Tra poco compie 4 anni e vuole tanto una fetta in macchea.
Ho comprato patatine, biscotti, succhi e cioccolatini per tutti.
Ho sbolognato a Zia Subli la focaccia, la crostata e non so che altro.
A Nonna Oroscopo il dolce.
A Papone la pizza.
D'altra parte io avevo gli inviti coi disegnini da bimbaminchia da fare, e spadine e scudi da ricavare nel cartone riciclato. Roba indispensabile, neh.
Mica posso fare tutto io: il segreto -signori miei- è delegare.
Il vero leader non ha timore a delegare, e io -modestamente - lo nacqui.
Stralci di conversazione telefonica con Zia Subli: accurate testimonianze della mia inequivocabile inclinazione al party planning.
"E quindi dov'è sto posto?"
"Qui in paese, una stanzetta accanto all'arci cacciatori."
"Ok, quindi ti daranno le chiavi?"
"Quali chiavi?"
"..."
"e la torta?"
"hum?"
"Compleanno. Torta. Candeline. Presente?"
"Non trovi che la torta ai compleanni sia sovrastimata? non se la fila nessuno, tutti s'ingolfano di patatine prima."
"No."
"Vabbè ma cheppalle."
"Senti, te la faccio facile: almeno la torta-fuffa falla tu, no?"
"Ma quale? quella dove devo solo comprare gli elementi e impilarli uno sopra l'altro?"
"No, devi comporla, che è diverso. Comunque sì, è semplicissima: monti il dolceneve e poi..."
"Che??"
"Il dolceneve, lo monti con la frusta e..."
"A-ha! allora devo cucinare!"
"Quello non è cucinare: è solo montare un preparato già pronto."
"Dio mi sento già stanca, guarda. Mi sale l'ansia, senti?"
D'altra parte oggi ho scoperto che non sono neanche in grado di andare a un compleanno, figurati organizzarlo.
Per andare a un compleanno non devi fare nulla, non devi preparare nulla.
Devi solo scegliere un regalo, una qualunque cosa che possa piacere a -tipo- una bimba di sette anni. Una roba semplice.
Eppure una mia amica felicemente sposata al compleanno della cui figlia siamo andati prima di Natale oggi mi fa : "Bello il librino che ci avete regalato. Solo non capisco una cosa: perché le hai preso una storia per imparare a vivere con serenità la separazione dei genitori?".
No vabbé.
Comunque di 4 anni fa ricordo la notte, il nevischio sulle strade.
Ricordo le mie urla, lo sgomento, ricordo lo smarrimento.
Mi ricordo -benissimo- che le altre avevano dei giornali femminili sui comodini, io -che avevo tutti i miei libri imballati per il trasloco- un topolino del '93.
Ricordo le lenzuola di cotone pesante dell'ospedale vecchio, il lavandino in camera con l'acqua gelata, e 'sto meconio che bah: non puzza, appiccica, non sembra manco di questo mondo.
Ricordo lui che si porta via le chiavi dell'armadietto e io con la camicetta da notte ancora sudata a freddarmisi addosso.
La ragazza accanto a me la mattina dopo che dice "stanotte ti ho vista quando ti hanno riportata. Avevi uno sguardo stravolto, ma così dolce."
"Stavo malissimo."
"Ma eri dolce."
Aridaje con 'sto dolce.
Mi ricordo il suo sguardo di gattino cieco, 'sta vaschetta trasparente da pesce rosso.
Ricordo l'infermiera al primo cambio, mi guarda sollevargli le gambe stupita "ma come? già così in fretta? di solito avete tutte paura, li maneggiate come cristalli."
"Una volta ho dovuto pulire e disinfettare lo scroto a un cavallo: tutti i giorni per una settimana."
"Capisco."
