Mia madre è una consumatrice isterico-compulsiva, ma a onor del vero non ha mai disdegnato neppure la sublime arte del raccattonaggio.
Capace che si riempie il carrello di troiai della peggior specie ("sono per i bambini". eccerto.) eppure usa una vecchia vasca da bagno come abbeveratoio su alle stalle.
Quando ero piccola m'istigava all'imbarazzante abitudine di trafugare i fiori recisi ancora ben messi nei cestini del cimitero: voi non avete idea di che robe vengano fuori, certi iris grossi così.
Poi -siccome è appunto una persona coerente- quando c'erano i saldi andava all'ademarc e tornava a casa con le peggio cazzate del creato: ancora oggi da qualche parte su in mansarda ci sono due piumini da scii -uno mio e uno di zia Subli- che non abbiamo mai avuto il coraggio di mettere eccetto io quella volta che in quinta sono andata in gita a Praga, e: signori miei, se non siete stati tutta la notte in giro per Praga con -14° e un solo boccettino da 45 ml di liquore alle cento erbe da dividere in quattro incluso il prof di Italiano non potete capire cosa sia il freddo.
Comunque oggi i vestiti dei bambini li compro al negozio dell'usato e questo lo devo anche ai tanti sabati passati alla discarica comunale con mia madre.
Gli oggetti che voglio immortalare su queste pagine però non vengono dalla discarica e neanche dal cimitero, sono solo ereditati.
Vengono dalla cucina di mia nonna e direttamente dagli anni '50. Ora vivono nella mia nel 2014.
Quando è morta mia nonna io, Zia Subli e Cugina Pooh ci siamo divise le quattro carabattole che erano il tesoro della nostra infanzia.
La sottoscritta - tra le varie- ha portato a casa:
- la tazza con le ciliegie, perché dove vivo ora ci sono tanti alberi di ciliegi e quando dopo aver vissuto 1 anno nel garage di mia suocera ho finalmente trovato questo posto sperduto e bellissimo era primavera e la primavera su un ciliegio fa venir voglia di piangere e ridere insieme, chiedetelo alla Butterfly.
Nonna mi ci faceva l'orzo la mattina, dopo che l'avevo portata presto a fare gli esami del sangue.
Cugina Pooh ha tenuto i girasole.
- la ciotola di plastica gialla, anche detta "quella di Natale", non perché sia bella da tirar fuori per l'occasione ma perché era quella che -avvolta nella stagnola- conteneva le frittelle del 24 sera: alle melanzane, al cavolfiore, di pane con l'acciuga o senza acciuga e noi dovevamo indovinare.
Mia nonna le portava lungo il tragitto, poco più di 800 m, da casa sua a casa nostra, senza cappello ma con la sciarpa di lana sopra il naso. Quando entrava dalla porta faceva tutto da sola e diceva "Permesso-avanti. Susà. -Pausa-. Susà! e piglia! che sò carde carde."
- il canovaccio con Carlo e Diana.
Ecco: di questo non ricordo se fosse un dono di zia che era emigrata in Gran Bretagna dove ha poi sposato un polacco dai capelli rossi, un souvenir di qualcuno che era andato in vacanza-studio a Londra o un regalo di dubbio gusto tra Calabri Italioti e Calabri emigrati in occasione delle nozze del secolo (scorso).
Comunque lo adoro.
Detto canovaccio ha coperto la famigerata teglia gialla di Natale con la pasta al forno per i miei primi 30 anni di vita. Sempre lo stesso tragitto, ma il 25 sera. "Permesso-avanti. Susà. - pausa-. Susà! e piglia! che è carda carda."
La teglia gialla ce l'ha Zia Subli, conclamata erede culinaria della nonna.
- la biscottiera anni '70 presa coi punti del supermercato. Mia suocera ce l'ha uguale, ma la mia chiude.
