava la bici troppo spesso e lui ad aggiustare la camera d'aria mettendola nel catino. Ma se sti bambini li lasciassimo un po' per conto loro senza tecnologia tra le mani come li ritroveremmo dopo un paio d'ore? Morti di noia, o forse con guizzi impensati di fantasia. Si potrebbe almeno provare. Sandra

Susibita ha detto...

Sandra: d'accordissimo. Devo dire a mia discolpa che ci ho sempre riservato parte del tempo a loro completa gestione. Quando s' ammazzano di botte il mio motto è diventato: finchè non scorre sangue non volgio sentirne aprlare, vedetevela tra di voi, che non sono mica il Giudice Santi Licheri.
Detto ciò sono attratta anche da alcune di queste attività: le trovo intelligenti, simpatiche, divertenti quando non manieristiche, pensate per loro e non per noi. Però devono avere un limite, non essere la regola.
Mi sforzo di renderli autonomi nel gioco, anche quando -soprattutto lei, ancora piccola - richiedono la mia presenza.
E' il solito tira in molla insomma: un po' dai corda, un po' lasci. Non vedo altra via.
Certo potrei decidere di defilarmi totalmente, ma anche quello, non mi ci vedo.

Susibita

Alem ha detto...

Annoiamoli questi pargoli. :D
Quanto hai ragione.
Se ci penso io sono arrivata a fare la pasta da modellare con il balsamo per i capelli al cocco. L'ho comprato apposta.
Mia mamma?
Non ho ricordi di mia madre che gioca con me, e nemmeno con mio fratello che ha passato e ripassato tutte le fughe delle mattonelle con le macchinine. Solo ora che mi ci fai pensare, secondo me mia mamma le aveva modificate. Aveva fughe sempre splendenti, e pavimenti a specchio.
Ora pero' con i nipoti gioca, eh

Suster ha detto...

Aspetta: non ho ancora letto l'articolo. Poi se faccio in tempo gli dò una letta. ma prima di allora voglio fare come sempre quella controcorrente. Magari mi sbaglio perchè, appunto, l'articolo non l'ho letto, ma io intorno a me tutti questi genitori disposti a immolare le proprie giornate per stare dietro ai figli e progettare razzi spaziali con le scatole vuote della cassettiera Malm non li vedo.
Se uno guarda al web, beh, è un altro paio di maniche: non credo realmente che il web sia uno specchio del mondo reale.
Il web è uno specchio (deformante, parziale, settoriale) di come vorremmo che la nostra vita apparisse all'esterno, e per di più è il regno degli esteti, dei "creativi" di quelli che "io la tv a casa non ce l'ho perchè tanto le notizie le leggo sul sito web di Le Monde".
La tua autocritca ti rende onore, ma TU sei l'eccezione, fidati. E mi metto nel mazzo anch'io. Sì: anch'io dovrei darmi una calmata, lasciare che se la sbrighino di più da sole. Ma c'è un ma per il quale credo che possiamo ancora ritenerci dei genitori decentemente menefreghisti:il primo Ma riguarda la nostra memoria che spesso ci fa vedere i ricordi retrospettivi (soprattutto quelli dell'infanzia) in una maniera alquanto distorta e parziale (nè più ne meno della realtà del web).
Cioè: i miei ricordi più cospicui risalgono probabilmente ad una età più elevata di 6 anni, pochi e confusi quelli dell'età prescolare, in generale si possono ridurre agli episodi per noi significativi. In generale trattasi di ricordi ammantati di un ché di eroico, una gloriosa autonomia dal mondo adulto che però a pensarci bene non era nemmeno allora diffusa a tutti i livelli sociali e a tutte le famiglie. Molti dei miei compagni di classe facevano una vita da reclusi in casa, mettevano le pattine per non sporcare il parquet e avevano un'agenda settimanale che io manco adesso, tra calcio, danza, pianoforte e nuoto. sarà perché sono cresciuta in città, ma credo che un bambino che passa la maggior parte del tempo in casa coi nonni o la babysitter a guardare la tv o giocare alla playstation non viva quelle gloriose esperienze che tu ancora serbi della tua. Quindi secondo me mai generalizzare.
Magari fossimo davvero una generazione di genitori iperpresenti. E ripeto: io forse lo sono, e mi autoflagello, perchè spesso mi piacerebbe che loro fossero un tantino più autonome da me, specialmente nella loro gestione del tempo. però mi dico anche che sono ancora piccole, tutto sommato, e che magari quando avranno 7,8 o 10 anni, non ci sarà più bisogno che io impasti loro il didò con il cremor tartaro... o almeno spero!
Le feste a tema... Ah, le feste a tema sono il male della nostra società. Su questo mi trovi d'accordissimo!!!

Suster ha detto...

Comunque sottoscrivo la tua decisione in merito al cavoloverza!!!

theSwingingMom ha detto...

Fantastica scoperta questo blog! E da un fantastico articolo. Meglio di così....(io che dovrei dire, che non ho mai fatto le cose da te summenzionate?)

mocaliana ha detto...

Brava, bel post!
Come al solito comunque la via di mezzo è la migliore, direi.
:-)

Tabata Potter ha detto...

Susi tu sei il mio mito indiscusso