Ricordo il messaggino di un mio amico "so che non dovrei disturbarti ma non puoi tenermi sulle spine così: come va?". L'amore di tutti, la curiosità impaziente. Ricordo lo sguardo di mia sorella, mio padre con la macchinetta digitale, Nonna Profondo Sud che c'era ancora.
Adesso hanno spostato l'ospedale, non è più lì.
In quello nuovo ci sono camere singole, bagni privati.
Noi eravamo in 6 in una camera da 4 e ognuna aveva la vaschetta trasparente accanto. Dormivo sì e no due ore per notte. Una tizia aveva un paio di tette grossissime, e quando dico grossisime intendo enormi, che lei poraccia piangeva dal male.
Io non è che lo guardassi tanto, un'infermiera mi sgridò perché dormivo e gli avevo fatto saltare la poppata.
Però una volta l'ho lasciato assopirsi sul petto, no? e dopo un po' ci svegliamo tutti e due e lui apre gli occhi e mi vede e pare proprio che mi guardi.
Oggi ci sono solo ambulatori e nessuno più ci viene ricoverato, all'ospedale vecchio.
Io ogni volta che ci passo davanti alzo su gli occhi e vedo quella finestra grande, da cui ho guardato la neve sui tetti e una luna enorme, una notte, mentre cantavo Hold me now, oh hold me now, Till this hour has gone around.
14 commenti:
Che dolce!
piuttosto....che dolce?
Scommetto che l'ospedale vecchio sarà sempre nel tuo cuore....anch'io voglio sapere della torta!
la ricetta ancora non la so bene, la chiamiamo torta fuffa perché fa una gran scena ma pare possa farla anche una mentecatta come me.
A patto che monti il dolceneve, ovvio.
Vi saprò dire.
Bellissima canzone, grazie di avermela ricordata - e' da ieri sera che mi gira in testa :-)
(insieme al ricordo di tutte le volte che pure io guardo su, verso quella finestra)
Io faccio solo tiramisu, non serve neanche il forno ;-)
poi mi dici di sta torta tuffa, perché pure io sono una mentecatta :-)
w i delegati! qua per fortuna per le feste ce ne sono in abbondanza…io mi preoccupo solo di andare a comprare il necessario per apparecchiare, loro cucinano, eheh!
buaaaaahahahahhahahahhahahha ciao piango maledetti ormoni. Maledetti. devo segnarmi che ricorderò perfettamente dopo la notte/mattina di fatiche quella bastardissima fondina di riso bollito e scondito. Ricordo le eresie nel mangiarlo. eccome se le ricordo.
Mi è dispiaciuto tanto non essere presente quella notte! Auguri a Magù e sono certa che la vostra festa sarà un successone! Entrerà negli annali di storia del paese!
sfolli: è stata la prima ninna nanna del piccoletto. giusto per mettere in chiaro da subito che The Edge è un figo.
Gab: l'anno prossimo organizzo da te, se non ti spiace ;).
chiari: senti ma poi com'è andata? male? bene? non ne vuoi parlare perché solo a ripensarci ti si drizzano i peli?
Lisa: ci sei stata subito dopo! ma ti ricordi che ti sei presentata con la mascherina????
...siamo tutti trepidanti nel conoscere LA TORTA!
Ma io dovevo venire in ospedale! Invece sono venuta a far visita 2 settimane dopo lo sgancio, afflitta da sinusite e virus vari non potevo avvicinarmi neanche alla culla!
ecco, va be che sono un rubinetto rotto, però anche tu mi fai commuovere così......
è già andata sta torta? (A me sta passando l'estro, quasi quasi la festa la annullo...)
patalice squa a e tutte. vabbè se riesco domani #liberolaricetta, che vi vedo tutte sul pezzo...
Con questa tua propensione a delegare i compiti gravosi potresti diventare un alto dirigente.
quanto mi divertono i tuoi racconti (divertito magone, diciamo), questo me lo ero perso, ma meglio altrimenti oggi non l'avrei avuto! (come sono saggia, eh?)
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