Il canovaccio più kitch della storia. Sotto c'è anche quello di natale col calendario 2007. |
14 commenti:
Potrei uccidere per il canovaccio di Lediddì e Carlo
No Susi, trafugare i fiori del cimitero è terribile! Meglio il canovaccio tutto sommato ;)
Però la tazza con le ciliegie mi piace un sacco, sarà che ho l'animo tragico-romantico della Madama? ;)
lachiari: lo so ma cosa devo dirti? è mioooo!!!! bwahaha.
Robin: ma ragazza, peggio ancora che trafugarli è comprarli a una salassata e poi al primo cenno di sfiioritura gettarli lì nel cestino, con la terra ancora attaccata, come fosse plastica.
Ntch-ntch, non si fa (ditino che fa no-no-no).
Comunque certo, era imbarazzante e non lo farei fare ai miei figli: eccetto per le piante ancora vive che si possono recuperare e trapiantare in giardino, naturalmente.
No vabbè ma cosa non è quel canovaccio ? Io lo farei incorniciare e lo appenderei al muro.
comunque, quando morì mia nonna Teresa, le mie cugine si presero tutto il mobilio in arte povera, a me lasciarono un medaglione con la Madonna.
E ora se penso che quel meraviglioso armadio sta nel bagno della peggiore delle mie cugine, mi fa na rabbia, ma na rabbia ...
ma parliamo della biscottiera. Da bambina anch'io ne avevo una e suppongo fosse una chioda e facesse ammorbidire i biscotti (abito nella palude padana), però che profumo faceva?
Che belle storie tutti questi ricordi della nonna! era tenerissima! e se non ricordo male le due nonne messe insieme facevano scintille!
Ma secondo voi esiste anche la versione moderna del canovaccio con William e Kate Middleton? Perché magari quando divorzino e/o si ammazzino reciprocamente puó acquistare un certo valore.
Tess: io, mia sorella e mia cugina siamo le uniche sopravvissute di una rete familiare un tantinello psicotica. Non so come siamo riuscite negli anni a restare unite ma ci siamo riuscite. Abbiamo diviso equamente tra noi, seguendo un po' l'inclinazione dei ricordi di ciascuna.
Polly: ma sai che la mia non ha un profumo particolare? ma tu dici per via dei biscotti che ci stavano dentro? ricordo invece nettamente l'odore della dispensa di mia nonna, dove questa biscottiera stava insieme a pasta, crackers, vasetti di vetro con fiori di camomilla. La credenza era di legno e sopra c'era inciso un uccellino: era bellissima.
Lisa: io temo che ci sia tutta una serie di merchandising kitch come solo gli inglesi sanno essere. Noi abbiamo al sfera co Colosseo, vesuvio e Duomo, loro hanno la Corona in tutte le sue (im)probabili sfumature.
io l'oggetto che ho più caro e che mi ricorda mia nonna è un apribarattoli di metallo e plastica rossa. Mezzo sbilenco, torna sempre utile a me che non riesco ad aprire con le mani nè le bottiglie di plastica nè i barattoli di marmellata. E ogni volta che lo uso mi ricordo della cucina di mia nonna.
Vale81: eh ma così dai mi fate venire in mente un sacco di cose che non ho messo! il tuo apribarattoli è come il mio scolapasta di acciaio ammaccato -sempre della nonna- piccolo ma perfetto per una pasta per due, per scolare i pizelli i fagioli e il mais, per le verdure piccole e per il riso. Ha 40 anni, tipo. e a differenza della plastica non si deteriora...
bellissimo post, l'ho letto d'un fiato!
leggevo poco fa il commento lasciato aqueen father, e sono corsa a conoscerti.già mi piaci.
Canovaccio forse ever. Meraviglioso.
Raffaella
AMrita: grazie!
Raffa: ma vero =)?
Dopo aver letto te e Polly, volevo scriverlo anche io un post sulla mia robbba come la chiamiamo col chercheur, ma mi sono un attimo. Appena torno in me, forse...
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